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The End? L’inferno fuori (2018)

Recensione

The end? L’inferno fuori – Recensione: un film di genere con un’insolita prospettivaThe End l'inferno Fuori foto regista

Dopo il successo di “Monolith” di Ivan Silvestrini, i fratelli Manetti con “The end? L’inferno fuori” vogliono tentare di seguirne le orme, producendo un film a basso costo, che rispolveri il sottogenere horror dei film sugli zombie, affrontandolo da una prospettiva insolita.

Il protagonista, infatti, un eccellente Alessandro Roja, si trova intrappolato in ascensore quando la più classica delle apocalissi zombie si abbatte sulla città di Roma. La gabbia di metallo diviene al contempo sia una prigione mortale dalla quale non può più uscire, sia l’unico rifugio irraggiungibile all’interno di un palazzo completamente infestato dai non-morti.

The end? L’inferno fuori: premessa molto interessante per un film che non delude, ma neanche brilla di originalità

La premessa della pellicola è interessantissima, e difatti la prima metà scorre via in maniera estremamente piacevole. La sceneggiatura è ben scritta e presenta dei personaggi per nulla scontati. Lo stesso protagonista inizialmente si presenta come un uomo abbastanza negativo e sviluppa nel corso del film un’ottima evoluzione narrativa.

Il problema della pellicola è in realtà la sua stessa struttura: essendo il protagonista rinchiuso in un ambiente così claustrofobico, che presenta davvero poche possibilità di azione, dopo i primi attacchi degli zombie, che sorprendono in quanto inaspettati, gli assalti successivi tendono a ripetere sempre lo stesso schema, divenendo prevedibili.

Per questo dalla seconda metà del film in poi, la tensione inevitabilmente cala invece di aumentare. Sarebbe bastato avere un’idea in più, che potesse movimentare la situazione, a risollevarne le sorti. Invece, verso la fine, riprende alla lettera le situazioni ed i canoni classici del genere, divenendo sì rispettoso delle regole “non scritte” dell’horror e molto ben confezionato, ma anche privo di sorprese.

Intendiamoci: non è che “The end? L’inferno fuori” sia brutto, anzi. È recitato molto bene da tutti gli interpreti, tra i quali Roja decisamente spicca, ha dei buoni dialoghi ed è diretto con mano ferma e con delle bellissime intuizioni visive. Peccato che la regia non sia stata in grado di creare quel pizzico di tensione in più, nella seconda parte, che avrebbe permesso agli spettatori di rimanere col fiato sospeso fino ai titoli di coda.

È un peccato, perché un’operazione come questa, che vuole tentare di rispolverare un genere che in Italia si è troppo trascurato, poteva avere un impatto maggiore.

Nicola De Santis

Trama

  • Regia: Daniele Misischia
  • Cast: Alessandro Roja, Euridice Axen, Claudio Camilli, Carolina Crescentini, Benedetta Cimatti, Roberto Scotto Pagliara
  • Genere: Horror, Colore
  • Durata: 100 Minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 14 Agosto 2018

The End? L'inferno Fuori loc italiana

 

“The End? L’inferno fuori” segue le vicende di Claudio (Alessandro Roja), un distinto e vanesio uomo d’affari che, dopo una frenetica giornata in una Roma più congestionata del solito, rimane intrappolato in un ascensore a causa di un malfunzionamento.

Ma Claudio scoprirà presto, a sue spese, che non si tratta solo di un guasto e, bloccato tra due piani ,dovrà affrontare ciò che di disumano e aberrante sta avvenendo fuori e che cercherà di entrare con tutte le forze in quel piccolo ma protetto spazio.

All’esterno infatti la città è in preda al delirio, in quanto un virus sta trasformando le persone in zombie facendo sì che si scateni un’apocalisse che porterà il protagonista a far affidamento sui propri mezzi pur di contrastare l’inevitabile catastrofe.

“The End? L’inferno fuori”: l’horror d’esordio di Daniele Misischia

“The End? L’inferno fuori” è l’horror movie d’esordio del trentatreenne Daniele Misischia, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Cristiano Ciccotti. Il film è stato prodotto da Rai Cinema e dal duo registico dei Manetti Bros. (“L’arrivo di Wang“, “Paura“, “Song’e Napule“) vincitori di quattro David di Donatello per “Ammore e malavita” tra cui Miglior Film.

La fotografia è stata affidata ad Angelo Sorrentino e la fotografia, il montaggio e la scenografia sono stati curati rispettivamente da Federico Maneschi, Isac Roitin e Noemi Marchica.

Misischia è attivo dal 2007 e conosciuto per aver diretto diversi cortometraggi che spaziano dall’horror alla fantascienza e dalla commedia al thriller, come ad esempio “Vlog”, “Devil on the Road”, “The Bunnyman”. Nel 2016 ha girato, insieme a Cristiano Ciccotti, la serie televisiva sci-fi “Panopticon”.

 

 

 

 

 

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