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Red Land (Rosso Istria) (2018)

Trama

  • Regia: Maximiliano Hernando Bruno
  • Cast: Selene GandiniFranco NeroGeraldine ChaplinSandra CeccarelliRomeo Grebensek, Eleonora Bolla, Diego Pagotto, Vincenzo Bocciarelli
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 150 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Venicefilm
  • Data di uscita: 15 Novembre 2018

 

red land locandinaPresentato in anteprima in concomitanza della 75.a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, “Red Land (Rosso Istria)” vede il debutto alla regia dell’attore argentino Maximiliano Hernando Bruno. Ispirato alle vicende di Norma Cossetto, studentessa istriana seviziata e uccisa da un gruppo di partigiani nel 1943, il film storico di Bruno si pone l’obiettivo di ridare dignità alle vittime delle stragi titine della Seconda Guerra Mondiale.

Red Land (Rosso Istria): l’altra metà della storia

Dopo una lunga gestazione (l’idea risale al 2015), l’opera prima di Blanco, “Rosso Istria”, prende vita. Le lancette dell’orologio tornano indietro al 1943, al clima di tensione e smarrimento degli attimi successivi all’armistizio dell’8 settembre.

I territori italiani, già tartassati dal flagello della guerra, vengono vessati da nuove incombenze, messi a dura prova dall’avanzare della Storia. Il maresciallo Badoglio, capo del Governo italiano, chiede e ottiene l’armistizio agli anglo-americani e fugge da Roma assieme al Re Vittorio Emanuele III. L’Italia viene gettata nel caos, progressivamente erosa da scontri interni e sotterranei, violata da quei soprusi che la guerra riesce a generare.

Nel pandemonio, l’esercito e la popolazione civile non riesce più a discernere tra alleati e nemici; intere famiglie abbandonate, soldati lasciati al fronte senza istruzioni. Il dramma che va a delinearsi è di portate macroscopiche.
Le popolazioni civili istriane, fiumane, giuliane e dalmate, già ridotte alla fame, si trovano ad affrontare un nuovo nemico: l’avanzata dei seguaci di Tito, i partigiani jugoslavi, pronti a seminare violenza in territorio italiano. Tra la moltitudine di vittime, si erge la figura di Norma Cossetto, allora studentessa dell’Università di Padova.

Trailer

 

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