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Aquaman e il regno perduto: la recensione del secondo capitolo del film DC

Dopo il primo capitolo, Aquaman e il regno perduto riporta al cinema il supereroe marino più amato di sempre, questa volta in veste più sensibili ed umane. Lo ritroviamo, infatti, nei panni di padre, con la sua famiglia sulla terra e, dall’altro, nei panni di Re, alle prese con le difficili questioni familiari, e non.

Indice

Aquaman e il regno perduto: la trama

Dopo gli eventi della Justice League e la sconfitta di Darkseid, Arthur Curry, noto come Aquaman, ha trovato un equilibrio tra la sua vita sulla terra con la moglie Mera (Amber Heard) e il loro bambino, e le sue responsabilità come Re di Atlantide. Tuttavia, la pace è minacciata quando Black Mantha emerge come una nuova minaccia, desideroso di vendicare la morte di suo padre. Con l’acquisizione di un potente artefatto, Black Mantha minaccia di far risorgere un antico passato corrotto che potrebbe distruggere il mondo sia sulla terra che sotto il mare. Per fermare questa minaccia globale, Arthur si rivolge al suo fratello e rivale Orm, cercando di unire le forze per affrontare la sfida.

Aquaman e il regno perduto

Aquaman e il regno perduto: la recensione

Aquaman e il Regno perduto rappresenta l’epilogo di un’era per la DC Extended Universe, cercando di unire il passato e il futuro di questo universo cinematografico. Il film mantiene la spettacolarità visiva del suo predecessore, ma mostra alcune debolezze in termini di originalità e ritmo narrativo. Il nucleo della storia si concentra sulla famiglia, sia quella biologica che quella reale, con la relazione tra Arthur e Orm che assume un ruolo centrale. Mentre nel primo capitolo avevamo visto un Aquaman più eroico, qui lo vediamo scoprirsi e rivelare un lato più umano ed emotivo. Come già accennato prima, dopo la sconfitta di Darkseid, Arthur si è sistemato sulla terra con la moglie Mera e il loro bambino, cercando di conciliare la vita familiare con le sue responsabilità come Re di Atlantide. Questo rappresenta un notevole sviluppo del personaggio, poiché gli spettatori sono testimoni di un lato più umano e privato di Aquaman, che non è solo un re, ma anche un padre.

Aquaman e il regno perduto

La minaccia rappresentata da Black Manta e l’artefatto potente mettono alla prova il legame familiare di Arthur. La necessità di proteggere la sua famiglia diventa una motivazione centrale per il personaggio, contribuendo a guidare le sue azioni e decisioni nel corso della trama. Il film si impegna a mostrare il conflitto interno di Arthur tra il suo desiderio di proteggere la sua famiglia e le responsabilità che comporta il suo ruolo di Re di Atlantide. Il tema familiare si snoda così in tutta la pellicola, non riguardando solo Arthur e la sua famiglia, ma anche Arthur e suo fratello, Orn. I due, rivali già da tempo, si ritrovano faccia a faccia ad affrontare antichi rancori, toccando dei punti emotivi più profondi e sensibili.

Una buona dose di emotività… ma l’azione?

Abbiamo apprezzato l’idea di fare un capitolo più profondo emotivamente ma, tuttavia, non abbiamo potuto non notare come a livello di trama, azione e contenuti, il film abbia qualche problemino rispetto al precedente. Se fino a questo momento avevamo visto un Aquaman più grintoso, attivo e pieno di forze, ora tutto sembra essere più fiacco e spento, a partire dai combattimenti per arrivare poi alla trama e al contenuto.

Aquaman e il regno perduto

Il regista James Wan, che nel primo capitolo ha dimostrato un’incredibile inventiva e grinta nelle sequenze action, sembra, in questo caso, ridimensionato. La mancanza di coreografie energiche e la sensazione di pilotaggio nelle sequenze di combattimento tolgono al film quell’elemento spettacolare che aveva contraddistinto il suo predecessore. Il mondo subacqueo, seppur affascinante e ricco di effetti visivi di alta qualità, sembra essere vittima dello stessa problema. L’assenza di nuove idee scenografiche toglie alla visione quella freschezza che avrebbe potuto rendere il film altrettanto avvincente quanto il suo predecessore, lasciando lo spettatore un po’ deluso.

Giudizio e Conclusioni

In conclusione, Aquaman e il Regno perduto emerge come un capitolo che, nonostante mantenga alcune qualità visive e affascinanti effetti speciali, pecca nella gestione delle sequenze d’azione, elemento chiave del genere supereroistico. La mancanza di grinta e originalità nelle coreografie di combattimento, unita a una sensazione di déjà vu nel design del mondo subacqueo, contribuisce a un’esperienza cinematografica che non riesce a replicare appieno il successo del suo predecessore. Da un lato, però, abbiamo apprezzato l’idea di fare un capitolo più profondo ed emotivo, mostrando lati nascosti di questo supereroe.

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