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The Alpinist – Uno spirito libero (2021)

Recensione

The Alpinist – Uno spirito libero: Marc-André Leclerc e il suo amore per la montagna

The Alpinist - Uno spirito libero film

In un mondo sommerso come il nostro dal narcisismo e dalla passione per gli sport estremi esibita sui social, appare particolarmente interessante il documentario di Peter Mortiner e Nick Rosen su un ragazzo di appena ventisei anni canadese che è stato capace di lasciare il segno nel mondo dell’alpinismo.

Marc-André è stato scoperto quasi per caso dagli autori che hanno deciso di raccontare le sue imprese e la sua vita. Schivo, timido e solitario, lui non aveva alcun interesse per la notorietà. Il suo unico desiderio era quello di sfidare le grandi montagne a mani nude e rigorosamente da solo. Marc-André Leclerc ha affrontato le più impervie pareti, da quella dell’Emperor Face sul Monte Robson, in Canada alla Torre Egger in Patagonia.

Nel 2015 ha scalato il Cerro Torre in Patagonia celebre per la sua pericolosità rigorosamente da solo in un giorno e una notte, seguito dai cameraman nonché alpinisti Jon Griffith, Austin Siadak e Brett Lowell.

Parla di amore per la natura e per la libertà “The Alpinist – Uno spirito libero” ed è un omaggio a un giovane atleta che purtroppo è morto poco dopo le riprese in un’impresa epica in Alaska con Ryan Johnson. Si parte dalla sua vita e dal suo sorriso a volte tirato davanti alla camera.

Marc sin da bambino era diverso dai suoi coetanei e a scuola soffriva di ADHD. Aiutato dalla madre, ha scoperto la sua vocazione per le scalate senza alcun dispositivo di protezione. Sulla sua strada poi è arrivata un’altra donna, Brette la sua fidanzata incontrata allo Squamish Rock Climbing in British Columbia fondata dal visionario Allen “Hevy Duty” Stevenson un hippy amante dell’Hula Hope e del Free Climbing. La ragazza, che condivideva la sua passione e i ragazzi della comunità lo raccontano come una persona sì temeraria ma amabile e felice solo quando era in azione in mezzo alla natura.

Un’opera con immagini incredibili e una grande forza espressiva

The Alpinist - Uno spirito libero review

Diciamolo: visto dai profani quello che mostra il documentario potrebbe sembrare una follia visto, l’epilogo tragico della storia. Eppure, basta sentir parlare il giovane Alex Honnod anche lui free climbing e suo grande amico per comprendere il grande valore della scelta fatta da Marc e dai suoi colleghi. La loro storia potrebbe ricordare, anche se i contesti sono differenti, quella di Philippe Petit che attraverso su un cavo le Torri Gemelli nel 1974 e il navigatore solitario Bernard Moitessier un Jack Kerouac degli Oceani. Le loro vite sono un anelito alla libertà.

Il regista ha faticato molto per portare a termine il ritratto di Leclerc, che privo di cellulare spariva durante la lavorazione. Eppure, il risultato è incredibile anche grazie alle riprese fatte da operatori temerari come il protagonista. Nel finale a Squamish c’è una festa in onore di Marc che ha vissuto la sua vita come voleva. “The Alpinist” è un inno alla vita e alla libertà.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Peter Mortimer, Nick Rosen
  • Cast: Peter Mortimer, Will Gadd, Alex Honnold, Reinhold Messner, Austin Siadak
  • Genere: Documentario, colore
  • Produzione: USA, 2021
  • Durata: 92 minuti
  • Distribuito: Nexo Digital
  • Data do uscita: 7 marzo 2022

The Alpinist - Uno spirito libero manifesto“The Alpinist – Uno spirito libero” è un documentario sullo scalatore solitario Marc-Andrè Leclerc scomparso giovanissimo nel 2018 in Alaska dopo l’ennesima impresa in montagna.

The Alpinist – Uno spirito libero: la trama

Una vita all’insegna della libertà e dell’amore per la montagna estrema. Le imprese di Marc-André Leclerc scalatore canadese sono state raccontate prima della sua morte dal regista Peter Mortimer che lo ha seguito fino in Patagonia dove il giovane ha raggiunto tre cime altissime. Fanno parte del cast Brette Harrington la fidanzata del protagonista, Alex Honnold, Reinhold Messner, Barry Blanchard e vari membri della Squamish Rock Climbers Association di cui Marc-André faceva parte. Il film è distribuito da Nexo Digital.

Una lavorazione faticosa

Marc-André Leclerc è stato capace di lasciare il segno nel mondo dell’alpinismo estremo nonostante sia morto giovanissimo a soli venticinque anni. Ha realizzato alcune delle salite in solitaria più audaci della storia ovunque nel mondo dal Canada alla Patagonia. Era una persona che dell’anelito di libertà aveva fatto la sua bandiera. Il regista, infatti, ha faticato non poco a stargli dietro nella sua vita nomade. La Sender Films iniziò le riprese del film prima della tragica morte di Leclerc, avvenuta nel 2018. La società di produzione americana, nota per “Valley Uprising” e “The Dawn Wall”, ha deciso di completare questo lavoro cinematografico.

Trailer

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