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Steve McQueen (Attore)

Biografia

Steve McQueen è uno dei volti più presenti all’interno dell’immaginario cinematografico statunitense. Noto per il suo carattere spericolato e la sua capacità di assumere i tratti tipi dell’anti-eroe, Steve McQueen ha ricoperto ruoli di grande rilievo che gli hanno consentito di passare alla storia.

Steve McQueen, uno dei ‘magnifici sette’ pilastri di Hollywood

(Beech Grove, 24 marzo 1930 – Juárez, 7 novembre 1980)

Steve Mcqueen Attore BioTerence Steve McQueen nasce il 24 marzo del 1930 nell’Indiana, nel sobborgo di Beach Grove. Figlio non desiderato di una giovanissima donna che non è mai riuscita ad occuparsi seriamente di lui, abbandonato a pochi mesi dal padre alcolista, vive un’infanzia difficile, alla ricerca di un affetto materno che non avrà mai.

La donna non riesce a stare sola e il piccolo Steve è maltrattato dal patrigno di turno, o affidato alle cure di uno zio benestante, dal quale scappa regolarmente per raggiungere la madre. Diventa un teppista e finisce al riformatorio Boys Republic di Chino. Quando esce, dopo i quattordici mesi che definisce i più difficili della sua vita, cerca ancora la madre a New York, ma sente di non essere gradito ecapisce che per poter trovare un po’ di serenità deve allontanarsene.

Steve McQueen gira gli States facendo innumerevoli lavori per mantenersi e, nel 1947, si arruola nei marines, dai quali dopo tre anni, nonostante il suo carattere ribelle lo porti a passare più giornate in cella che fuori, viene congedato con onore per aver salvato dall’assideramento diversi commilitoni durante un’esercitazione al Polo Nord.

Torna a New York e si avvicina alla recitazione quasi per caso, dopo aver conosciuto un’attrice che, sicura del suo talento, lo convince a presentarsi a un’audizione. Frequenta scuole d’arte drammatica e ottiene piccole parti; in questo periodo si mantiene con lavori umili e giocando a poker. Cresce la sua passione per le due e le quattro ruote, e la sua fama di play boy.

L’anno del cambiamento

Nel 1955 la svolta: tra duemila candidati solo lui e Martin Landau (indimenticabile comandante Koenig della Base Alfa di Spazio 1999) riescono ad essere ammessi all’Actor’s Studio di Lee Strasberg. Inizia un periodo di grande fermento, non solo professionale: s’innamora e sposa la famosa cantante e ballerina Neile Adams, insieme vanno a vivere a San Clemente, e nel 1956 ottiene una piccola parte in “Lassù qualcuno mi ama” di Robert Wise, accanto a Paul Newman.

Il primo ruolo da protagonista lo ottiene con l’horror fantascientifico “The Blob”, per il quale rifiuta una percentuale sugli incassi in cambio di un piccolo compenso, rimanendo sorpreso per l’incredibile successo della pellicola.

La CBS lo scrittura per interpretare Josh Randall protagonista della serie western “Wanted Dead or Alive”, cacciatore di taglie affascinante, duro e solitario, che gli regala una grande fama, a dispetto degli addetti ai lavori, stanchi del suo brutto carattere. Nel 1959 nasce la primogenita Terry, l’anno successivo Chad.

I lavori di Steve McQueen

Nel 1959, durante una pausa di lavorazione della serie, il regista John Sturges lo scrittura per un ruolo in “Sacro e profano” accanto a Frank Sinatra, che lo apprezza tantissimo. Tanto piace a Sturges che lo vuole l’anno successivo ne “I magnifici sette”, e nel 1963 in “La grande fuga”, pellicola che lo rende star internazionale. I suoi guadagni consentono alla famiglia McQueen di trasferirsi in una splendida villa, “Il castello”, a Los Angeles.

Tra i suoi lavori più importanti ricordiamo: “Soldato sotto la pioggia” e “Strano incontro” del 1963, “L’ultimo tentativo” e “Cincinnati kid” del 1965, “Nevada Smith” e “Quelli della San Pablo” del 1996, che gli regala la nomination all’Oscar, per la splendida interpretazione di un marinaio che si batte contro lo sfruttamento dei cinesi a bordo della nave.

Nel 1968 con “Il caso Thomas Crown” e “Bullit” (quest’ultimo realizzato dalla sua casa di produzione, da poco fondata) sbanca i botteghini.

Seppur famoso e ricco, con una splendida famiglia accanto, la difficile infanzia rimane per lui un peso da sostenere: se da un lato appare vitale e dinamico, attore perfezionista, che sa dare ad ogni personaggio anima e carattere, uomo generoso, soprattutto con i ragazzi del riformatorio di Chino, dei quali si occupa personalmente, grande corridore, sia in auto che in moto), dall’altro è cupo, dedito alle droghe, all’alcool e al sesso, (scappatelle che fanno naufragare il suo matrimonio).

Una vita suggestiva e spericolata

Diventa cintura nera di karate, si allena con Chuck Norris, del quale diviene grande amico, e che gli fa conoscere Bruce Lee. L’affetto che lega i tre è grande, quando Lee muore Steve McQueen porta la bara a spalla. I successi sul grande schermo continuano e Steve è forse l’attore più pagato tra gli anni Sessanta e Settanta, bello e dannato, ammirato in tutto il mondo, è il simbolo della vita spericolata, sempre al massimo.

