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L’uomo invisibile (2020)

Recensione

L’uomo invisibile – Recensione: geniale rielaborazione del mito

L'uomo invisibie

Nel corso degli anni, molti registi hanno tentato di riadattare per lo schermo il romanzo “L’uomo invisibile” di H. G. Wells, con risultati altalenanti. Leigh Whannel ha avuto l’idea geniale di usarlo come metafora per parlare di una realtà attuale e terribile. Così la protagonista diviene la vittima di un marito violento, sadico e manipolatore, che con la sua “mano invisibile” ma onnipresente controlla ogni aspetto della sua vita, come un burattinaio. Finché “invisibile” non lo diventa letteralmente.

L’uomo invisibile (2020)

Il mostro di questo horror non diventa tale per effetto della sua caratteristica soprannaturale. Era già “un mostro” prima ancora di diventarlo.

La metafora funziona magnificamente. Funziona addirittura al punto da renderlo il miglior film sul tema “stalker” che sia mai stato realizzato. Sicuramente il più efficace.

Le stanze vuote

Il produttore Jason Blum prende in mano il “Mosterverse” dopo il fallimento della “Mummia” con Tom Cruise, trasformando questa pellicola in un film dal budget ridotto e dalla matrice più autoriale. La scelta si è rivelata assolutamente vincente.

La messa in scena funziona magnificamente. Il film genera nello spettatore un costante stato di ansia, la stessa che prova ogni giorno chi è realmente vittima di abusi. Ogni volta che la telecamera si muove, il regista attira i nostri occhi verso gli angoli vuoti dell’inquadratura, dandoci costantemente la sensazione di una presenza minacciosa che, ovviamente, non vediamo. In questo modo, ci fa capire bene cosa si prova a sentirsi costantemente perseguitati.

Nessuno degli altri personaggi nota mai gli indizi che allarmano la protagonista e, mano a mano che tutti si convincono della sua pazzia, cresce in lei la frustrazione di non essere creduta, al pari di quella che provano gli spettatori.

Poi, quando l’uomo invisibile si palesa e colpisce, lo fa sempre in modi inaspettati e brutalmente efficaci, lasciando ferite micidiali sulla sua vittima.

Un’esperienza viscerale

L'uomo invisibile

Elisabeth Moss, qui, è in stato di grazia. Impossibile non immedesimarsi con lei. Il suo viaggio attraverso questo “tunnel degli orrori” ricorda in parte, anche per tematiche, quello del personaggio interpretato da Emily Blunt in “La ragazza del treno“. Eppure, vista la potenza e la chiarezza della metafora, risulta ancora più efficace.

Gli altri personaggi, seppur molto ben interpretati, restano sempre un po’ in secondo piano per via del punto di vista “soggettivo” della pellicola.

Il film riesce a creare un’esperienza viscerale, che colpisce nel segno e lascia una sensazione dura da scrollarsi di dosso. Una visione che di certo non lascia indifferenti.

Nicola De Santis

Trama

  • Titolo originale: The Invisible Man
  • Regia: Leigh Whannell
  • Cast: Elisabeth Moss, Storm Reid, Oliver Jackson-Cohen, Aldis Hodge, Harriet Dyer, Benedict Hardie, Amali Golden, Zara Michales
  • Genere: Azione, drammatico, horror, colore
  • Durata: 124 minuti
  • Produzione: USA 2020
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Data di uscita: n/d

L'uomo invisibile posterBlumhouse, celebre casa di produzione dedicata all’horror, porta nelle sale cinematografiche il reboot omonimo di “L’uomo invisibile”, pellicola degli anni Trenta. L’opera si inserisce all’interno del progetto chiamato Dark Universe, con cui la Universal vuole dar vita a un universo cinematografico condiviso, caratterizzato dalla presenza dei più celebri mostri dell’immaginario, come Frankenstein, Dracula e la Mummia. A quest’ultimi, infatti, sono stati dedicati i film “Dracula Untold”, pellicola del 2014 con protagonista Luke Evans, e nel 2017 “La mummia” con Tom Cruise.

Dopo Dracula e la Mummia anche l’uomo invisibile torna al cinema

Tratto dall’omonimo libro scritto da H. G. Wells, il reboot della trasposizione cinematografica de “L’uomo invisibile” narra dell’incredibile scoperta di uno scienziato, che grazie a un siero riesce a rendersi invisibile. Il film diretto da Leigh Whannel riscrive il classico dell’horror ponendo al centro della storia una donna di nome Cecilia. Quest’ultima viene a conoscenza del fatto che il proprio ex fidanzato, una persona violenta, si è tolto la vita. Ma la protagonista sospetta che in realtà l’uomo non sia veramente morto.

L’uomo invisibile: cast

Protagonista della pellicola è Elisabeth Moss, divenuta celebre grazie alla serie cult “Mad Men” in cui  ha interpretato il ruolo della pubblicitaria Peggy Olson, personaggio che le è valso le candidature ai Golden Globe e agli Emmy Awards. Premi poi entrambi vinti nel 2017 grazie a un altro importante ruolo nella serie tv distopica “The handmaid’s tale”, in cui ha prestato il proprio volto all’ancella Difred.

Ad affiancarla l’attrice Storm Reid che, nonostante la giovane età, conta già nella sua carriera ruoli in prodotti importanti, sia al cinema che alla televisione. Tra questi “12 anni schiavo”, film del 2014 vincitore di vari premi Oscar e “Nelle pieghe del tempo”, pellicola diretta dalla regista Ava DuVernay, con cui ha lavorato anche nella serie tv “When They See Us”. Altro show televisivo a cui ha partecipato è ”Euphoria”, il primo teen drama di HBO.

Trailer

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