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L’uomo che non c’era

Recensione

L’uomo che non c’era – Recensione: la perla cinematografica di Joel e Ethan Coen

L'uomo che non c'era review

I fratelli Cohen sono famosi per aver girato cult del cinema come “Il Grande Lebowski”, “Fargo” e “Non é un paese per vecchi”, ma “L’uomo che non c’era” é un altro capolavoro della loro carriera non meno interessante degli altri.

Chi é la vittima?

Siamo nell’America del dopoguerra, l’ottimismo e l’iniziativa in termini economici sono propagandati dallo Stato a ritmo serrato, tutti vogliono solo arricchirsi, niente é mai abbastanza, soprattutto per Ed, Doris, e Big Dave: nessuno di loro si preoccupa di come procurarsi denaro e piacere, basta ottenerli nel piú breve tempo possibile.

Vediamo quindi questi tre personaggi coinvolti in un circolo vizioso pazzesco fatto di raggiri, estorsioni, minacce, e tradimenti che in nessun momento regala spazio per il rispetto reciproco: solo il peggio dell’animo umano é chiamato a parlare. Come si suol dire, peró, tutti i nodi vengono al pettine, e se questa pellicola é caratterizzata da una critica nera, non certo velata, alla societá e ai singoli individui, lo svolgimento e il finale non possono altro che far sprofondare la vicenda nel buio piú profondo, in cui le conseguenze aspettano pazientemente a manifestarsi per capovolgere senza pietá i destini dei protagonisti.

L'uomo che non c'era scena

Quello dei fratelli Cohen é un noir purissimo, onesto, spietato, mai sbilanciato: la pellicola é stata girata a colori e successivamente convertita in bianco e nero per evidenziare al meglio l’atmosfera di disagio in cui lo spettatore viene catapultato fin dalle prime scene; tutte le personalitá presentate nella vicenda sono sotto i riflettori e in nessuna occasione i registi si prendono la responsabilitá di giustificare le loro azioni, di abbellirle o illuminarle, le rappresentano semplicemente per ció che sono.

Il film é incredibilmente reale, qui sta il genio dei fratelli Joel ed Ethan. I loro soggetti, brutali nella schiettezza irremovibile dei loro gesti, sono vicino a noi, uno é il barbiere, l’altra é la contabile, l’altro ancora il proprietario di una catena di negozi, nessun boss mafioso, nessun agente sotto copertura di servizi ultra segreti: la storia raccontata potrebbe accadere a tutti.

Ecco la divina maestria di questa regia che conosce troppo bene l’animo umano, che sa usare la storia del cinema al meglio creando pellicole imperdibili, facendoci rabbrividere senza usare troppa violenza fisica, agendo profondamente sulla psiche di ognuno di noi, invitandoci a dubitare di ogni singolo personaggio ripreso da questo obiettivo che non perdona, suscitando in noi odio, disgusto, strappandoci un sorriso cinico, dandoci il tempo di trarre le nostre conclusioni, chiamandoci a giudizio. A noi spetta capire chi é davvero la vittima in un contesto in cui tutti sono carnefici. Noi siamo i veri investigatori e giudici di quanto viene raccontato.

I personaggi

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Una parola va spesa anche per le stupende interpretazioni dei singoli personaggi de “L’uomo che non c’era”. Billy Bob Thornton, visto in “Armageddon- Il Giudizio finale” diretto da Michael Bay, veste qui le spoglie del protagonista Ed Crane, un barbiere taciturno profondamente insoddisfatto della vita che conduce, incarnando alla perfezione l’uomo inadeguato che i fratelli Cohen amano e propongono in ogni loro lavoro: il personaggio di Crane crea da subito ambiguitá nello spettatore in quanto é disposto a far passare il tradimento della moglie Doris (Frances McDormand), ma non il fatto che Big Dave (James Gandolfini) non voglia pagarlo, addirittura usa l’adulterio dei due come mezzo per estorcere della grana.

