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Robert De Niro

Attore, regista e produttore cinematografico statunitense prolifico e versatile, è  considerato tra i maggiori interpreti della sua generazione, soprattutto per le pellicole di enorme successo degli anni 70 – 80, quando ebbe l’opportunità di lavorare fianco a fianco del regista Coppola e uno dei maggiori attori della storia del cinema, Al – Pacino. Dalle origini italiane, iniziò la sua folgorante carriera nel mondo del cinema, laureatosi alla Little Red School House, divenne ben presto uno degli attori di spicco durante la sua epoca, amatissimo dal pubblico oggi come ieri.

Robert De Niro, “quel bravo ragazzo” di Little Italy

(New York, 17 agosto 1943)

robert-de-niroÈ stato Al Capone, pompiere, creatura mostruosa, killer, addirittura Satana in persona. De Niro nasce e cresce a Little Italy da genitori pittori e scultori con un padre metà Italiano e metà irlandese.

Da piccolo è gracile e timido, al punto che il suo soprannome è Bobby Milk. Inizia da adolescente a frequentare corsi di recitazione, tra questi quelli di Lee Strasberg all’Actor’s Studio.

Fa il suo debutto nel teatro Off Braodway con Checov e al cinema con una comparsata in “Tre camere a Manhattan” (1965) di Carnè.

Il sodalizio con Martin Scorsese, trampolino di lancio per una brillante carriera

Con De Palma nel 1968 in ”Ciao America” arriva il primo ruolo da protagonista. Nel 1973 inizia il sodalizio con Martin Scorsese che ne farà il suo attore cult. Smaccatamente autobiografico da parte del regista, è “Mean streets” con un giovane De Niro al fianco di Harvey Keitel, altro newyorkese doc. Per quest’interpretazione si guadagnerà il premio della National Society of Film Critics come Miglior Attore Non Protagonista.

È l’inizio di una grande carriera. Solo un anno dopo, arriva il primo Oscar con “Il padrino – Parte II” di Coppola, dove è il giovane Vito Corleone, che racconta la genesi del personaggio di Marlon Brando nel primo episodio.

Allucinato in “Taxi Driver”, “Toro scatenato” per Scorsese

Nel 1976 De Niro è l’indimenticabile allucinato tassista di “Taxi Driver”, di Scorsese, accanto alla baby prostituta Jodie Foster, che lui cerca di redimere. Lo stesso anno con Bertolucci gira in Italia “Novecento” con Gerard Depardieu.

Nel 1977, recita per una storia d’amore con Liza Minelli, nei panni di un sassofonista in “New York, New York”, diretto ancora una volta da Scorsese.

L’anno successivo, il dramma della guerra in Vietnam è al centro del film di Micheal Cimino “Il cacciatore”, con la memorabile scena della roulette russa e la disillusione del reduce che cerca disperatamente di salvare il suo vecchio amico.

Nel 1980, con “Toro scatenato” ancora di Scorsese, De Niro per diventare Jack La Motta arriva a prendere 20 chili, un’interpretazione da Oscar, il secondo della carriera.

Robert De Niro: ‘quel bravo ragazzo’ sempre richiesto da Scorsese e da tanti nomi della cinematografia che conta

La smorfia di De Niro in una fumeria d’oppio apre e chiude “C’era una volta in America” di Sergio Leone, capitolo finale della “Trilogia del tempo” del 1984.

L’anno successivo, arriva “Brazil” film visionario diretto dall’ex Monthy Pyton Terry Gilliam. Perfezionista fino all’ossessione De Niro è perfetto in qualsiasi parte, dal Demonio di “Angel Heart – Ascensore per l’inferno” (1987) di Alan Parker, accanto a Mickey Rourke, ad Al Capone del film di De Palma “Gli Intoccabili” (1987) per non dimenticare il mercante di schiavi del precedente “Mission” (1986). Viene sottovalutato “Jacknife” (1989), di David Jones, incentrato sul Vietnam in chiave intimistica.

Nel 1990 è Jimmy Conway in “Quei bravi ragazzi” di Scorsese.

La compagnia di produzione TriBeCa e ancora tanti film per un attore camaleontico

Assolutamente indimenticabile la sua interpretazione nei panni del killer psicopatico in “Cape Fear – Il promontorio della paura” (1991), del solito Scorsese con Nick Nolte e l’acerba Juliette Lewis.

