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Recensione “Heart of stone”, un action movie forse troppo rocambolesco e scontato

Rachel Stone è la protagonista di “Heart of stone”. A interpretarla è Gal Gadot, già vista in “Wonder woman” e, per questo, carica di una responsabilità di cui non riesce a portare il peso sino in fondo. Trama scontata, prove attoriali non sempre all’altezza delle aspettative.

Questo è un film che, nonostante sia al primo posto delle proposte Netflix, ha deluso molto e molti. La linea di demarcazione è data dallo spirito con cui ci si approccia alla pellicola. Se non si hanno troppe pretese è lo svago perfetto, altrimenti qualcosa farà storcere il nasco agli appassionati del genere.

Indice

“Heart of stone” – Tutte le informazioni

Trama 

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“Heart of stone” è un film di azione e di spionaggio che inizia con tutte le migliori intenzioni. Nelle Alpi, una squadra dell’MI6, sesta sezione dei servizi segreti inglesi, è impegnata nella cattura di un pericoloso trafficante di armi. Rachel Stone (Gal Gadot) è di supporto informatico agli agenti operativi e si trova a dovere intervenire all’improvviso. 

Le sue doti fanno comprendere subito agli spettatori, ma non ai colleghi, che non è per nulla una recluta alle prime armi. Si scopre presto che è un agente sotto copertura del Charter, un’organizzazione segreta di ex agenti estemamente qualificati che ha il compito di mantenere la pace. Purtroppo l’obiettivo muore, ma la protagonista riesce a non farsi scoprire. 

Di ritorno a Londra, dopo una riunione con i capi che esprimono la loro delusione circa la conclusione della missione, il gruppo si riposa ed è in questo contesto che esce per la prima volta il nome del Charter. Parker, Yang e Bailey – rispettivamente interpretati da Jamie Dornan, Jing Lusi e Paul Ready – sanno della sua esistenza, ma non hanno idea di chi siano i componenti. 

Nonostante le raccomandazioni del Charter e del Cuore, la divisione di cui fa parte Rachel Stone e dal quale prende il titolo il film, “Heart of Stone”, la protagonista sente un legame con la nuova squadra e, seppur non voglia rivelare la propria identità, non è disposta a pagare il prezzo della morte dei suoi nuovi amici per farlo. Purtroppo, però, Yang e Bailey muoiono e solo Parker si salva: è in questo preciso momento che cambiano le carte in tavola e si comprende come non tutto sia esattamente come si pensava fosse. 

Parker non è chi dice di essere e ha proprio l’obiettivo di distruggere il Cuore per regolare conti passati. Molte sono le pedine nelle sue mani e per Rachel Stone fermarlo diventa di vitale importanza. In ballo c’è la sicurezza dell’umanità.

Crediti

  • Regia: Tom Harper
  • Cast: Gal Gadot, Jamie Dornan, Alia Bhatt, Sophie Okonedo, Jing Lusi, Paul Ready, Jon Kortajarena, Archie Madekwe, Matthias Schweighöfer, BD Wong, Glen Close, Mark Ivanir
  • Genere: thriller, spionaggio, drammatico
  • Durata: 125 minuti
  • Produzione: Stati Uniti, 2023
  • Distribuzione: Netflix
  • Data d’uscita: 11 agosto 2023

Recensione

“Heart of stone”: un film che non si rivela all’altezza delle aspettative

“Heart of stone” è uno di quei film che si aspetta con ansia. La trama e il cast fanno ben sperare ed è forse per questo che una serie di difetti lo fanno apparire molto al di sotto degli standard attesi. Gal Gadot/Wonder Woman, per la quale questa pellicola era un modo per ritornare alla ribalta, dà prova di una buona prova attoriale ma non sublime.

Lo sviluppo degli eventi – scontato e già visto – non la aiuta. Anche Jamie Dornan, Christian Grey nella trilogia di “Cinquanta sfumature”, non si rivela all’altezza. Fa il minimo sindacale per essere credibile come cattivo, ma forse lo si preferisce in altri ruoli. 

Si tratta di un film che strizza l’occhiolino a “Mission Impossible” e a “007”, ma che non si avvicina nemmeno alle interpretazioni magistrali di veri e propri mostri sacri, per non parlare dello sviluppo del plot: spesso sbrigativo e prevedibile.

La mission: l’aspetto che non fa naufragare qualsiasi tentativo di successo

Se vogliamo trovare un punto a favore per “Heart of stone”, ad appassionare è certamente il fine nobile per cui nasce il Charter. I Re di Cuore, meglio conosciuto come Nomade e interpretato da Sophie Okonedo; di Fiori (Bradley Darryl Wong); di Quadri (Glen Close) e di Picche (Mark Ivanir) fanno di tutto per difendere l’organizzazione, che però non si rivela cristallina come ci si aspetta o, perlomeno, agisce secondo il principio machiavellico de “il fine giustifica i mezzi”.

Impossibile non simpatizzare con il Fante di Cuori, interpretato da Matthias Schweighöfer, che prova in tutti i modi a guardare le spalle a Rachel Stone e a salvare l’anima del Charter. Forse un po’ troppo tecnologici (e poco realistici persino per un film d’azione americano), si rivelano gli strumenti a disposizione del pool di intelligence. 

Giudizio e conclusioni

“Heart of stone” è l’ennesimo film con al centro un’eroina. Nulla da ridire ovviamente: che sia una donna a salvare il mondo è apprezzabile e funziona sempre. Ma forse Rachel Stone non ha nulla di più rispetto alle protagoniste di altri spy movie. Sia la prova attoriale che il personaggio non danno nulla di più delle pellicole già viste negli scorsi anni.

Sicuramente si tratta di un film piacevole e scorrevole. È perfetto per trascorrere una serata rilassante, con qualche picco di adrenalina, senza troppe pretese. Qualora si fosse ancorati alle solite trame, qualora si volesse vedere una pellicola in cui il Bene trionfa sul Male con le stesse dinamiche di sempre, nulla da eccepire. Ma, se ci si aspetta il nuovo candidato agli Oscar, le proprie aspettative è facile che vengano deluse. È, come sempre, questione di standard e di approccio.

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