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The Front Runner – Il vizio del potere (2018)

Recensione

The Front Runner – Recensione: il potere perso dietro le quinte della vita

The Front Runner - Il vizio del potere scena film

Siamo oramai abituati a vedere sul grande schermo le storie di grandi uomini e del potere, ma di Gary Hart forse si era persa memoria. In questa pellicola, basata sul libro di Matt BaiAll the truth is out“, il regista Jason Reitman documenta, in modo assolutamente distaccato, le responsabilità della stampa nella corsa al potere americano. Assistiamo all’ascesa al potere del senatore del Colorado, per soffermarsi al suo culmine, quando arriva alla corsa finale per la carica a presidente degli Stati Uniti.

Favorito nei sondaggi, nella preparazione politica e morale, grazie ad uno staff efficientissimo, Gary Hart conduce una vita privata al di fuori delle luci della ribalta, al riparo dai media che sono sempre in agguato, aspettando il momento opportuno per poter affondare al più piccolo “passo falso”.

Il politico americano, interpretato in modo esemplare da Hugh Jackman, attore di pari caratura morale, accentua il focus sul suo programma, è un convinto fautore della potenza delle idee in un paese in cui tutti sentono di poter vedere realizzato il proprio sogno.

Viene presentato come un intellettuale di buona volontà, saldo sui suoi principi e carismatico, ma altrettanto gelido e arrogante nei confronti dell’intromissione da parte del mondo esterno, incapace di mettersi in discussione e di affrontare l’impatto e l’invasione mediatica di uno scandalo sessuale.
Reitman ci rammenta un’epoca in cui la trasgressione offendeva le coscienze, le responsabilità pubbliche stravolgevano la vita e mostra l’esordio della politica tabloid, in cui chi deteneva il potere veniva trattato come una star hollywoodiana, costantemente sotto l’occhio dei riflettori, senza alcuna distinzione tra vita pubblica e privata.

The Front Runner: il grande occhio orwelliano della ribalta

I giornalisti visti come guardiani della democrazia, giudici che condannano a morte la privacy e la morale privata ed esercitano il controllo totale sulle vite. Un lungo piano sequenza iniziale denuncia subito il grande circo mediatico della politica, un punto di vista imparziale denso di fatti e sensazioni umane, accentuate dal sonoro delle percussioni e dall’armonia del pianoforte.

Pochi fronzoli, una grande attenzione alla fedeltà dei fatti, una ricostruzione impeccabile dell’epoca e dei luoghi, peccato per l’eccessiva lunghezza e un ritmo altalenante. Momenti di alta tensione iniziali vengono sminuiti dai successivi cali di alcune dinamiche narrative, che rallentano notevolmente la fruizione e donano 20 minuti di troppo, portando cosi ad una perdita di tensione.

Jason Reitman pone comunque l’accento su un interrogativo etico: se era giusto che l’adulterio del senatore Hart costasse la presidenza all’America intera, costringendola a perdere un possibile salvatore della patria e a dover eleggere al suo posto il repubblicano George H.W. Bush, arrivando alla conclusione che forse in questo mondo non vi è più nulla di sensato e come diceva Bukowsky “Prima di distruggere qualcosa, assicurati di avere qualcosa di meglio per sostituirlo”.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Regia: Jason Reitman
  • Cast: Hugh Jackman, Vera Farmiga, Molly Ephraim, Kaitlyn Dever, J.K. Simmons, Sara Paxton, Ari Graynor, Mike Judge, Tommy Dewey, Kevin Pollak
  • Genere: Biografico, colore
  • Durata: 113 minuti
  • Produzione: USA, 2018
  • Distribuzione: Warner Bros Italia
  • Data di uscita: 21 febbraio 2019

The Front Runner poster provvisorio“The Front Runner – Il vizio del potere” segue la storia mai raccontata del candidato Gary Hart, l’uomo che fece innamorare gli Stati Uniti d’America, il cui sogno di presiedere alla Casa Bianca naufragò a causa dell’accanimento mediatico sulla sua vita privata.

The Front Runner – Il vizio del potere: la politica è sempre in agguato

1988, Gary Hart (Hugh Jackman) è in testa alla corsa per la Casa Bianca: innovatore, carismatico e intraprendente sembra essere il candidato perfetto per scardinare i vecchi equilibri politici statunitensi. L’America lo ama e dopo essere stato senatore del Colorado per ben 12 anni, sembra essere ormai il prescelto per ricoprire il ruolo di presidente degli Stati Uniti d’America. I sondaggi proclamano il democratico Hart sempre vincitore, confermando la necessità di cambiamento per gli americani.

Inaspettatamente, l’invalicabile certezza del successo di Hart comincia a cedere, quando le testate dei più importanti giornali scandalistici lo ritraggono al centro di una polemica matrimoniale, vociferando su un’ipotetica relazione extraconiugale del candidato con la scrittrice Donna Rice. Il diffondersi esponenziale del pettegolezzo e l’accanimento mediatico fanno emergere contro Hart dissensi e dissapori, che avranno come conseguenza il naufragio di tutte le speranze di vittoria.

The Front Runner – Il vizio del potere: lo scacco matto dei media

Gary Hart è considerato dagli esperti come una delle prime vittime del potere mediatico. Una campagna elettore costruita a tavolino, capace di registrare pieni consensi per mesi, viene rasa al suolo senza indugi dalla divulgazione di notizie riguardanti la vita privata del candidato. Con il caso Hart i media hanno avuto la conferma dello strapotere che esercitano sull’opinione pubblica, e sugli equilibri che riesce stravolgere o confermare.

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