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Un figlio (2019)

Recensione

Un figlio: l’opera prima del regista tunisino Madfi M. Barsaoui

Quanto è cambiata la civiltà araba a seguito della primavera araba del 2011? La risposta sta tutta nel film di Madfi M. Barsaoui “Un figlio”, incentrato su una moderna famiglia di tunisini residenti in Francia. Fares (Sami Bouajila) e Meriem (Najla Ben Abdallah) sono in viaggio in patria con il piccolo Aziz (Youssef Khemiri) di dieci anni. Va tutto bene, finché non vengono coinvolti in una sparatoria ai confini con la Libia. Il bimbo è ferito gravemente e per salvarsi deve essere sottoposto al trapianto di fegato. In questa drammatica circostanza, si viene a scoprire che Fares non è il vero padre biologico. Questa è la premessa di una storia che riesce a raccontare la realtà di un paese nell’ambito delle vicende private di una famiglia.

Non c’è solo il dramma privato ma anche le leggi terribile della Tunisia sui trapianti di organi e sull’emancipazione femminile. Meriem è una donna emancipata e in Francia è una manager di alto livello. La situazione del figlio in pericolo di vita la riporta indietro di decenni. Tutta la vicenda è raccontata in modo assolutamente claustrofobico. Solo l’inizio del film è pieno di luce e di spazi aperti. L’arrivo in ospedale è il cuore dell’opera.

Il dramma si consuma nei corridoi bui tra pazienti di ogni età e un medico che si ritrova suo malgrado a dividersi tra la sua missione e le leggi del paese. Fares è il solo tutore del piccolo, anche se in realtà non il vero padre. Meriem cerca disperatamente l’uomo da cui l’ha avuto, un amante di molti anni prima.

Un film forte per le tematiche trattate

Fa male al cuore questa pellicola, perché si parla di tematiche dure e crudeli come il traffico di organi tra minori non accompagnati. Vista la situazione di estrema emergenza, Fares viene contattato da un cinico individuo che gli propone un fegato in vendita per una grande somma di denaro. Alla domanda del padre sulla provenienza ci si ritrova nel bel mezzo di una rivolta tribale in Libia agli inizi del 2011. Così, scopriamo l’esistenza di un lager nel deserto, dove bambini soli sono tenuti nascosti per poter prendere loro gli organi e venderli a chi ne ha bisogno.

Tutto questo è raccontato da Barsaoui con una semplicità disarmante. La reazione di Farers è la nostra, è la scoperta dell’orrore che non si nasconde più. C’è tanta roba in questo lavoro, e questo è uno dei pezzi principali delle sotto tracce. L’iniziale sintonia tra marito e moglie si spezza alla scoperta del tradimento lontano di Meriem. La loro distanza emotiva si palesa nelle conversazioni nel corridoio dell’ospedale in lingue diverse: lei in arabo, lui in francese.

É molto coraggioso “Un figlio” e riesce a fondere insieme temi importanti differenti. Ottimi gli attori, non a caso Sami Bouajila per la sua performance è stato premiato a Venezia nel 2019 per la miglior interpretazione maschile. Il film, sempre al Lido ha vinto il premio Interfilm per la Promozione del Dialogo Interreligioso. Un ottimo esordio per Medfi M. Barsaoui.

Ivana Faranda

Trama

  • Titolo originale: Bik Eneich
  • Regia: Mehdi Barsaoui
  • Cast: Sami Bouajila, Najla ben Abdallah, Youssef Khemiri, Slah Msadek, Mohamed Ali Ben Jemaa, Noomene Hamda
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 96 minuti
  • Produzione: Tunisia, Francia, Libano, Qatar 2019
  • Distribuzione: Valmyn, I Wonder
  • Data di uscita: 21 aprile 2022

Il poster del film Un figlio“Un Figlio” è un film di genere drammatico del 2019, diretto da Mehdi Barsaoui, con Sami Bouajila e Najla Ben Abdallah. La pellicola si avvale di un’interpretazione magistrale da parte di Sami Bouajila, vincitore come Migliore Attore nella sezione Orizzonti del festival di Venezia, ai César 2021 e ai Lumiere Awards 2021. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha vinto un premio ai Cesar, ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Lumiere Awards.

Quanto è progressista e quanto ancora attaccata ai valori della società patriarcale la Tunisia odierna? Un tragico incidente è il pretesto che permette al primo lungometraggio del regista tunisino Mehdi Barsaoui, “Un figlio”, di raccontare la storia di una famiglia (e di un paese) dove la modernità stenta ad affermarsi.

Un figlio: la trama

“Un Figlio”, film diretto da Mehdi Barsaoui, è ambientato durante l’estate del 2011 e racconta la storia di una famiglia di origine tunisina, ma che vive in Francia per lavoro. Dopo aver trascorso un soggiorno nel sud della Tunisia, proprio nei pressi del confine libico, mentre stanno per fare ritorno, subiscono un’imboscata. Nonostante riescano a sfuggire all’agguato terroristico, Aziz (Youssef Chemiri), il figlio di undici anni, rimane gravemente ferito. Il bambino, infatti, ha il fegato perforato e viene portato all’ospedale di Tataouine, dove viene detto alla famiglia che il giovane necessita di un urgente trapianto per salvarsi.
Questo tragico evento porterà a galla un grande segreto familiare, ma sarà solo il primo dei tanti colpi di scena nella fragile vita di Aziz e dei suoi genitori, Fares (Sami Bouajila) e Meriem (Najla bin Abdullah). Nel momento in cui fanno le analisi del sangue per il trapianto di Aziz, nessuno dei risulta avere un gruppo sanguigno compatibile con quello del figlio. È così che Fares scopre di non essere il padre biologico di Aziz e da qui scaturisce un vero problema, perché nella cultura islamica solo chi appartiene alla cerchia familiare del paziente può donare gli organi. Inoltre, se si venisse a sapere la verità, Mériem sarebbe accusata di adulterio…

Trailer

 

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