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A un metro da te (2019)

Recensione

A un metro da te  Recensioneun passo in più verso l’amore

A un metro da te

Stella e Will sono entrambi malati. Lei segue le sue cure in modo ordinato e rigoroso, lui ha l’indole del giovane ribelle. A causa della loro patologia non potranno mai avvicinarsi a meno di un metro l’uno dall’altra, ma questo non fermerà la loro voglia di amarsi.

Il titolo inglese del film (“Five Feet Apart”) allude alla distanza alla quale devono stare i due innamorati, entrambi affetti da fibrosi cistica. Questa malattia, non troppo (ri)conosciuta nella cultura popolare, costringe a lunghi ricoveri ospedalieri a base di estenuanti cure con una massiccia assunzione di medicinali, il tutto nella speranza di poter entrare un giorno in lista d’attesa per un trapianto di polmoni. L’obbligo di stare lontani deriva dalla necessità di evitare lo scambio di batteri che vanificherebbe ogni terapia.

Grazie a un’accurata ricerca che ha coinvolto tutto il cast, anche servendosi della consulenza sul set di varie associazioni di settore, il film riesce a portare sullo schermo una versione, seppur romanzata e filmica, quanto più realistica possibile dello stile di vita a cui sono costretti i pazienti.

Scritto da Mikki Daughtry and Tobias Iaconis (“La Llorona – Le lacrime del male” 2019), il primo lungometraggio di Justin Baldoni (attore protagonista di “Jane the Virgin”, serie CW iniziata nel 2014 e attualmente ancora in corso) si inserisce dunque a pieno titolo in quel filone sentimentale drammatico che trova la sua origine nei libri di Nicholas Sparks e di cui “Colpa delle stelle” (Josh Boone, 2014) è forse l’esempio che ha avuto più successo, cioè quel cinema che vuole raccontare come la forza dell’amore può aiutarci a superare i momenti difficili.

A un metro da te: un “dramedy” ben riuscito

Ambientato tutto in un ospedale, “Ad un metro da te” inizia con un inaspettato brio. Stella, la protagonista, è ben interpretata da Haley Lu Richardson (“Split“, 2016, e “Operation Finale”, 2018) ed elabora la malattia con un ottimismo esemplare, seguendo pedissequamente la sua cura e condividendo su Youtube i progressi del suo ricovero. Will, col volto dell’idolo delle teenagers Cole Sprouse (“Riverdale”), ha d’altro canto una visione più fatalista e, pur trovandosi in ospedale, rifiuta di prendere le sue medicine e di sottoporsi alle lunghe sessioni di trattamenti che potrebbero farlo stare meglio. Due modi di affrontare il dolore, e quindi la vita, che nascono però dallo stesso bisogno, quello di allontanare la paura.

Il ritmo della pellicola è sostenuto e i protagonisti vengono introdotti in modo breve ma efficace, l’avvicinamento è mostrato con leggerezza in una serie di scene gradevoli e divertenti. Il loro è un vero colpo di fulmine, rallentato solo dallo spazio che li separa.

Nella seconda parte il film si arena nei classici meccanismi del cinema di genere, perdendo un poco quella freschezza e originalità che contraddistingue invece la prima ora. Ciò nonostante, senza scadere mai nell’inutile pietismo, riesce a raccontare una storia sensibile e toccante, grazie anche alla buona sintonia degli interpreti.

Il cast di contorno è efficace e ben caratterizzato, con Moises Arias (“Enders Game“, 2013) nei panni del migliore amico di lei e Parminder Nagra (“Sognando Beckham”, 2003) e Kimberly Hebert Gregory (ultimamente vista anche in “Better Call Saul”) nel ruolo delle infermiere di entrambi. La colonna sonora punteggia bene tutto il narrato, anche se a volte col suo uso prolungato di più canzoni in sequenza, rischia di cadere nella trappola del videoclip, in cui molte scene si susseguono senza nessun dialogo, con la trama che avanza solo grazie a quello che ci viene mostrato.

“A un metro da te” ha una buona struttura non troppo banale e dei buoni momenti d’introspezione che, per quanto adolescenziale, colpiscono nel segno e senza scadere (quasi) mai nell’esagerazione.

Trama

  • Titolo originale: Five Feet Apart
  • Regia: Justin Baldoni
  • Cast: Cole Sprouse, Haley Lu Richardson, Moises Arias, Parminder Nagra, Claire Forlani, Emily Baldoni, Gary Weeks, Ariana Guerra, Kimberly Hebert Gregory, Sue-Lynn Ansari
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 117 minuti
  • Produzione: USA, 2019
  • Distribuzione: Notorious Pictures
  • Data di uscita: 21 marzo 2019

A un metro da te poster“A un metro da te”, è un film drammatico che racconta la storia d’amore tra due adolescenti. Il loro rapporto però non è semplice come può sembrare, visto che entrambi sono ricoverati in un ospedale perché gravemente malati di fibrosi cistica. Questo stato di salute li costringe a stare a una distanza di un metro e mezzo l’uno dall’altro, perché qualsiasi contatto potrebbe essere deleterio per entrambi. La loro relazione, anche se sembra avere i giorni contati, non demoralizzerà nessuno dei due, anzi sarà linfa vitale per andare avanti.

A un metro da te: una storia d’amore complicata

“A un metro da te”, è un film diretto da Justin Baldoni – conosciuto per aver ricoperto il ruolo di Rafael nella serie televisiva “Jane the Virgin” della CBS – alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa. Il lungometraggio è basato sul romanzo scritto da Mikki Daughtry – che ha collaborato alla sceneggiatura con Tobias Iaconis –  e Rachel Lippincott.

Ad interpretare Will, uno dei due adolescenti affetti dalla malattia è stato chiamato Cole Sprouse, conosciuto prima per aver recitato insieme a suo fratello gemello nella serie di Disney Channel, “Zack e Cody al Grand Hotel” e poi per essere stato il protagonista della serie rivelazione “Riverdale”. Al suo fianco, nel ruolo di Stella, troviamo invece, Haley Lulu Richardson, nota al grande pubblico per aver ricoperto il ruolo di Tess nella serie “Ravenswood” spin-off del teen drama “Pretty Little Liars”.

“A un metro da te” è stato prodotto dallo stesso regista con la collaborazione di Cathy Schulman e della CBS Films. Le riprese si sono svolte per la maggior parte nella città della Louisiana, New Orleans, da maggio del 2018 a giugno dello stesso anno.

Trailer

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