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Mystify: Michael Hutchence (2019)

Recensione

Mystify: Michael Hutchence – Recensione, la storia di un talento naturale

Mystify: Michael Hutchence recensione

Quando si racconta con un documentario la vita di un grande artista ci si rende conto che solo un regista con un grande talento può riuscire nell’impresa.

Richard Lowenstein ha centrato l’obiettivo in pieno con questa pellicola che descrive la breve vita di Michael Hutchence, un uomo che peraltro conosceva bene. I due si frequentavano da sempre, inoltre Lowenstein lo aveva diretto in molteplici video musicali e in un proprio film dal titolo “Dogs in Space“.

Per realizzare “Mystify: Michael Hutchence” il regista ha raccolto un ingente quantità di materiale sulla sua veloce parabola.

Michael nato nel 1960 a Sidney, ha condotto un’esistenza atipica fin dall’infanzia, poco propenso alle regole e grande sognatore è riuscito a intraprendere una notevole carriera musicale per un suo talento naturale e delle doti vocali eccezionali, più che per una dedizione allo studio della musica.

In poco tempo è diventato il lead vocalist della rock band australiana degli INXS e ha ottenuto nel corso degli anni un successo planetario, vendendo più di sessanta milioni di dischi. Buona parte della sua fortuna è dipesa anche dalla sua avvenenza e dal fatto che incarnava perfettamente l’archetipo del rock showman con i capelli ricci e fluenti e lo sguardo tenebroso.

Anche nella vita personale ha ottenuto successi, nel film vengono descritti gli stretti rapporti amicali con gli altri elementi della sua band, ma anche le sue avventure sentimentali. Dopo i primi giovanili amori, ha avuto relazioni sentite con Kilie Minogue, con la modella Helena Christensen e con Paula Yates. Quest’ultima per lui ha lasciato Bob Geldof e gli ha dato la sua unica figlia, Heavenly Hiranii Tiger Lily.

Nel corso della narrazione emerge come chiaramente Michael nel corso degli anni abbia intrapreso un’evoluzione, o meglio abbia sentito il desiderio costante di crescere, di superare i propri limiti, di fare esperienze nuove.

Ha provato altre strade musicali, cantato in un nuovo gruppo, ossia i MAX Q, e intrapreso una carriera da solista. Emerge una sua natura ludica, fanciullesca, scevra da ogni costrizione in tutto quello che faceva e la vita sembrava costantemente sorridergli, fino al momento in cui non cominciò a presentargli qualche conto.

Nel 1992 mentre percorre una strada di Copenhagen in bicicletta, si scontrò con un tassista, l’incidente gli provocò una duplice lesione cerebrale e la totale perdita di gusto e olfatto. Questo deficit condizionò in maniera tragica la sua esistenza.

Nel film vengono riproposte delle immagini in cui, anni prima, visitando la Francia del Sud con Kilie Minogue, leggevano ed apprezzavano “Il Profumo” di Suskind e rimarcavano l’importanza di questo organo di senso.

Un’altra tragedia si è abbattuta sulla sua esistenza quando nell’abitazione che condivideva con Paula Yates, venne trovato dell’oppio, generando uno scandalo mediatico importante. I due rischiarono che gli venisse tolta la patria podestà della figlia e l’artista entrò in una spirale depressiva che lo porterà al tragico gesto che metterà fine alla sua vita alla giovane età di trentasette anni.

Centoquaranta minuti per il racconto di una vita

Mystify: Michael Hutchence documentario

Tutto questi fatti riesce a raccontarci magnificamente Lowenstein in centoquaranta minuti, ma altrettanto magnificamente riesce ad entrare nella psiche e nel temperamento del talentuoso artista. L’energia che sprigiona sul palco e i suoi primi successi vengono presentati con una sequela di split-screen altamente funzionali; i suoi occhi pieni di fuoco e di energia vengono talvolta ripresi al rallenty per farci intravedere meglio quel sottofondo di inquietudine di cui lui stesso non sembra essere consapevole

Il regista ha realizzato inoltre una grande raccolta di filmati di archivio, un recupero di sezioni di video rimosse, di home video privati e circa un totale di sessanta commenti audio di amici, familiari, membri della band, ex-partner e produttori discografici.

Il tutto è stato raccontato con una regia eccezionale e una cura dei dettagli da manuale, ogni persona intervistata è descritta didascalicamente col ruolo che ricopre in relazione all’artista, notevole è l’idea di inquadrare i vari appunti, testi musicali e lettere che ha scritto nel corso degli anni e che testimoniano una sua evoluzione calligrafica tanto quanto personale e bellissima la trovata di presentarci i telegrammi che si scrivevano con Kilie e far si che si aprano sotto gli occhi degli spettatori per svelare il loro contenuto.

Nonostante il tragico epilogo che ci addolora per la dipartita di questo geniale e fanciullesco uomo si esce dalla sala con la sensazione di essere venuti a conoscere in maniera profonda un grande artista che ha vissuto una fantastica, anche se breve vita.

Marco Marchetti

Trama

  • Titolo originale: Michael
  • Regia: Richard Lowenstein
  • Cast: Michael Hutchence
  • Genere: Biografico, colore
  • Durata: 102 minuti
  • Produzione: Australia, 2019
  • Distribuzione: Wanted
  • Data di uscita: n/d

Mystify poster“Mystify: Michael Hutchence” è un biopic del regista Richard Lowenstein presentato in Selezione Ufficiale all Festa del Cinema di Roma 2019.

Mystify: Michael Hutchence: la storia di un musicista

Richard Lowenstein realizza questo docufilm sulla vita del musicista, attore e cantantautore Michael Hutchence, leader vocalist della band australiana degli INXS.

Nato nel 1960 e morto suicida nel 1997, aveva conseguito un successo planetario, vendendo più di sessanta milioni di dischi e conducendo una vita un po’ sopra le righe ma densa di eventi interessanti.

Il regista ha raccolto molto materiale inedito, ha scovato rari filmati di archivio, recuperato parti rimosse da video privati dell’artista e ascoltato numerose testimonianze tra chi lo conosceva bene, ossia amici, ex-partner, familiari, membri della sua band e produttori discografici.

Presentato lo scorso aprile al Tribeca Film Festival in prima mondiale, la sua uscita è molto attesa tra la folta schiera dei suoi nostalgici fan.

Trailer

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