Eco Del Cinema

One Second (2021)

Recensione

One Second: i ricordi si disperdono, eppure un secondo è cosi importante

One Second film

“Ha solo 14 anni perchè deve competere con gli adulti”.

Due anni dopo la non partecipazione a Berlino, Zhang Yimou riesce a portare sulle scene la sua ultima fatica “One Second”. Non sappiamo se il lungometraggio portato alla Festa del Cinema di Roma 2021 rappresenti la versione che il regista aveva in mente, guardandolo sembra ‘manchevole’, non tanto come storia e come impatto, quanto come collocazione socio-culturale, come immagine politica di un paese nel periodo della rivoluzione culturale.

Siamo al nord della Cina, nella regione dei deserti del Gansu, e proprio attraverso il paesaggio desertico inizia la fuga di Zhang ( Zhang Yi), un prigioniero evaso da un campo di lavoro forzato.

Una partenza che ricorda le commedie tristi di Chaplin, nelle azioni e nelle immagini, caratterizzata dal continuo ruba e riprendi di una bobina cinematografica, contesa da Zhang e da un’orfana emarginata (Liu Haocun). Lui vuole vedere a tutti i costi la figlia che appare nel cinegiornale che apre il film di propaganda contenuto nella scatola di latta. A lei invece serve assolutamente qualche metro di pellicola per realizzare un paralume e raddrizzare un torto, salvando il fratellino dal pericolo.

La lotta tra i due finisce per diventare un duello a tre, quando si ritrovano davanti a Mr. Film, il ‘compagno proiezionista’ (Fan Wei) e feticista della celluloide.

In quel remoto angolo della Cina il cinema è un sogno collettivo, un momento di magia da rivivere insieme, non importa se in una sala scalcagnata o sempre con lo stesso film o quasi (in questo caso si tratta di “Heroic Sons and Daughter” a scopo meramente propagandistico).

Per Zangh basta un solo secondo di un singolo fotogramma a custodire la magia negli occhi di un padre che lo guarda.

All’inseguimento dell’immagine perduta

One Second film

‘Servire il popolo’, questo è lo slogan nascosto dietro l’immagine della figlia di Zangh, braccato dalla sicurezza ed evaso solo per un istante di felicità. La libertà come evasione, questo sembra suggerire il regista, evasione da un carcere, evasione nella magia di un film, evasione nei panorami sconfinati a perdita d’occhio, un momento finalmente lontani da quel ‘Grande fratello’ appena accennato, ma che sembra far sentire la sua presenza ovunque.

“Non fare qualcosa di cui ti pentirai”

“One Second” nella presenza del proiezionista può ricordare un “Nuovo Cinema Paradiso” cinese, ma nella realizzazione se ne distacca completamente e, pur non essendo il miglior film del cineasta, riluce della sua ricercatissima e raffinata bellezza visiva. Bellissimi giochi tra luci ed ombre, che attraversano palette bicromatiche sui toni del beige e del nero. Un valore estetico di immagini fatte di spazi, luoghi e paesaggi e soprattutto personaggi, che hanno trovato l’autore.

Personaggi per un racconto senza fronzoli che, tra gesti e silenzi, sono capaci di veicolare emozioni e sentimenti, di padri, figli, famiglie, dove al centro emerge cruciale la figura femminile, quasi salvifica, inestimabile.

La pellicola è una dichiarazione d’amore, che resta e non scompare nella sabbia per costruire un ricordo, un domani, per ricominciare, anche nel cinema, perché “Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo” (Isabel Allende).

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Titolo originale: Yi miao zhong
  • Regia: Zhang Yimou
  • Cast: Zhang Yi, Wei Fan, Liu Haocun, Yu Ai Lei, Zhang Shaobo, Li Xiao-Chuan
  • Genere: Drammatico, Storico, colore
  • Durata: 105 minuti
  • Produzione: Cina, 2021
  • Distribuzione: Fenix Entertainment, Europictures

one second poster“One Second” rappresenta il ritorno dopo anni di Zhang Yimou con un film di genere drammatico interpretato da Liu Haocun e Zhang Yi.

One Second: il nuovo cinema paradiso cinese

Il film diretto da Zhang Yimou, è ambientato nella provincia del Gansu della Cina nordoccidentale durante la Rivoluzione Culturale (1966-76) e racconta la storia del casuale incontro e del forte legame che nasce tra Liu Guinü, un’orfana emarginata con un fratellino piccolo e e Zhang Jiusheng, un prigioniero evaso da un campo di lavori forzati. L’uomo è alla ricerca disperata di una pellicola che contiene, nel cinegiornale di propaganda numero 22, un frammento della durata di un secondo, con l’immagine della sua amata figlia che non lo vuole più vedere dopo l’arresto.
Osteggiato dalla censura cinese, “One Second” era stato selezionato in concorso al Festival di Berlino 2019, ma venne improvvisamente ritirato dalla line-up per “motivi tecnici”. Da quel momento Zhang Yimou ha lavorato quasi due anni per aggiustarlo, rigirando alcune scene e tagliando alcuni passaggi scomodi, sicuramente contenenti riferimenti politici dell’epoca, in modo da poterlo far finalmente uscire in sala.

One Second: il ladro di pellicole

Il ritorno di un grande cineasta, che al contempo filma anche la sua dichiarazione d’amore per il cinema, che viene rappresentato come qualcosa di sacro.
Nel corso di questi due anni ci sono stati aggiustamenti in fase di montaggio nella pellicola, ma la critica a quel periodo è già evidente nella battuta sulla figlia di Zhang mostrata nel cinegiornale in cui si sottolinea che essendo una ragazzina di soli 14 anni “non deve competere con gli adulti”. La storia è tratta da un romanzo della scrittrice Yan Geling.

L’opera è distribuita nelle sale da Fenix Entertainment.

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