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Nomad – In cammino con Bruce Chatwin (2019)

Recensione

Nomad – In cammino con Bruce Chatwin: un viaggio nella storia

Nomad review

Herzog non ha alcun bisogno di presentazioni, oramai produce un documentario all’anno, è uno dei cineasti storici e più imponenti tra tutti e questa volta si addentra nelle scoperte dell’esploratore Bruce Chatwin, suo amico e “anima gemella” nello spirito e nella curiosità.

Un percorso con il suo zaino in spalla sulle tracce di Chatwin, nella vita, nella mente, nelle opere e nelle scoperte dell’esploratore britannico che “creava racconti mitici sotto forma di viaggi della mente”, non una biografia, ma una storia di viaggi incredibili.

Due uomini, lo stesso sentire, gli stessi desideri: “c’erano paesaggi che avevamo esplorato individualmente senza che l’altro lo sapesse”. Due spiriti irrequieti che danno vita insieme alla stessa opera prima, pennellata e conclusa dalle schegge impressioniste di Herzog.

La loro amicizia era basata sulla passione comune di esplorare posti sempre nuovi, uniti dalla stessa irrequietezza che li portava a cercare stimoli sempre più accattivanti e misteriosi, incapaci di stare fermi nello stesso posto per sempre, perché “il mondo si svela a chi lo attraversa a piedi” secondo le parole di Chatwin.

Nomad – In cammino con Bruce Chatwin: due anime unite dalla stessa voglia di vivere

Lo sguardo di Herzog tradisce un’emotività appena accennata, ma vivida, un sentimento che guida le sue scelte e le interviste mostrate. Così ripercorre le tappe e l’anima di Chatwin, ed è proprio l’anima che Herzog vuole mostrare nel suo documentario, l’uomo e lo spirito che lo guidava, non i territori esplorati, ma il perché era giunto in quei luoghi, come luoghi dell’anima.

La sua passione per i nomadi, i loro visi e i loro corpi dipinti hanno sempre affascinato Chatwin, uomini che portavano su di loro i segni di ogni passaggio e di ogni vissuto continuando ad andare oltre, senza accontentarsi mai, innarrestabili, perché la vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte. Bruce, dice Werner in merito alle accuse rivolte al suo amico “non partiva dai fatti, ma li modificava e abbelliva, affascinato dalle storie, per renderli ancora più veri”.

Ed è alla fine che Herzog mostra il sentimento e l’immenso dolore per un viaggio volto al termine, quando mostra le ultime immagini di Chatwin, oramai consumato dall’Aids, consapevole di essere giunto al capolinea e dallo sguardo, allucinato e dilanaiato dall’impossibilità di andare oltre e diretto a “questo paese sconosciuto da cui nessun viaggiatore è tornato” come secondo le parole di William Shakespeare.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Titolo originale: Nomad: In the Footsteps of Bruce Chatwin
  • Regia: Werner Herzog
  • Cast: Bruce Chatwin, Karin Eberhard, Nicholas Shakespeare, Elizabeth Chatwin, Petronella Vaarzon-Morel, Glenn Morrison, Michael Liddle Pula, Marcus Wheeler, Shaun Angeles Penange, Peter Bartlett, Robin Granites, Stefan Glowacz, Alberto Del Castillo
  • Genere: Documentario
  • Durata: 85 minuti
  • Produzione: Gran Bretagna, 2019
  • Distribuzione: Wanted
  • Data di uscita: 19 ottobre 2020

Nomad poster Werner Herzog nella sua ultima opera decide di realizzare un tributo al suo amico dall’animo anticonformista, il compianto scrittore di viaggi Bruce Chatwin, morto per conseguenze causate dall’AIDS nel 1989. Il regista tedesco così realizza la sua terza pellicola in meno di 12 mesi, un’opera dai tratti autobiografici e coinvolgente.

Nomad – In cammino con Bruce Chatwin: l’inquietudine del vivere in nome della libertà

Chatwin è morto all’apice del suo personale successo, costruito romanzo dopo romanzo, tramite racconti di un uomo dallo sguardo poetico e in eterna ricerca di quella che lui stesso definiva “conoscenza segreta”.

Aveva esplorato grotte della Patagonia per ricercare fossili rari e aveva attraversato lande sconfinate principalmente a piedi, seguendo l’uso dei popoli nomadi in cui lui si riconosceva e che danno il nome al lungometraggio, identificando uno stato d’animo e un sentimento di appartenenza, macchiato dalle recenti accuse di falsificazione in merito ad alcune sue scoperte.

La ricerca del sentire supremo

Herzog si riconosce nel modo di “sentire” del suo amico fraterno e Nomad, scritto e diretto dal regista tedesco, rappresenta la fusione tra le due personalità, un vero cammino interiore oltre che fisico, un percorso che lega due spiriti affini. Chatwin aveva accresciuto la curiosità sul mondo grazie ai film di Herzog e quest’ultimo aveva adattato il romanzo sulle tribù del Sahara di Bruce in Cobra Verde con l’intemperante Klaus Kinski.

Così nel 1989, poco prima di morire, per ringraziarlo di questo adattamento cinematografico, Chatwin gli fece dono dello zaino che lo aveva accompagnato nelle sue avventure e il regista riparte proprio da quello zaino che porta con sé nel viaggio cavalleresco alla scoperta dei luoghi descritti da Chatwin, tra Patagonia, Australia e Galles tra gli altri.

Sull’onda di una passione comune, Herzog porta alla luce incredibili storie di dinosauri, tradizioni arborigene, tribù scomparse, vagabondi, cercatori di sogni e ricordi perduti.

Il film è una produzione della casa britannica Lucki Stipec, Steve O’Hagan per BBCTwo e Arena. La compagnia Sideways Film detiene i diritti internazionali.

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