De Niro ha poi ripiegato su film minori, ha fondato la sua compagnia di produzione TriBeCa e si è cimentato nella regia con “Bronx”. Girata nel 1993, la pellicola ha una forte impronta scorsesiana ma non è priva di originalità.

Tra le prove d’attore di questi anni non si può dimenticare: “Voglia di ricominciare” (1993), con un giovanissimo Leonardo Di Caprio, “Casinò” (1995), di Scorsese e “Heat – La sfida” (1995), di Michael Mann, che lo vede in un testa a testa con il suo pari Al Pacino che già aveva recitato con lui ne “Il padrino – Parte II”, ma mai insieme nella stessa scena.

Il bambino timido di Little Italy che è diventato un interprete dotato anche di venature comiche

Nel 1996 partecipa, ancora con Di Caprio, a “La stanza di Marvin” e, con un cast d’eccezione, al corale “Sleepers”, di Barry Levinson. Con gli anni l’ex bambino timido ha guadagnato in ironia senza peraltro perdere il suo genio.

Nel 1997, accanto a un altro mostro sacro, Dustin Hoffman, gira “Sesso & potere”, sempre di Levinson. Al centro il potere di manipolazione dei media con una storia che ricorda molto da vicino l’affaire Lewinsky che scoppierà poco dopo.

Lo stesso anno il grande attore accetta un ruolo minore pur di recitare con Tarantino in “Jackie Brown”. De Niro si diverte quasi a smantellare la sua stessa immagine nei panni di un killer da due soldi.

L’autoironia delle commedie degli anni 2000

Sulla stessa scia è “Terapia e pallottole” (1999), di Harold Ramis, bizzarra storia di un mafioso in crisi esistenziale e del suo rapporto con lo strizzacervelli che avrà il suo seguito ideale con “Un boss sotto stress” nel 2002.

Ancora autoironico è in qualità di padre della giovane Pam in “Ti presento i miei” (2000), cui seguirà anni dopo il sequel “Mi presenti i tuoi?”.

Nonostante la partecipazione di Marlon Brando, “The Score” del 2001 non è un film epocale per De Niro e peggio ancora “Showtime” dell’anno successivo, con Eddie Murphy che prende il premio Razzie Award per la Peggior Coppia cinematografica.

Produzione e regia per un Robert De Niro che ama differenziare i suoi lavori

Gli ultimi anni vedono un De Niro molto attivo come regista e produttore. L’ultima sua regia è “The Good Sheperd – L’ombra del potere” del 2006, storia romanzata della CIA. Tra le altre cose, in risposta agli attentati alle Torri Gemelle del 2001, l’attore ha dato vita al TriBeCa Film Festival per favorire la rinascita di Manhattan dove lui stesso vive.

Nel 2008 è protagonista di “Sfida senza regole” con Al Pacino e di “Disastro a Hollywood” di Barry Levinson. L’anno successivo è impegnato in “Stanno tutti bene” remake statunitense dell’omonimo film di Giuseppe Tornatore, dove interpreta il ruolo che fu di Marcello Mastroianni.

Nel 2010 lo vediamo recitare in “Machete” diretto da Robert Rodriguez, espansione del finto trailer presente nei primi minuti del film “Grindhouse – Planet Terror”, e in “Stone” di John Curran, assieme a Edward Norton.

“Il lato positivo” è quello di essere un attore pluripremiato e amatissimo in tutto il mondo

Nel 2012 recita in “Il lato positivo” diretto da David O. Russell, tratto dal romanzo di Matthew Quick “L’orlo argenteo delle nuvole”, con protagonisti Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Per il ruolo del padre del protagonista, affetto da un disturbo bipolare, De Niro riceve una candidatura agli Oscar 2013. Sempre nello stesso anno lo vediamo nel film d’azione “Freelancers”.

Il 2013 lo vede impegnato in parecchie pellicole come in “The Big Wedding”, “Last Vegas” e “The Family”, diretto da Luc Besson. Recita accanto ad attori come Michelle Pfeiffer e Tommy Lee Jones, in una pellicola incentrata sulla storia di una famiglia di malavitosi. Dello stesso anno “Killing Season”, che lo vede recitare per la prima volta insieme a John Travolta.

L’uomo De Niro è gelosissimo della sua privacy e non va mai ai party del jet set. Si è sposato due volte, ha avuto 6 figli da tre donne diverse e ha avuto varie relazioni di cui una con la modella Naomi Campbell. Politicamente è sostenitore di democratici e il suo miglior amico è Joe Pesci.

Ivana Faranda

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