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Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz (2017)

Recensione

Oltre la nebbia: pastiche onirico al termine della notte

oltre la nebbia still

Varlotta dirige una pellicola inusuale e ambiziosa, collage sbiadito e morboso di un mondo atavico e impenetrabile. “Oltre la nebbia” si crogiola nel citazionismo prima di ricercare una propria strada; opera dissestata e instabile, ma pur sempre primigenia.

Il sogno è il filo, la matrice. Archiviata l’incursione violenta della Storia in “Zoè“, la seconda prova sulla lunga distanza di Varlotta sembra reggersi piuttosto sull’impalpabile e l’immateriale: confini nebulosi, un rapporto osmotico tra piani dell’esistenza paralleli, un gioco deliberato sul femminino e il mascolino. In nuce, un thriller fumoso che si genera dall’assenza, dal vuoto: quello lasciato dall’attore Rainer Merz, scomparso dopo le riprese di un film. Si diramano a macchia d’olio sospetti e rimandi, in un gioco autistico e allucinato che guiderà l’ispettore Andreasi (Pippo Delbono) alla presa di coscienza, a illuminare il proprio rimosso.

Sulla scena una civiltà ossessivamente nostalgica, infestata e parassitata dalle contingenze: il germe è la sopraffazione maschile, quel sopruso che ha portato alla concezione di divinità come ente maschile, padre comprensivo o iroso, spazzando via quella Dea Madre a cui il film pur sempre rimanda in maniera sghemba e didascalica. Nella nebbia si stagliano pochi personaggi: Rosa Carlini (Corinne Cléry) costumista ambigua e carnale, sua nipote, fantasmi, altre figure acquerellate e sbiadite. È il teatro delle marionette; sullo schermo, corpi come gusci vuoti e personalità prêt-à-porter. Varlotta semina spunti interessanti ma sterili, bruciati sul nascere da stilemi evitabili e una recitazione a tratti claudicante.

Nel 1635, Calderón de La Barca raggiungeva uno dei più alti apici della letteratura barocca con la “La vida es sueño”, piazzando la lente d’ingrandimento sulla temperie del proprio secolo: la labilità dell’essere umano, il suo essere fallace, la difficoltà nel discernere tra realtà e sogno. È su questo che “Oltre la nebbia” cerca di giocare, con risultati sporadicamente convincenti – più spesso grotteschi e risibili. La camera viene montata sul crinale che separa ciò che è apparenza da ciò che ha parvenza di essere reale; registra il momento in cui il diaframma tra i due mondi si fa pericolosamente sottile. Un’operazione su carta accattivante, inficiata sistematicamente da una regia lacunosa e manchevole.

 

Oltre la nebbia: la fascinazione del doppio si incarta su se stessa

oltre la nebbia scena finale

 

Varlotta sembra inconsciamente scomodare Magritte. La pellicola è una partitura di voci e richiami assillanti, specchi che riflettono stancamente all’infinito (siamo pur sempre lontani dall’omaggio di Park Chan-wook al pittore in “The Haindmaiden”). È un gioco metacinematografico, quello messo in piedi: il set sul set, un interpretare continuo che scardina una sceneggiatura mai lineare e che si dipana con difficoltà. “Oltre la nebbia” s’inceppa più volte, arrestando la corsa per strizzare furbamente l’occhio a una certa tradizione dell’immagine: quella di Lynch e Kubrick – colta solo in parte -, il fiabesco saturato di Argento.

È la drammatizzazione ad essere portata all’esacerbazione, con risultati urticanti per lo spettatore. Tra litanie imbarazzanti e filastrocche vestite a battute, è l’orchestrazione delle voci a palesare voragini non indifferenti. La macchinazione perfetta ordita e sperata purtroppo si ingolfa, scoprendo tutti i punti di sutura di un’opera che in potenza poteva esplorare e stupire.

Simone Stirpe

 

Trama

  • Regia: Giuseppe Varlotta
  • Cast: Pippo Delbono, Corinne Cléry, Cosimo Cinieri, Luca Lionello, Frederic Moulin, Giovanni Capalbo
  • Genere: Thriller, colore
  • Durata: 86 minuti
  • Produzione: Italia, 2017
  • Distribuzione:  P.F.A.
  • Data di uscita: 4 ottobre 2018

Oltre la nebbia - Il mistero di Rainer MerzGiuseppe Varlotta firma il thriller dal titolo “Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz”, che racconta gli oscuri segreti celati dietro la scomparsa dell’attore Rainer Merz.

Oltre la nebbia – Il mistero di Rainer Merz: una strana indagine per un fitto mistero

Tutto comincia nell’ex fabbrica di cioccolato Cima Norma, Blenio-Torre, Svizzera, una settimana prima di Pasqua. Un famoso attore di nome Rainer Merz (Cosimo Cinieri) considerato un “Maestro” del cinema, scompare misteriosamente durante gli ultimi giorni di riprese di un film storico sulla vita dell’imperatore Federico II, in un set segreto allestito proprio dall’artista.

L’investigatore privato Giovanni Andreasi (Pippo Delbono) viene incaricato dalla compagna di Merz, Rosa Carlini (Corinne Cléry), nonché costumista del film, di scoprire che cosa sia accaduto all’attore. Le indagini, però, prendono fin da subito una piega inaspettata.

L’investigatore, osservando delle foto dell’attore scomparso, comprende che quel volto non gli è nuovo. Infatti, Giovanni Andreassi ricollega Rainer Merz all’uomo che gli appare nei ricorrenti incubi che sono legati all’ambiguo caso di un suicidio di una ragazza, sul quale stava lavorando prima di lasciare la polizia e che ancora lo tormenta.

Il mistero si infittisce ancora, quando Andreassi inizia a indagare sui membri dell’ex compagnia di attori di Merz. Tutti sembrano nascondere qualche segreto, il caso si complica ancora, quando emerge dalle indagini che l’unico contatto legato all’artista nella zona in cui è scomparso è quello del professor Armand Rubino (Vincent Nemeth), un esperto di storia medioevale, che anni prima aveva ospitato il maestro Rainer Merz quando questi aveva sciolto la compagnia e abbandonato l’Italia per recarsi in Svizzera. Ma, non finisce qua: insieme all’artista si scopre che anche il girato del film è andato perso.

Da quel momento l’investigatore si rende conto di essere entrato in un mondo oscuro, nel quale si può far guidare solo dalle sue visioni e dal diario segreto di Merz, del quale entra in possesso casualmente e che lo guida tra i ricordi dell’attore e le motivazioni per cui si è recato in Svizzera. Andreassi scoprirà presto che il caso è molto più complesso di quello che sembra e di essere difronte non a una semplice scomparsa, ma bensì, a una battaglia epocale tra poteri segreti.

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