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Sulla mia pelle (2018)

Recensione

Sulla mia pelle – Recensione: gli ultimi giorni di Stefano Cucchi

Sulla mia pelle recensione

Il 22 ottobre 2009 muore al reparto di Medicina Protetta dell’Ospedale Sandro Pertini il giovane geometra Stefano Cucchi in completa solitudine, dopo una settimana di agonia successiva a un pestaggio subito dalle forze dell’ordine che lo avevano arrestato per possesso di stupefacenti.

É il decesso in carcere n. 148 di quell’anno. Da allora, la sorella Ilaria ha combattuto strenuamente per cercare la verità sulle circostanze misteriose della morte del fratello e sulle vicende carcerarie poco chiare in genere.

Sulla mia pelle: una pellicola che va dritta allo stomaco dello spettatore

 

Usa il linguaggio della fiction ma ha il rigore del documentario “Sulla mia pelle – Gli ultimi giorni di Stefano Cucchi”, presentato al Festival di Venezia.

Dopo il lavoro, la palestra e la cena dai genitori – interpretati da Max Tortora e Milvia Marigliano – Stefano (Alessandro Borghi) si incontra con un amico.

La perquisizione da parte di due carabinieri che lo trovano con droghe addosso è l’inizio della sua fine. Portato in questura viene picchiato molto duramente dai due che lo hanno arrestato, da lì il passaggio alla cella di sicurezza del tribunale e l’ultimo incontro con il padre.

Il regista ricostruisce l’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi con estremo rigore, focalizzandosi sull’anima ferita e il corpo sofferente di un uomo solo davanti agli abusi del potere.

La metamorfosi di Borghi è spaventosa. Il giovane attore è in assoluto stato di grazia e riesce a comunicare molto bene lo stato d’animo di paura e solitudine che avrà provato lo stesso Cucchi. Il suo corpo minuto è al centro di un’inquadratura dai colori cupi, un morto che non sa ancora di esserlo.

Tutto questo, mentre la famiglia cerca in tutti i modi di avere notizie del ragazzo e di fargli visita al Pertini senza riuscirci per cavilli burocratici. Lo rivedranno solo all’obitorio con il corpo martoriato fotografato (anche se con dolore) dalla sorella Ilaria.

Sulla mia pelle: un film di denuncia sulla prepotenza del sistema giudiziario

Sulla mia pelle Cucchi

“Sulla mia pelle” è un film semplice nella sua complessità che fa diventare Stefano Cucchi il nuovo Accattone. Proprio come lui, il protagonista viene da un quartiere proletario ed è un reietto. Accanto al dramma di un uomo, però ci sono tutte le storture di un sistema giudiziario corrotto.

Al di là dell’aspetto processuale complesso, è palese come siano tutti responsabili quelli coinvolti nella storia raccontata dal film per non aver denunciato i colpevoli del pestaggio subito dalla vittima.

Ottima l’interpretazione di Borghi, accanto a quella altrettanto calibrata di Max Tortora nei panni del padre dolente e impotente. Non risalta più di tanto, invece, la figura di Ilaria (Jasmine Trinca), che riesce comunque a entrare in punta di piedi nel personaggio.

Ottima la sceneggiatura scritta in collaborazione con la famiglia Cucchi e la fotografia firmata da Matteo Cocco. Un inizio promettente per il Festival di Venezia con un già papabile candidato italiano alla Coppa Volpi

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Alessio Cremonini
  • Cast: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano, Andrea Lattanzi
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 1oo minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Data di uscita: 12 settembre 2018

Sulla mia pelle - poster“Sulla mia pelle” è un film drammatico presentato in esclusiva alla 75esima edizione del Festival di Venezia. La pellicola ripercorre la vicenda della morte del trentenne romano Stefano Cucchi. La regia e la sceneggiatura sono a cura di Alessio Cremonini con la collaborazione di Lisa Nur Sultan, i dialoghi e la trama si basa sui verbali e le testimonianze della vicenda giudiziaria ancora non risolta.

Sulla mia pelle: la scommessa di Netflix sull’Italia

Dopo il grande successo di “Suburra”, la serie del 2017 incentrata sulla malavita romana, Netflix investe ancora sull’Italia portando sui grandi schermi “Sulla mia pelle”.

Il film segue gli ultimi giorni di Stefano Cucchi, il trentenne romano vittima di abusi da parte degli agenti della polizia penitenziaria. É il 15 ottobre del 2009 quando Stefano viene fermato dai carabinieri con indosso 21 grammi di hashish e tre dosi di cocaina.

Dopo un’iniziale condanna cautelare, il trasferimento al carcere di Regina Coeli è immediato, così come il progressivo peggioramento dello stato di salute del ragazzo. Stefano infatti già di costituzione gracile, inizia a manifestare dei primi segni di maltrattamento: fatica a camminare e a parlare durante il processo e tutto il suo corpo è ricoperto di gravi ematomi.

Dopo la sentenza la sua salute peggiora ancora inspiegabilmente, tanto da dover essere trasferito d’urgenza all’ospedale Fatebenefratelli con gravi lesioni all’addome, alla mascella, al torace, alla colonna vertebrale e alle gambe.

Il 22 ottobre Stefano muore all’ospedale Sandro Pertini, lasciando dietro di se solo una salma di 37 chili.

Sulla mia pelle: la trasformazione di Alessandro Borghi in Stefano Cucchi

Alessandro Borghi classe 1986 è un attore romano molto versatile che in occasione di questo lungometraggio ispirato a gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, al centro di una controversa vicenda che coinvolge in un processo penale alcuni esponenti della polizia penitenziaria dei carabinieri e medici del carcere di Regina Coeli di Roma.

Per l’occasione l’attore, non solo ha dovuto interpretare il protagonista di un caso ancora molto discusso dall’opinione pubblica italiana, ma ha dovuto cambiare anche fisicamente, diventando quasi irriconoscibile agli occhi dei suoi fan, per immedesimare un giovane uomo visibilmente sofferente dalle botte e dalle torture che gli sono state inflitte.

Alessandro torna sul grande schermo con questa commedia drammatica, dopo il successo ottenuto con il film del regista Ferzan Özpetek “Napoli velata” nel 2017 e nello stesso anno con la pellicola diretta da Paolo Genovese dal titolo “The Place”.

Trailer

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