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Spencer (2021)

Recensione

Spencer: Lady D secondo Pablo Larraìn

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Pablo Larraìn torna dietro alla macchina da presa, dopo la miniserie tv “La storia di Lisey”, per aggiungere la sua personale visione sulla figura di Lady D a tutto quello che negli anni è già stato detto sulla principessa, prematuramente scomparsa. “Spencer” sembra avere un sottile filo che lo lega a “Jackie”, in cui il regista cileno racconta la sua Jacqueline Buovier. Due donne, due dolori, due solitudini. Quello che accomuna le due figure al centro delle pellicole di Larraìn è la ricerca, da parte del regista, di una sorta d’identità perduta, per due donne che il mondo ha posto, anche tristemente, sotto i riflettori. In “Jackie” viene dato un affresco di Jacqueline Kennedy ad una settimana dall’assassinio del marito, quando confusa e affranta si rende disponibile ad un confronto con un giornalista per un’intervista. Anche in “Spencer” il cineasta concentra la narrazione in un breve lasso di tempo,  tre soli giorni, durante le festività natalizie del 1991.  I giorni in cui Larraìn immagina come Lady Diana’ abbia deciso di dare una svolta alla sua vita.

Imprigionata in un matrimonio che le arreca dolore, tormentata dai paparazzi che cercano conferme della crisi con Carlo, crisi che riempie da mesi le pagine dei tabloid, la principessa cerca la forza per allontanarsi da una vita che la soffoca.

Un’anima inquieta che cerca la forza per ritrovare se stessa

La scelta del titolo, “Spencer”, la dice lunga sulle intenzioni del regista. Attraverso un cognome vuole far riappropriare alla figura di Diana, la sua intima essenza.  E’ una donna perduta quella narrata in “Spencer”, rattristata da un marito che non la stima come dovrebbe e da una famiglia reale in cui non si sente a proprio agio. Obbligata a convivere con lo spettro dell’altra, Camilla, cui Carlo aveva giurato eterno amore ben prima del loro matrimonio da favola. La favola raccontata nel film è una favola oscura, in cui non arriva il principe azzurro a portare in salvo la principessa. La protagonista riesce a salvare in qualche modo se stessa, seppur tra scandali e relazioni che non le sanno riempire il cuore, attingendo solamente da se stessa le energie necessarie a voltare pagina.

Spencer: Kristen Stewart incarna Lady D

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In un vagare di pensieri trasformati in immagini, nelle quali il regista intreccia generi e stili, fondendo noir e thriller, Kristen Stewart incarna la desolazione che fu propria della principessa triste. L’attrice porta sullo schermo il personaggio, evitando di fare il verso ad una donna troppo iconica per essere imitata. La Stewart propone ne l’eccessiva magrezza, lo sguardo assente, gli occhi velati di tristezza, offrendo allo spettatore un dolore intimo, privato, troppo a lungo celato.

Questo non è un biopic tradizionale, la narrazione dei fatti che hanno caratterizzato la vita di un personaggio popolare, bensì l’analisi di un’anima, in un momento topico della sua breve ma intensa esistenza.

Larraìn con “Spencer” sembra voler proseguire nell’indagine di figure singolari, che lui dipinge in momenti critici, seguendo una personalissima visione della ricerca d’identità. Tema questo che il regista sudamericano perpetua in molte sue opere, da “Tony Manero” fino a “Spencer”.

Maria Grazia Bosu

Trama

  • Regia: Pablo Larraín
  • Cast: Kristen Stewart, Timothy Spall, Sally Hawkins, Sean Harris, Amy Manson, Jack Farthing, Richard Sammel, Olga Hellsing, Michael Epp, Ryan Wichert
  • Genere: Biografico, colore
  • Durata: 111 minuti
  • Produzione: USA, 2021
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: n/d

Spencer poster“Spencer” è un film in Concorso alla 78ª Mostra del Cinema, presentato in anteprima mondiale e diretto da un regista maestro nel raccontare l’animo femminile. Pablo Larraín, di casa a Venezia, ha portato in Concorso nel 2020 l’originale “Ema”.

Spencer: la trama

Nel 1991, durante le feste natalizie Lady Diana Spencer sta per prendere la decisione più difficile della sua vita: divorziare da Carlo. Tra feste opulente e cene di famiglia, la donna più iconica della famiglia reale affronta i suoi demoni. La locandina, che la vede di spalle piegata in un abito da sera bianco è la perfetta immagine minimale del tormento di questa donna condannata all’infelicità che ha deciso di riprendersi la sua vita.

Un ritratto intimista di una donna iconica nei giorni più duri della sua vita

“Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film. Volevo approfondire il processo alla base delle scelte di Diana, mentre oscilla tra dubbio e determinazione, scegliendo, infine, la libertà. È stata una decisione che ha definito la sua eredità: un lascito di onestà e umanità che rimane ineguagliato. Si è scritto molto su Diana, c’è un’infinità di storie: di alcune si può dimostrare il fondamento, di altre no. Abbiamo fatto molte ricerche su di lei, sulle tradizioni del Natale della famiglia reale, e sugli aneddoti dei fantasmi nella residenza di Sandringham. Tuttavia, la famiglia reale è notoriamente discreta. Potrà anche apparire in pubblico in certe occasioni, ma a un certo punto le porte si chiudono e non c’è modo di sapere cosa stia accadendo dietro di esse. Ciò lascia molto spazio alla fantasia; e questo è stato il nostro lavoro”. Queste le parole del regista cileno che nel 2017 ha dato voce a Jackie Kennedy nei giorni successivi alla morte di Kennedy. Diana sarà interpretata da Kristen Stewart affiancata da Jack Farthing nei panni del Principe Carlo.

Trailer

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