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Recensione “Saltburn”: una satira cupa su ossessione, gelosia e desiderio

Dopo l’exploit pluripremiato di “Una donna promettente” (Oscar per la miglior sceneggiatura originale, miglior film e miglior sceneggiatura ai BAFTA) Emerald Fennell torna con un giallo contorto e intenzionalmente provocatorio.

Indice

Saltburn – tutte le informazioni

Trama

Mentre tenta faticosamente di trovare il suo posto all’Università di Oxford, lo studente Oliver Quick (Barry Keoghan, L’isola degli spiriti) viene attratto nel mondo dell’affascinante e aristocratico Felix Catton (Jacob Elordi, Euphoria), che lo invita a Saltburn, l’eccentrica tenuta di famiglia, per un’estate indimenticabile.

Recensione “Saltburn”: una satira cupa su ossessione, gelosia e desiderio

Crediti

  • Regia: Emerald Fennell
  • Sceneggiatura: Emerald Fennell
  • Cast: Rosamund Pike, Carey Mulligan, Archie Madekwe, Barry Keoghan, Jacob Elordi, Richard E. Grant, Reece Shearsmith, Lolly Adefope, Paul Rhys, Sadie Soverall, Pierre Bergman, Gabriel Bisset-Smith, Maud Druine, Andy Brady, Keith Lomas
  • Genere: Drammatico, Thriller
  • Durata: 127 minuti
  • Produzione: Stati Uniti/Regno Unito, 2023
  • Casa di produzione: LuckyChap Entertainment, MRC Film
  • Distribuzione: Prime Video (Italia)
  • Data di uscita: n.d.

Saltburn” è stato presentato al Telluride Film Festival il 31 agosto 2023 e successivamente come film d’apertura al BFI London Film Festival il 4 ottobre 2023. L’uscita nelle sale era prevista a partire dal 24 novembre 2023 ma a seguito del successo di critica riscontrato al Telluride Film Festival è stata anticipata al 17 novembre. In Italia il film, presentato in anteprima alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma, verrà distribuita per lo streaming sulla piattaforma Prime Video.

Recensione

Il giallo psicosessuale scritto e diretto da Emerald Fennell su questo studentello di Oxford sedotto dalla ricchezza che accetta l’invito da parte di un nobile affascinante a trascorrere le vacanze insieme nella sua tenuta offre allo spettatore una satira cupa su ossessione, gelosia e desiderio. L’arguta autrice e regista intende evidentemente provocare con “Saltburn”. E, bisogna dire, vi riesce in pieno.

Attraverso contorsionismi barocchi, meravigliose scenografie e delle riprese serpeggianti la Fennell sa costruire un film intelligente e sbilenco, al tempo stesso oscuro e abbagliante. Mette in piedi un’analisi salace su un sistema – quello dell’aristocrazia – non dicendo sostanzialmente nulla di nuovo o di particolarmente rivelatorio ma con una brillantezza entusiasmante e uno stile peculiare. Saltburn, luogo attestato agli eccessi dionisiaci, diventa dunque il paradigma di un mondo rarefatto, capace per certi versi anche di nauseare.

I colori sgorgano da ogni inquadratura – in particolare dalle numerose scene di festa del film – facendo da contraltare all’enigmaticità fosca che si insinua costantemente fra le pieghe del racconto; e diverse sequenze sono ridondanti ma deliziose, poiché Fennell le riempie di dialoghi semi-farseschi che mettono in risalto il privilegio massimo dei ricconi: non aver mai conosciuto in vita loro cosa significhi realmente avere bisogno.

Giudizio conclusivo

Saltburn” si presenta come un film godibilmente arzigogolato che piacerà soprattutto agli amanti dei thriller contorti e decadenti.

Note di regia

La cosa che mi entusiasma è che questo film ha davvero scosso fisicamente le persone. Le ha fatte sentire eccitate in un modo che le disturba. Ha fatto sì che sentissero che una sorta di violenza latente veniva tirata fuori […] sapevo che stavo realizzando un film in stile country gotico, quindi sapevo che la struttura doveva essere un narratore che ci riportasse indietro nel tempo in un periodo che ha cambiato la sua vita per sempre perché il passato è un altro paese, si fanno cose diversamente. Quindi doveva essere un periodo di tempo abbastanza lungo da farci sapere che qualcuno non l’aveva superato, ma non così lungo da essere un vecchio che ci ripensava. Quindi sembrava giusto. E poi, poiché abbiamo a che fare con un tipo di bellezza – gran parte di questo film è incentrato sulla bellezza e sul nostro rapporto con essa – quello che davvero non volevo era che sembrasse un servizio fotografico

A volte bisogna lottare. Ci siamo sempre spinti a vicenda per migliorare, a volte fino all’orlo della follia assoluta, devo dire, da entrambe le parti. Ma è così. È molto, molto raro trovare un collaboratore che, anche quando siete entrambi al massimo della stanchezza e dell’intolleranza, riesca a fare qualcosa per l’altro che sia trascendentale

Potrebbe tranquillamente essere ambientata a Hollywood. Oliver soffre di qualcosa di cui credo soffriamo tutti in qualche misura. Ma in questa città, forse più che mai, che c’è il desiderio di essere qualcosa, di essere qualcuno. Oliver ha lavorato tutta la vita per arrivare in questo posto, per arrivare a Oxford, su cui ha fantasticato e che pensa possa aprire una porta. [Ma quando arriva, realizza che] tutte le cose che pensava fossero importanti, sono solo un trucco.

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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