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Sundown (2021)

Recensione

Sundown: un viaggio interiore in una famiglia in un luogo dell’anima

Sundown rece

Si apre con l’immagine di un cesto di pesci boccheggianti “Sundown” di Michel Franco, già vincitore nel 2020 del Leone d’Argento. In scena una famiglia di ricchi inglesi in vacanza ad Acapulco. Loro sono Alice (Charlotte Gainsbourg) e Neil (Tim Roth), la prima sempre attaccata al cellulare e a flaconi di pillole, il secondo con l’aria svagata e un’eterna barba di tre giorni. Fanno parte del gruppo vacanza due ragazzi Colin e Alexa, spensierati e felici, almeno loro, figli della donna. Dopo qualche giorno in un albergo di lusso che potrebbe essere ovunque nel mondo, una telefonata li costringe a tornare a casa. Tutti, tranne l’uomo che perde il passaporto.

Il vero film inizia solo in questo momento, con Tim Roth che si prende tutta la scena condividendola solo con il vero Messico sporco e violento. Dalla stanza di lusso con camerieri ossequiosi si passa a una stamberga squallida di fronte a una spiaggia affollata e rumorosa. Il gringo, che ha perso la valigia ma non veramente il passaporto, si scopre essere in fuga dalla sua grande famiglia ricca che dovrebbe raggiungere. Invece, come in un pezzo di Paolo Conte, si trova benissimo nella faccia triste dell’America dove la violenza esplode arrivando dal mare e riempiendo l’oceano di sangue.

Michel Franco sceglie tempi sudamericani per far entrare lo spettatore nella storia di un fratello e una sorella tanto diversi tra loro e non di una coppia in crisi come si potrebbe immaginare. Si scopre solo dopo, che sono gli eredi della matriarca fondatrice di una azienda milionaria che produce salumi. Cosa che non conta molto per Neil che è pronto a rinunciare a ogni privilegio, pur di vivere a modo suo in Messico o altrove.

Una storia tutta fatta di sensazioni vista con gli occhi di Tim Roth

Ci sono due piani di lettura in questo film che racconta sia il paese del regista che la solitudine di un uomo in caduta libera che vive bene lontano dal suo ambiente elitario nella sua passività. Lui nasconde un segreto, che verrà fuori solo nel finale.

Le sue giornate, durante tutto il film, sono illuminate dal sorriso di una giovane donna del luogo e da lampi improvvisi di luce ad intermittenza. Tim Roth con la sua camicia di lino stropicciata e i bermuda sporchi riesce a catturare l’attenzione dello spettatore fino al finale non chiarissimo e intrigante proprio per questo.

Il regista, del resto, come in un puzzle, si diverte a seminare indizi e simboli forti come i maiali che appaiono al protagonista come dei flash lisergici. La visione onirica – a tratti – si confonde con quella iperrealistica della violenza del luogo che colpirà la famiglia inglese. Il personaggio di Tim Roth diventa un antieroe contemporaneo, calato in una realtà fatta di corpi sudati e palpitanti come quello della bella Berenice.

“Sundown” è un film costruito esclusivamente sugli stati d’animo del personaggio di Neil incarnato da un interprete in stato di grazia che si meriterebbe una Coppa Volpi. Un’opera da vedere, difficile da raccontare, che potrebbe a tratti ricordare la poetica di Ferreri. Non a caso, il film si chiude davanti ad un mare in tempesta e forse una ritrovata libertà.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Michel Franco
  • Cast: Tim Roth, Charlotte Gainsbourg, Iazua Larios, Henry Goodman, Albertine Kotting, Samuel Bottomley
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 83 minuti
  • Produzione: Messico, Francia, Svezia, 2021
  • Distribuzione: Europictures
  • Data di uscita: 14 aprile 2022

Sundown poster“Sundown” è un film in Concorso alla 78ª Mostra del Cinema, presentato in anteprima mondiale diretto dal regista Michel Franco, vincitore del Leone d’Argento al 77° Festival di Venezia con “Nuevo Orden”.

Sundown: la trama

Alice e Neil Bennett sono una coppia di ricchi inglesi, in vacanza ad Acapulco con i due figli Colin e Alexa. Succederà qualcosa che sconvolgerà gli equilibri della famiglia portando allo scoperto tensioni inaspettate.

Un film forte di un regista che non ha paura di usare immagini violente

“Non è un caso che “Sundown” sia ambientato ad Acapulco. È sconvolgente per me vedere la città in cui ho passato le vacanze da bambino trasformata in un epicentro di violenza. “Sundown” nasce dalla necessità di esplorare un luogo che sembra sempre più distante ed estraneo. L’esplorazione di tutte le prospettive che emergono ad Acapulco è anche uno studio sui personaggi, e un’analisi di dinamiche familiari. Il sole occupa un posto di primaria importanza: colpisce sempre in modo aggressivo e diretto. L’immagine deve assolutamente riflettere due cose: gli stati emotivi dei protagonisti, e la prorompente violenza attorno a loro.” Così Michel Franco racconta il suo film, con un cast stellare. Poche le notizie ulteriori in proposito ma visto il cast stellare ci si aspetta molto da questa opera. Il regista comunque ha una sua originalità nel raccontare il conflitto di classe e la violenza del nostro presente.

Trailer

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