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The Blob – Fluido mortale (1958)

Recensione

Blob – Fluido mortale: quando la melma spicca

Blob - fluido mortale review

Non è raro che dagli anfratti del catalogo B-movie di decenni trascorsi emergano dei piccoli gioielli da riscoprire. Questi, oltre a costituire il suolo fertile, l’humus da cui i grandi classici di genere fioriscono come rose in un panorama non sempre, a prima vista, emozionante, vantano spesso una poesia loro propria. Così, come botanisti “in erba”, ci concediamo una passeggiata nel giardino appena post-maccartista del 1958, l’anno de “La donna che visse due volte” (Alfred Hitchcock), per ispezionare un singolare, affascinante e assai fangoso campione di terreno: “Blob – Fluido mortale”, per la regia del pastore Irvin S. Yeaworth Jr., improbabile esordio attoriale di Steve “King of Cool” McQueen.

Una produzione religiosa

Un titolo di The Philadelphia Inquirer, risalente al 1950, contiene il germe di quello che, di lì a otto anni, sarebbe diventato il più informe mostro dell’alta storia dell’horror. Stando all’articolo, due poliziotti municipali avrebbero avvistato un oggetto volante non identificato precipitare sulla Terra, e, seguitene le tracce, si sarebbero trovati dinnanzi a una sorta di melma violacea. Questa, malauguratamente, pare sia evaporata appena prima dell’intervento del FBI, facendo dei due allegri agenti gli zimbelli dell’opinione nazionale.

L’idea, proprio come numerosi mostri del cinema di quegli anni, rimase congelata nella coscienza dei futuri produttori del nostro film fin quando, attraverso l’intuizione del regista Yeaworth, non assunse la “forma” dell’ammasso gelatinoso che oggi conosciamo. Ma di particolare interesse è che la pellicola, che finì per racimolare una somma notevole al botteghino (anche grazie a un sapientissimo uso del suo pur limitato budget), fosse finita proprio nelle mani di Yeaworth, regista religioso e pastore metodista, e che sia stata girata agli studios Valley Forge in Pennsylvania dove erano stati precedentemente prodotti 250 film di ispirazione cristiana. Si aggiunga che il secondo “Terrore Rosso” era in quegli anni la lente privilegiata attraverso la quale il pubblico americano guardava al mondo al di là degli oceani (e quante invasioni da Marte, il pianeta rosso per antonomasia, può vantare la filmografia di quel decennio!), e si avrà il quadro di un’opera perfettamente adatta a convogliare un messaggio sociale e politico preciso. Ed ecco che invece, ancora una volta, i vituperati B-movies, proprio come gli adolescenti che agiscono contro il Blob, riescono, contro ogni probabilità, a trarre da una premessa ordinaria un’opera straordinaria.

Un mondo di ragazzi

“Blob – Fluido mortale” riesce laddove molte pellicole coeve non hanno avuto successo, forse anche in virtù di un approccio notevolmente poco “drammatico” alla vicenda.

Gli adulti della storia sono portavoce di una forma di positivismo scientifico che non lascia loro spazio per credere alla bizzarria naturale che hanno davanti, e così facendo lasciano che il loro paese si esponga al terrificante rischio di essere, letteralmente, agglutinato dall’alieno. Spetta ai giovanissimi personaggi, attraverso i loro meno giovani attori (Steve McQueen fa la parte di un teenager, ma ha già 28 anni nel ’58), salvare la situazione. E già qui possiamo intravvedere alcuni elementi di forte discontinuità con l’estetica di buona parte delle opere contemporanee: anzitutto, il mostro non è un uomo in costume, un Chapman/Browning vestito da creatura della laguna nera, ma una massa informe di silicone tinta di rosso; inoltre, gli eroi non sono scienziati o militari adulti, alpha titolati a usare armi e provette, ma semplici adolescenti che non si rifiutano di credere anche al di là del buon senso. Non sarà un caso che la sensibilità kinghiana degli anni Ottanta sia così spesso riferita proprio ai Cinquanta.

Seguiti e remake: la fortuna di un mostro

L’originale del ’58 si concludeva con un iconico punto interrogativo dopo “The End”. E in effetti la fine era ancora lontana per la creatura di Yeaworth, che sarebbe stata riesumata nel 1972 con l’imbarazzante (e francamente esilarante) “Beware! The Blob”, per la regia di Larry Hagman, che sin dal titolo riprende il tono scherzoso del tema musicale dell’oggi famosissimo Burt Bacharach, che come McQueen proprio con “Blob – Fluido mortale” aveva fatto il suo esordio. Effetti speciali, recitazione, sceneggiatura – dal B, questo sequel sprofonda agevolmente nello Z.

Non così “The Blob” (1988), più complessa opera di remake di Chuck Russell, sceneggiato da Frank Darabont (maestro del cinema kinghiano, e basterà pensare a “Le ali della libertà”, del 1994). In un periodo in cui Carpenter, Cronenberg e altri si confrontavano con il rifacimento di opere dei tempi della Guerra Fredda, Russell riesce nello scopo di proporre un film semplice, ma non banale, intriso di una sensibilità a cavallo tra i due diversi decenni. Allora, non vi resterà che ripercorrere questa curiosa storia fatta di gelatina e silicone aromatizzati alla fragola, e fare anche voi una passeggiata nei giardini, dimenticati, del ’58.

P.S: una curiosità

Tra i rip-off meno noti del Blob, spicca un piccolo esperimento del nostro Riccardo Freda: “Caltiki il mostro immortale” (1959). Di particolare interesse alcuni degli effetti speciali, non a caso affidati a un certo Mario Bava: ci riferiamo soprattutto agli affascinanti giochi di fumo proposti per ricreare l’atmosfera vulcanica del paesaggio. Ma il motivo per cui ne facciamo ora breve menzione è che, a suo modo, e per quanto possiamo saperne, questo film vanta un piccolo primato. Abbiamo spesso parlato di “Cannibal Holocaust” (Ruggero Deodato, 1980) come del primo horror a fare uso del found footage (leggete qui per questo la nostra recensione de “Il mistero della strega di Blair”, 1999). Ebbene, oggi dobbiamo forse ricrederci, in quanto la tecnica, seppure in misura molto minore, è presente anche in questo singolarissimo film dell’orrore frediano. Per chi possa essere interessato, il film è visibile su YouTube.

Lorenzo Maselli

Trama

  • Titolo originale: The Blob
  • Regia: Irvin S. Yeaworth jr.
  • Cast: Steve McQueen, Aneta Corseaut, Earl Rowe, Olin Howlin, Stephen Chase, John Benson, George Karas, Lee Payton, Elbert Smith, Hugh Graham, Vince Barbi, Audrey Metcalf, Jasper Deeter, Tom Ogden, Elinor Hammer
  • Genere: Fantascienza
  • Durata: 86 minuti
  • Produzione: USA, 1958

Blob - fluido mortale poster“Blob – Fluido mortale” è un film diretto da Irvin S. Yeaworth jr. con Steve McQueen e Aneta Corseaut, divenuto un cult di fantascienza.

Blob – Fluido mortale: la trama

Una massa aliena precipita sulla Terra e comincia a crescere e inghiottire tutto ciò che incontra, minacciando la sopravvivenza degli abitanti di un villaggio della Pennsylvania. Gli agenti di polizia si rifiutano di credere alle parole di Steve (Steve McQueen) e Jane (Aneta Corsaut), due adolescenti che hanno assistito alla violenza del mostro. Spetterà allora ai giovani trovare un modo di mettere al riparo la comunità, cercando frattanto di persuadere le autorità della realtà del pericolo. Ce la faranno?

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