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Nel mio nome (2022)

Recensione

Nel mio nome: un documentario sulla fluidità di genere

Nel mio nome poster

Nic, Leo, Andrea e Raff sono quattro ragazzi dai 23 ai 33 anni e vivono a Bologna. Qualcosa li unisce oltre alla loro amicizia ed è il percorso di transizione di genere e più precisamente il FtM (female to male) che stanno affrontando. La loro è la lotta quotidiana di ogni persona transgender che non si identifica nel sesso con cui è nato.

Il regista Nicolò Bassetti porta sul grande schermo un tema che conosce bene, dal momento che è padre di un figlio trans. Lo fa in punta di piedi con grande delicatezza e sensibilità, definendo la transizione di genere “Uno degli atti incruenti più sovversivi che esistono”.

Il narratore è Leo, autore di podcast radiofonici, il più maturo del gruppo. É lui che presenta Nic/aka Irene sposato con Chiara con cui vive in campagna. Raff, impiegato in una ciclofficina, è legato a Felix in una relazione a distanz. Infine Andrea, il più esuberate del gruppo, si trascina in giro con la sua macchina da scrivere Olivetti rossa e racconta, quando da piccolo, un bambino in piscina le/gli chiese se fosse maschio o femmina. Eccolo, questo è il punto: si può definire un essere umano in base a un sesso binario? Oppure l’identità dell’individuo è basata sul genere che indica la percezione che ognuno ha di sé? La risposta la danno i quattro ragazzi che ci mettono la faccia senza filtro, mostrando allo spettatore il loro coraggio tra interventi chirurgici invasivi e trappole burocratiche, perché al momento in Italia non c’è una giurisprudenza che riconosca un terzo sesso.

Un viaggio alla ricerca della propria identità prodotto da Eliot Page

Scorrendo i credit del documentario di Nicolò Bassetti salta subito agli occhi il nome come produttore esecutivo dell’attrice Ellen Page diventata Eliot Page che si definisce transgender e non binary. Non a caso, i quattro protagonisti stanno seguendo lo stesso percorso della star di “Juno” tra terapie ormonali e rettifiche del nome anagrafico cosa particolarmente complicata nel nostro paese. Ci sono due piani di realtà in questo documentario: quello del viaggio interiore dei ragazzi e delle loro compagne/i e l’altro tremendamente realistico dei loro rapporti con il mondo reale. In quest’ultimo dove esistere sui documenti ufficiali, vuol dire essere rigorosamente X o Y, le difficoltà sono quasi insormontabili.

Il regista, già autore del libro da cui è tratto “Sacro GRA” di Rosi, lo dimostra chiaramente con le testimonianze dei quattro protagonisti. “Nel mio nome” è un documento prezioso nella sua semplicità e serve a far comprendere l’importanza della fluidità di genere nella cosiddetta Generazione Z che rifiuta di farsi ingabbiare in schemi predefiniti come l’orientamento sessuale e il genere di appartenenza.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Nicolò Bassetti
  • Cast: Leonardo Arpino, Raffaele Baldo, Andrea Ragno, Nicolò Sproccati
  • Genere: Documentario
  • Durata: 93 minuti
  • Produzione: Italia, 2022
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Data di uscita: 13 giugno 2022

Nel mio nome poster“Nel mio Nome” è un documentario che ha come produttore esecutivo Elliot Page e Gaia Morrione.

La pellicola è stata presentata nella sezione Panorama Dokumente della Berlinale 2022.

Nel mio nome: trama

Nic, Leo, Andrea e Raff sono un gruppo di amici. Nic ha 33 anni, Leo 30, Andrea 25 e Raff 23. Stanno affrontando il difficile percorso della transizione di genere. Quattro persone diverse nella loro unicità, ognuna con le proprie relazioni affettive e le loro tendenze sessuali; ognuna con la propria solitaria passione salvifica: Nic, sposato con Chiara; Leo, fidanzato con Luisa; Andrea scrittore di racconti; Raff impegnato in una relazione a distanza con Felix e con la sua bicicletta rosa autocostruita. Insieme andranno a fare una vacanza insieme, un tuffo liberatorio in una cascata dopo mille difficoltà per ritrovare una identità fuori dagli schemi.

Trailer

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