Da non dimenticare anche le attenzioni fuorvianti che riserva a Birdy (Scarlett Johansson), una ragazza palesemente minorenne: quando Doris finisce in prigione, Crane spende sempre piú tempo a casa della ragazzina, servendosi dell’amicizia con il padre di lei per stare in sua compagnia, in quanto sembra essere l’unica persona ancora pura, intoccata dai mali che il mondo offre. Anche se Crane probabilmente nutre solo affetto paterno per la ragazza, Birdy é rappresentata quasi come Lolita del romanzo di Nabokov, grazie all’interpretazione spiccata e leggermente maliziosa offerta da Scarlett Johansson: la moglie Doris, infatti, nota subito che tra i due c’é una certa intesa quando, ad un party, Crane si discosta dalla folla per rimanere a parlare con Birdy dopo averla ascoltata suonare “Le Pathetique” di Beethoven al pianoforte.

L'uomo che non c'era recensione

Ultimi, ma non per questo meno importanti, ci sono i ruoli di Doris e Big Dave: Frances McDormand si cala alla perfezione nel ruolo a lei asseganto, rappresentando questa donna infelice e alcolizzata con un tagliente cinismo che buca lo schermo, lo stesso che le fará vincere l’Oscar nella pellicola “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, mentre James Gandolfini ci regala tutto sommato un’interpretazione ottimale di Big Dave, simbolo chiaro del capitalismo, usando la sua naturale attitudine semi-goliardica di losco, dando un effetto ambivalente, di doppia faccia, al personaggio che interpreta. Sotto la regia dei fratelli Cohen tutto il cast, comunque, dà visibilmente il meglio di sé regalandoci un noir spettacolare ed irripetibile.

Gloria Carandina

Trama

L'uomo che non c'era locandina ItaVincitore per la Miglior Regia al Festival di Cannes 2001 e Miglior Fotografia ai BAFTA, “L’uomo che non c’era”, noir scritto dai celebri Fratelli Coen, esplora i legami umani puntando i riflettori su una nera vicenda californiana in cui tragicitá e comicitá si mescolano cinicamente grazie a un cast eccezionale e a una regia perfetta.

L’uomo che non c’era: un noir spietato

Ed Crane (Bill Bob Thornton), un taciturno barbiere di Santa Rosa, California, insoddisfatto della propria quotidianitá e del matrimonio infelice con la moglie Doris (Frances McDormand), coglie l’occasione per dare un giro di vite al proprio destino entrando in business con un losco cliente del salone in cui lavora. Ma non é tutto oro quel che luccica, ed il fato ha riservato una sorpresa per Ed: con impressionanti colpi di scena ed un finale mozzafiato.

“L’uomo che non c’era” si rivela uno dei migliori noir mai prodotti nella storia del cinema dove le interpretazioni eccezionali di un cast superlativo e le atmosfere opprimenti costruite ad hoc dai registi tengono il pubblico incollato allo schermo fino all’ultimo respiro.

La produzione

Accantonato negli anni ‘90 per girare “Il grande Lebowski” e “Fratello, dove sei?”, “L’uomo che non c’era” viene ripreso da Joel e Ethan Coen successivamente, con Frances McDormand, attrice dal talento travolgente giá proposta in “Fargo”, per il ruolo di Doris e Michael Badalucco, celebre attore visto nella favolosa pellicola “Léon”, per quello di Frank Raffo.

Come protagonista, i registi hanno deciso di dare un giro di vite ingaggiando un interprete con il quale non avevano mai collaborato prima d’ora, Billy Bob Thornton, il Dan Truman di “Armageddon – Giudizio Finale”. Hanno completato il cast James Gandolfini (boss della serie “I Soprano”) e una giovanissima Scarlett Johansson.

Il film ha ricevuto un ottimo riscontro da parte della critica, la quale ha elogiato sia il cast che la scelta di presentare il film in bianco e nero.

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