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Il Testimone Invisibile (2018)

Recensione

Il Testimone Invisibile – Recensione: un giallo tutto italiano sulle varie chiavi di lettura di una realtà delittuale

Il testimone invisibile - review

É noto a tutti noi che qualsiasi realtà può essere osservata da molteplici testimoni e che ognuno di essi fornirà una propria versione in relazione a una molteplicità di variabili interne ed esterne. Se poi si tratta di un delitto è chiaro che i fatti riportati avranno connotati ancora più mistificatori a seconda del grado di coinvolgimento del relatore. Il più grande pregio de “Il Testimone Invisibile” è che di questa percezione degli eventi, più o meno condizionata dalla psiche, ne hanno cognizione approfondita le vittime dell’azione criminale – i genitori di un povero ragazzo assassinato -, che sapranno utilizzare approfondite tecniche di psicologia clinica per fare chiarezza e recuperare una confessione.

Il regista Stefano Mordini ha scritto insieme a Massimiliano Catoni una sceneggiatura che non è affatto banale e che, come nella tradizione dei giallo, realmente inchioda lo spettatore alla poltrona e impegna la sua mente a collaborare alle indagini, se non altro nell’intuizione dei fatti.

Nel film si racconta di come la nota penalista Virginia Ferrara (Maria Paiato) cerchi di elaborare una convincente strategia di difesa per il giovane imprenditore di successo Adriano Doria (Riccardo Scamarcio), accusato di aver ucciso la sua amante, l’affascinante fotografa Laura (Miriam Leone), con la quale era stato coinvolto in un incidente automobilistico che costò la vita a un ragazzo. Le penalista cerca di far emergere tutta la verità in un fitto dialogo con Adriano. I due si studiano, si analizzano, compiono quasi una danza intorno alla realtà dei fatti, che emerge gradualmente da una sequela di versioni presentate dal giovane imprenditore e da altrettante versioni ipotizzate dal suo avvocato. In ognuna di esse i ruoli e le responsabilità dei vari attori sulla scena si modificano, si rielaborano, si realizzano cioè nuovi “punti di vista”, che vengono rappresentati sulla scena come flashback, nelle varie ipotesi fattuali.

Il testimone invisibile: un’ambientazione gotica per un plot carico di colpi di scena

Il testimone invisibile recensione film

I due amanti si incontrano in uno chalet di montagna vicino a Molveno, e molte delle scene del film avvengono in quei contesti. Riprese aeree delle montagne e dei laghi del posto, di cabinovie che scompaiono nella nebbia e che portano ad alberghi isolati su alture innevate, dei protagonisti elegantemente vestiti e che indossano voluminosi occhiali scuri nei loro appuntamenti, contribuiscono a conferire una certa atmosfera gotica alla vicenda. Si è intenzionalmente voluta ammantare tutta la descrizione tra i cieli plumbei delle riprese esterne ed interni eleganti e funzionali dove pure predominano colori indaco e nero. Queste ambientazioni ben riflettono il cupo ed ambiguo animo di Adriano, disposto a compiere azioni criminali per difendere la sua posizione sociale, ma riflettono altrettanto l’ambiguo interrogatorio della penalista, dalle modalità originali ma soprattutto dagli intenti che vengono rivelati con sorprendenti colpi di scena.

La complessa trama si snoda con qualche piccola incongruenza, ma rappresenta comunque un’originalità nel panorama cinematografico italiano. Tutto italiano il cast artistico, dove sicuramente spicca Maria Paiato, che sostiene dei primi piani in cui la forte intensità dei suoi enunciati interrogatori è sempre credibile. Fabrizio Bentivoglio interpreta Tommaso Garri, il padre del ragazzo ucciso nell’incidente automobilistico, con la sua consueta classe recitativa. Credibile ma ancora un poco acerba Miriam Leone nella sua parte, della quale possiede comunque il perfetto physique du role, mentre di Scamarcio purtroppo non si può che verificare che sembra che legga un testo scritto nelle scene a bassa intensità e che rovini completamente quelle più drammatiche, preoccupandosi eccessivamente di come ne emerge lui.

Una bella produzione tutto sommato, per un film che sottilmente indaga una realtà, mostrando che, proponendo una chiave di lettura diversa al proprio interlocutore, lo si può spingere a commettere azioni per lui infauste.

Marco Marchetti

Trama

  • Regia: Stefano Mordini
  • Cast: Riccardo Scamarcio, Miriam Leone, Maria Paiato, Fabrizio Bentivoglio
  • Genere: Thriller, colore
  • Durata: 102 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Warner Bros Italia
  • Data di uscita: 13 dicembre 2018

Il testimone invisibile loc“Il Testimone Invisibile” è l’adattamento italiano del thriller di Oriol Paulo “Contratiempo” uscito nel recente 2016.
In una mattina Adriano Doria, un giovane imprenditore affascinante e di successo, interpretato da Riccardo Scamarcio (“Mio Fratello è figlio unico“, “Mine Vaganti“, “Il Sapore del Successo“) si sveglia in una stanza d’albergo accanto al corpo privo di vita della sua amante, l’incantevole e talentuosa fotografa Laura interpretata da Miriam Leone.

Il Testimone Invisibile: la prova dell’innocenza

Adriano, nello shock e nell’incomprensione, finisce con l’essere accusato dell’omicidio della povera Laura ma si dichiara fortemente innocente, contro ogni evidenza. Per sua fortuna può permettersi di chiamare a lavorare una rinomata penalista, famosa nel campo per non aver mai perso una singola causa. Egli incarica quindi Virginia Ferrara, interpretata da Maria Paiato (“Il comandante e la cicogna“, “Io sono l’amore” e “Un paese quasi perfetto“), di difendere il suo nome e la sua innocenza.

Sembra però emergere un testimone chiave e il sempre più vicino interrogatorio costringono Adriano e Virginia a preparare la strategia della sua difesa in sole tre ore e cercare la prova che possa scagionarlo da ogni accusa.
Il cerchio si chiude sempre di più su Adriano che messo alle strette, dovrà confessare tutta la verità, per quanto scomoda possa essere e per quanto possa costargli, se vuole avere una speranza di restare un uomo libero.

Il film thriller di Stefano Mordini (“Acciaio” e “Pericle il nero” nel quale ha già collaborato con Scamarcio) è stato girato nell’arco di sei settimane e le riprese sono state svolte fra il Trentino e Roma.

Il film è stato prodotto con il contributo della Trentino Film Commission.

Trailer

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