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Riapertura sale: la sofferenza del cinema italiano

Il 26 aprile sono state riaperte le sale cinematografiche del Bel Paese dopo mesi di chiusura. Sembrerebbe a prima vista una buona notizia, ma i problemi per la produzione e l’industria nostrana non sembrano terminati. L’ANEC ha denunciato una riattivazione non priva di difficoltà per il cinema italiano.

L’Anec denuncia la sofferenza del cinema italiano

Cinema italiano

L’Associazione Nazionale Esercenti Cinema (ANEC) ha messo in discussione il decreto finestre alla firma del Ministro della Cultura che ridefinisce l’obbligo di distribuzione in sala per i film italiani, introducendo nuove disposizioni che consentono appena 30 giorni per la visione in streaming e televisione rispetto alla prima data di uscita al cinema. Alla base ci sarebbe il bisogno di non penalizzare il cinema italiano già messo in ginocchio da un anno di pandemia.

“Gli esercenti stanno riaprendo le sale nonostante le difficoltà e i risultati arrivano, il pubblico risponde così come lo ha fatto a fine agosto e settembre con i film di richiamo che sono stati messi a disposizione. Il cinema italiano è il grande assente per la ripartenza, nonostante i continui proclami di numerose produzioni, attori e registi con prodotti pronti, ma l’urgenza, a quanto pare, è garantirne la tutela per i prossimi 8 mesi, consapevoli che probabilmente per i prossimi 3-4 mesi il numero di titoli italiani che approderà nelle sale sarà solo marginale.” ha dichiarato il Presidente dell’ANEC Marco Lorini.

É stato preso come esempio “Si vive una volta sola”, l’ultimo travagliatissimo lavoro diretto da Carlo Verdone, penalizzato sin dal suo lancio. Dal 26 aprile è uscito in tre sale romane ma non è stata data alcuna possibilità ad altri esercenti di programmarlo a causa dell’esclusività ad Amazon Prime Video, piattaforma cui è stato venduto. Altro caso in esame è l’ultimo lavoro di Massimiliano Bruno “Ritorno al crimine”, che sembra sparito completamente dalla circolazione, dopo l’opportunità persa di distribuirlo a settembre scorso quando le sale erano aperte. Il problema di fondo è quello di dare lo stesso spazio ai film italiani e a quelli stranieri, questi ultimi pianificati in gran parte già da tempo. Il presidente dell’ANEC ha ricordato inoltre in un comunicato stampa le grosse perdite dell’esercizio nel 2021 che a fine aprile superano i 400 milioni di euro, senza contare il mancato stanziamento al momento del fondo emergenza cinema. Sono del resto molto poche le sale che sono riuscite a riaprire per ora su tutto il territorio nazionale.

Box office italiano: un primo weekend di incassi con pochissimi titoli italiani

Nomadland box office italiano

Nomadland

A conferma della denuncia fatta dall’ANEC va infatti registrato come abbia stravinto per numero di spettatori e incassi (429.047 euro) “Nomadland” di Cloe Zhao, trionfante agli Oscar, seguito al secondo posto con un netto distacco da “Minari” (111.502 euro). Al terzo posto nella settimana riemerge il film cult del 2000 “In the Mood od Love” che ha guadagnato 36.868 euro.  Nella top ten del box office appaiono solo quattro titoli italiani e neanche ai primi posti. Si tratta di “Est – Dittatura Last Minute” di Antonio Pisu al quarto posto con 18.785 euro, de” I predatori” di Castellitto al sesto con 4.630 euro e 167.098 euro totali, del cartoon ecologico “Trash”, ottavo con 3.508 euro e un totale di 243.923 euro, e dello struggente “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati, nono con 4.194 euro. É evidente che tra decreti ministeriali e concorrenza dello streaming, la strada del cinema italiano appare quanto mai in salita, non resta che sperare per il meglio in futuro.

Daniele Romeo

03/05/2021

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