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Occhiali Neri (2022)

Recensione

Occhiali neri: il male nascosto da un eclissi di sole

Occhiali neri

“I nostri antenati pensavano che la sparizione del sole fosse la fine del mondo”!

“Occhiali neri”, presentato al Festival di Berlino 2022, segna il ritorno alla regia di Dario Argento, a dieci anni di distanza da “Dracula 3D”.

Con questo film riappare uno dei temi più cari al regista, il tema dello sguardo, e in questo caso della cecità, già visto nel Karl Malden de “Il gatto a nove code” e in Flavio Bucci di “Suspiria”.

Argento ribalta il punto di vista di “Opera”, dove l’occhio era costretto, dagli aghi sotto la palpebra, a guardare ogni cosa; in “Occhiali neri”, lo oscura fin dall’inizio, come la luna fa con il sole durante l’eclissi, usando quegli stessi occhiali che permettono la visione del fenomeno, come sola copertura a quella improvvisa cecità. Ma l’occhio privato della vista non è in grado di affrontare le minacce da solo e ha bisogno di una guida, una guida che potrà essere identificata in un animale o in un bambino cinese di nome Chin.

La trama ha una struttura semplice e banale, costellata di luoghi comuni, un thriller dalle pennellate splatter dove il sangue “cerca” di tornare a scorrere a fiumi. Nella città si aggira un killer di prostitute e la sua prossima vittima è Diana (Ilenia Pastorelli), una escort di lunga esperienza che per sfuggire all’assassino causa un incidente nel quale lei perde la vista e una famiglia cinese rimane uccisa, tranne un bambino.
Grazie all’aiuto di Rita (Asia Argento), assistente per ciechi, e del piccolo Chin (Xinyu Zhang), rimasto orfano, Diana riuscirà a tornare alla vita di tutti i giorni, ma sarà proprio allora che capirà di essere ancora seguita dal furgone del killer, deciso a concludere il suo lavoro a ogni costo.

L’emarginazione dell’odierna società

“Occhiali Neri” è una pellicola che offre spunti di riflessione, anche se abbondantemente battuti e legge la società attraverso i suoi “emarginati”, come una escort diventata non vedente e un immigrato cinese rimasto solo.

Assistiamo a un lungometraggio basato sul tema della “cecità” in un universo che solo gli emarginati riescono a comprendere a fondo, abbandonati a se stessi da chi non sa andare oltre.
Peccato che il tentativo di ripercorrere perduti fasti venga soffocato sul nascere anche da una recitazione decisamente sottotono, con battute anonime, fin troppo esacerbata, da risultare innaturale. Di Ilenia Pastorelli sembra più importante ammirarne le tette in primo piano, che la presenza scenica, a dir poco goffa e forzata, di pari passo con una prova attoriale ridondante, ma vuota.

Il film è un continuo ripetersi di noti clichè e di personaggi ordinari e poco incisivi. Unica nota positiva è la colonna sonora di Louis Siciliano, che riesce nel tentativo di ripercorrere sonorità care ad Argento, e la figlia Asia, che sembra richiamare il cammino recitativo di mamma Daria Nicolodi.

Nemmeno la città sembra importante per la storia, la Roma raccontata non ha alcuna connotazione, né fotografica e nemmeno geografica, scomparsa nel più totale anonimato, insieme ai dialoghi, talmente di terz’ordine da essere raggelanti, tra i tanti basti citare “troverò lo stesso il tuo pendolone”.

Solo verso la fine appare qualche sprazzo di quel “simbolismo” caro al regista, quando Diana e Chin in fin si ritrovano nella selva oscura, ma non tra la perduta gente, bensì in una pozza di serpenti, accanto al loro cane pastore, per ripercorrere il ruolo “chiave” degli animali.

“Occhiali neri” dunque, purtroppo non porta nulla di nuovo sotto al sole o senza il sole, ma finisce per sembrare, in alcuni tratti, una stonata parodia delle pellicole cult del maestro del brivido.
Perchè in fondo, seguendo le parole di Aruki Murakami “Conoscere se stessi significa conoscere il proprio Gran Lombrico e non averne paura perché, citando Ranocchio che, a sua volta, cita Joseph Conrad, «il vero terrore è quello che gli uomini provano per la loro immaginazione»”.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Regia: Dario Argento
  • Cast: Ilenia Pastorelli, Xinyu Zhang, Asia Argento, Guglielmo Favilla, Ivan Alovisio, Cristiano Simone Iannone, Gladys Robles, Gianluca Gugliarelli, Gennaro Iaccarino, Maria Rosaria Russo, Andrea Zhang, Andrea Gherpelli, Paola Sambo, Tiffany Zhou
  • Genere: Horror, colore
  • Durata: 90 minuti
  • Produzione: Italia, Francia, 2022
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Data di uscita: 24 febbraio 2022

Occhiali neri poster“Occhiali Neri” un film di Dario Argento distribuito da Vision DIstribution, disponibile dal 24 febbraio 2022 nelle sale italiane. Ambientato a Roma, la pellicola racconta la storia di Diana (Ilenia Pastorelli) una giovane escort, e del suo serial killer.

“Occhiali Neri” Trama

Roma. L’eclissi oscura il Sole in una torrida giornata d’estate. È il presagio del buio che avvolge Diana quando un serial killer la sceglie come preda. La giovane escort, per sfuggire al suo aggressore, va a schiantarsi contro una macchina, perdendo la vista. Dallo choc Diana riemerge decisa a combattere per la sua sopravvivenza, ma non è più sola. A difenderla e a vedere per lei adesso ci sono Nerea, il suo cane lupo tedesco e il piccolo Chin, sopravvissuto all’incidente. Il bambino cinese con i suoi grandi occhi, la voce dolce dall’accento straniero, il carattere di un ometto indipendente e indifeso allo stesso tempo, la accompagnerà nella fuga. Ossessionati dal sangue che li circonda, saranno uniti dalla paura e dalla disperata ricerca di una via di scampo, perché l’assassino non vuole rinunciare alle sue prede. Chi si salverà?

Trailer

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