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Parliamo delle mie donne

Recensione

Parliamo delle mie donne – Recensione: libero tradimento e maschilismo

Scena dal Film "Parliamo delle mie donne"

“Parliamo delle mie donne”, sarebbe dovuto essere un film incentrato sulla ricongiunzione familiare e sui rapporti d’amore incondizionato che si instaurano all’interno di una famiglia, non che quest’ultimo fattore non sia presente, ma è stato poco sviluppato.

Claude Lelouch ha dichiarato di aver impiegato ben due anni per la stesura di quella che secondo lui è una buona sceneggiatura, ma il prodotto finale lascia un po’ a desiderare. I dialoghi tra i personaggi principali riescono a sminuire la figura della donna a semplice oggetto, in alcune scene questo fattore è presente in modo abbastanza velato, ma si percepisce chiaramente osservando il comportamento del protagonista, Jacques Kaminsky (Johnny Hallyday), che cambia compagna come se fosse un paio di calzini.

L’egoismo di Jacques riassume senza ombra di dubbio l’intero film: si trasferisce in una casa sulla montagna e lascia la sua quarta moglie scrivendole semplicemente un biglietto dove le dice che si sarebbe trasferito. A quanto sembra la donna non si merita alcuna spiegazione, semplicemente lui si è stufato. Passa così ad avere un’altra storia iniziando la sua nuova vita lontano da tutti.

Parliamo delle mie donne: un film senza genere preciso

Non è ben chiaro il genere di “Parliamo delle mie donne”, sotto un certo punto di vista può essere descritto come film drammatico, ma riscontra degli aspetti di una commedia e degli aspetti pseudo-romantici; quindi da una scena all’altra il film è capace di deviare lo spettatore.

Il titolo lascia intendere che le donne possano avere una certa rilevanza all’interno della pellicola, non è per niente così. Persino la compagna di Jacques, Sandrine Bonnaire (Nathalie Béranger), sembra non avere alcuno scopo specifico, il suo unico ruolo è quello di essere il motivo per il quale il protagonista lascia la moglie.

Durante tutta la durata di “Parliamo delle mie donne”, viene nominato questo famoso romanzo scritto da Primavera Kaminsky (Irène Jacob), “Ti amiamo bastardo”. In questo libro viene raccontato il rapporto complicato che lei e le sue sorelle hanno con il proprio padre, in cui è evidenziato in maniera particolare il comportamento negativo che lui ha avuto nel corso della loro vita.

“Ti amiamo bastardo”, titolo originale della pellicola, è sicuramente più appropriato di quello italiano. Jacques Kaminsky, infatti non fa assolutamente niente per potersi guadagnare la fiducia delle ‘proprie donne’, viene presentato come un uomo buono che in realtà buono non è, il personaggio di Hallyday è puramente egoista, dimostrandolo specialmente verso la fine.

Nonostante venga fatto presente quanto lui possa sentirsi in colpa per il suo comportamento, non fa assolutamente niente per rimediare e ogni personaggio femminile sembra succube del suo volere. Quindi ciò che Claude Lelouch vuole raccontare sull’unità familiare e il voler redimersi, non viene affatto percepito.

Alessio Camperlingo

Trama

  • Titolo originale: Salaud, on t’aime
  • Regia: Claude Lelouch
  • Cast: Johnny Hallyday, Sandrine Bonnaire, Eddy Mitchell, Irène Jacob, Pauline Lefèvre, Sarah Kazemy, Jenna Thiam, Agnès Soral, Isabelle de Hertogh, Valérie Kaprisky
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 124 minuti
  • Prosuzione: Francia, 2014
  • Distribuzione: Altre Storie
  • Data di uscita: 22 giugno 2017

Parliamo delle mie Donne LocandinaL’autore francese Claude Lelouch, vincitore di due premi Oscar per il film “Un uomo, una donna”, cura per “Parliamo delle mie Donne” sia la regia che la sceneggiatura, assieme a Vlerie Perrin. Per il suo quarantaquattresimo lungometraggio Lelouch, sceglie una commedia che nasconde grandi e profonde tematiche, quali la famiglia, il perdono e l’amicizia.

Jacques Kaminsky (interpretato dall’attore e cantante rock Johny Hallyday), è un fotografo di guerra di indubbia fama internazionale. Purtroppo, a causa del suo lavoro, trascorre più tempo con la macchina fotografica che con le figlie Primavera, Estate, Autunno e Inverno.

La distanza emotiva, diventa anche fisica quando il protagonista, trasferitosi con la sua nuova compagna da Parigi ai piedi del Monte Bianco, in una tranquilla baita alpina, inizia a sentire il grande vuoto lasciato dall’assenza delle sue ‘donne’ – tutte avute da compagne diverse – e la necessità di rimettere insieme i pezzi di una famiglia lasciata in disparte, per dedicarsi alla carriera.

Sarà il suo migliore amico Frédéric (Eddy Mitchell) a smuovere la situazione, inventando una strampalata messa in scena per riconciliare l’intera famiglia; benché, la nuova tranquillità apparente appena conquistata, verrà eclissata da una sconvolgente menzogna.

Parliamo delle mie Donne: una commedia che fa riflettere

Il lungometraggio è una commedia d’amore ed amicizia, capace di cogliere alcune importanti sfumature dell’animo umano, attraverso il connubio di sensibilità e umorismo. Per il regista è principalmente la storia di un uomo che, ad un certo punto della sua vita, si rende conto di essersi perso qualcosa per strada. L’affetto delle sue figlie lontane è una parte importante che sente mancargli e che vuole a tutti i costi riconquistare.

“Parliamo delle mie Donne” è una favola moderna con una morale: il tempo è prezioso e non può essere sprecato a dire bugie o portare rancore. I sentimenti – quelli veri – e gli affetti sono ciò che rende la vita davvero preziosa e non possono, in alcun modo, passare in secondo piano.

Trailer

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