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Split

Recensione

Split – Recensione: Shyamalan torna alla ribalta in grande stile

Il Disturbo Dissociativo dell’Identità è una patologia molto controversa; i primi casi si registrano tra il XVIII e il XIX secolo e riguardano per lo più donne in stato di depressione che hanno sviluppato una seconda personalità vivace e allegra che con il passare degli anni si è sostituita alla prima. Poiché al tempo non si avevano i mezzi necessari per diagnosticarla con certezza e comprenderla appieno, la sua reale esistenza è stata dibattuta per decenni dagli psicologi, così come anche cause ed effetti.
In campo artistico comunque, incuranti dal procedere scientifico della questione, scrittori e registi sono rimasti affascinati dalle enormi possibilità di questa patologia e l’hanno sfruttata in vari lavori, come ad esempio il celebre “Dottor Jekyll e Mister Hyde”. Una caratteristica comune e sufficientemente riconosciuta del DDI è che le personalità sviluppatesi a causa del disturbo hanno coscienza del soggetto primario, mentre egli è inconsapevole e incapace di comunicare con le altre personalità.

Su tutto questo si basa “Split” (letteralmente ‘suddiviso’, ‘spaccato’), pellicola con un eccezionale James McAvoy alle prese con ben 23 personalità diverse. Non ci sono casi documentati con un così alto livello di dissociazione, ma Shyamalan, partendo da qualcosa di reale per arrivare al mistico, ha giocato molto bene le sue carte creando un protagonista estremamente credibile e affascinante nella sua follia.
Non sono solo le molte facce di McAvoy/Kevin a tenere lo spettatore incollato alla sedia: la trama è interessante, intricata e fluida al tempo stesso, la regia ottima e la suspance elettrizzante. Shyamalan è finalmente tornato a fare film, come ha commentato qualcuno alla fine della visione.

Split: il realismo del surreale

È molto importante per poter apprezzare appieno “Split” aver visto “Unbreakable – Il predestinato” del 2000, una delle prime opere di Shyamalan (e forse la migliore): entrambi infatti affrontano un tema simile, ossia quello delle potenzialità umane, se esiste davvero la possibilità di diventare ‘qualcosa di più’.

Altro punto interessante del film sono le tre ragazzine che vengono rapite: il loro stato di prigionia, i loro tentativi di fuga e le conversazioni, tutto è estremamente realistico e per una volta ci viene risparmiato il ‘cattivo’ che commette errori stupidi e gente che si improvvisa esperta di arti marziali. Anche l’approccio della psicologa che ha in cura Kevin è molto credibile, probabilmente studiato con l’aiuto di veri psicologi perché si percepisce molto bene una differenza nel suo modo di parlare e di rapportarsi con le persone.

“Split” è un thriller da non perdere: Shyamalan è tornato.

Valeria Brunori

Trama

  • Regia: M. Night Shyamalan
  • Cast: James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Jessica Sula, Haley Lu Richardson, Brad William Henke, Kim Director, Sterling K. Brown, Sebastian Arcelus, Lyne Renee
  • Genere: Thriller, colore
  • Durata: 116 minuti
  • Produzione: USA, 2017
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Data di uscita: 26 Gennaio 2017

“Split” è un film di  M. Night Shyamalan, regista di pellicole di enorme successo come “Il sesto senso” o “The Village”. È collegato con un altro thriller del regista, “Unbreakable”, poiché entrambi indagano sulla possibilità degli esseri umani di diventare ‘qualcosa di più’.

Il protagonista di questa opera è Kevin, un uomo piuttosto particolare, che possiede ben 23 differenti personalità. Una di queste, la più oscura e potente, prende il sopravvento sulle altre e lo spinge a rapire tre giovani e innocenti ragazze, per darle in pasto ad una misteriosa ‘Bestia’. Le tre giovani devono trovare assolutamente una via di fuga da quest’uomo imprevedibile e daranno fondo a tutte le loro risorse per sopravvivere.

Trailer

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