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The Spirit of ’45 – Recensione

Loach imbocca la strada del documentario per raccontarci la nascita della migliore società nel dopoguerra britannico

Regia: Ken Loach – Genere: Documentario, b/n – colore, 94 minuti – Produzione: Gran Bretagna, 2013.

thespiritof45Che il cuore di Ken Loach batta a sinistra non è certo un mistero, come è chiaro che le sue opere sono sempre ispirate dalle vicende della classe operaia. In “The Spirit of ’45” il regista inglese riesce a rompere ancora di più gli indugi per prodursi in una vera e propria apologia del Socialismo. Con un mix di filmati e interviste dell’epoca, il film descrive il panorama politico del dopoguerra in Gran Bretagna e, in particolar modo, di come il governo laburista, appena eletto, utilizzò il senso di unità post-bellica del paese per stabilire uno stato sociale, un Servizio Sanitario Nazionale e per mettere fine alla povertà degli anni ‘30.

Loach cattura brillantemente lo spirito britannico del 1945, dosando racconti e pubblicità di quegli anni. Le parole, spesso gravi ma a volte frivole, provengo dalle immagini in bianco e nero di minatori, portuali e medici. Il tutto assemblato in una grande memoria difensiva contro l’accusa d’incapacità, da parte dell’uomo, di costruire una società che pensa più alla collettività che all’individuo.

La pellicola dimostra con solide prove, che un governo socialmente responsabile non solo è attuabile, ma è stato effettivamente realizzato e ha condotto l’Inghilterra fuori dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale.

In modo semplicistico, si potrebbe pensare che sia solo propaganda socialista ma “The spirit of ’45” non tradisce la sua natura documentaristica: non ci si imbatte mai in consigli su come quegli ideali possano essere applicati all’attuale situazione politica. Loach ci mostra come l’immane impegno collettivo per vincere una guerra e ottenere la pace possa essere tradotto in progetti per la costruzione di una società più giusta. Con determinazione, altruismo e senso unitario anche dalle macerie può nascere qualcosa di positivo.

Il messaggio del cineasta d’oltremanica è palese e serve come promemoria per affrontare un presente come il nostro: superando l’individualismo e gli egoismi personali é possibile vivere in un mondo migliore. Chiedetelo al popolo britannico del ’45. Ne sa qualcosa.

Riccardo Muzi

The Spirit of ’45 – Recensione

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