Scampa miracolosamente alla strage in casa Manson, nella quale muoiono Sharon Tate, giovane moglie di Roman Polanski, e cinque ospiti: non si reca all’appuntamento per un imprevisto incontro galante.

Nel 1971 realizza uno dei suoi sogni “Le 24 ore di Le Mans”, pellicola che decreta il fallimento della sua casa di produzione per gli eccessivi costi; lavorazione resa difficile anche dal suo abuso di droghe che lo rende ingestibile sul set. Dopo i due film “L’ultimo buscadero” e “Getaway”, nel 1973 gira “Papillon”, tratto dal romanzo di Henry Charriere, che racconta la sua rocambolesca fuga dalla durissima colonia penale della Guyana francese.

La sua interpretazione è magnifica, ma aver rubato la donna al direttore della Paramount, l’attrice Ali MacGraw, lo mette fuori gioco nella corsa agli Oscar. Nel 1974 è di nuovo a fianco dell’eterno rivale, Newman, in “L’inferno di cristallo”, grande successo commerciale, dopo il quale si ritira a vita privata a Malibu e rifiuta copioni che hanno fatto la fortuna di molti suoi colleghi.

Il suo comportamento scostante determinano la fine del matrimonio con la MacGraw. Si accompagna con la giovane modella Barbara Minty e decide di mettere ordine nella sua vita, fisicamente, spiritualmente  e professionalmente: ritorna sul set ma non ottenne il successo desiderato.

La malattia e gli ultimi anni

Purtroppo Steve McQueen si ammala di tumore ai polmoni e allo stomaco, chi dice per il fumo, chi per l’esposizione all’amianto nel periodo di servizio nei marines. Sposa Barbara e tenta un disperato intervento in una clinica messicana.

Muore il 7 novembre del 1980, a soli cinquanta anni, accanto alla moglie e all’amico Sammy Mason. La leggenda vuole che l’ultima cosa da lui pronunciata sia stato il numero di matricola del riformatorio, 3188. Le sue ceneri sono state sparse nell’Oceano Pacifico, la sua stella sulla Walk of Fame è l’unica montata al contrario.

Maria Grazia Bosu

Filmografia

Steve McQueen Filmografia – Attore

Steve McQueen film

L’attore Steve McQueen in una scena del film “Il Cacciatore di Taglie”, del 1980.

Cinema

  • Lassù qualcuno mi ama, regia di Joseph Lee (Non accreditato) (1956)
  • Autopsia di un gangster, regia di Robert Stevens (1958)
  • Blob – Fluido mortale, regia di Irvin S. Yeaworth Jr. (1958)
  • Gli occhi del testimone, regia di Charles Guggenheim e John Stix (1959)
  • Sacro e profano, regia di John Sturges (1959)
  • I magnifici sette, regia di John Sturges (1960)
  • Per favore non toccate le palline, regia di Richard Thorpe (1961)
  • L’inferno è per gli eroi, regia di Don Siegel (1962)
  • Amante di guerra, regia di Philip Leacock (1962)
  • La grande fuga, regia di John Sturges (1963)
  • Soldato sotto la pioggia, regia di Ralph Nelson (1963)
  • Strano incontro, regia di Robert Mulligan (1963)
  • L’ultimo tentativo, regia di Robert Mulligan (1965)
  • Cincinnati Kid, regia di Norman Jewison (1965)
  • Nevada Smith, regia di Henry Hathaway (1966)
  • Quelli della San Pablo, regia di Robert Wise (1966)
  • Il caso Thomas Crown, regia di Norman Jewison (1968)
  • Bullitt, regia di Peter Yates (1968)
  • Boon il saccheggiatore, regia di Mark Rydell (1969)
  • Le 24 Ore di Le Mans, regia di Lee H. Katzin (1971)
  • L’ultimo buscadero, regia di Sam Peckinpah (1972)
  • Getaway!, regia di Sam Peckinpah (1972)
  • Papillon, regia di Franklin J. Schaffner (1973)
  • L’inferno di cristallo regia di John Guillermin (1974)
  • Dixie Dynamite regia di Lee Frost (1976)
  • Un nemico del popolo , regia di George Schaefer (1978)
  • Tom Horn , regia di William Wiard (1980)
  • Il cacciatore di taglie , regia di Buzz Kulik (1980)

Televisione

  • Goodyear Television Playhouse (Episodio 4×03, The Chivington Raid) (1955)
  • The United States Steel Hour (Episodio 3×14, Bring Me a Dream) (1956)
  • Studio One (Episodi 9×20 – 9×21, The Defender: Part 1; The Defender: Part 2) (1957)
  • West Point (Episodio 1×23, Ambush) (1957)
  • The 20th Century-Fox Hour (Episodio 2×16, Deep Water) (1957)
  • The Big Story (Episodio 8×25, Malcolm Glover of the San Francisco Examiner) (1957)
  • Climax! (Episodio 4×17, Four Hours in White) (1958)
  • Tales of Wells Fargo (Episodio 2×23, Bill Longley) (1958)
  • Trackdown (Episodio 1×21, The Bounty Hunter) (Episodio 1×23, The Brothers) (1958)
  • Alfred Hitchcock presenta (Episodio 4×19, Human Interest Story, 1959); Episodio 5×15, Man from the South, 1960)
  • Ricercato vivo o morto (94 episodi) (1958 – 1961)

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