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Un’altra vita – Mug (2019)

Recensione

Un’altra vita – Mug – Recensione: la vita che chiede di andare avanti ad ogni costo

Un'altra vita - Mug review

La denuncia e la rinascita, che silenziosamente sono capaci di andare oltre in una società polacca rurale ostile. Una scena d’apertura inquietante e sarcastica, uomini e donne nudi che corrono forsennatamente per i reparti, a caccia dei saldi natalizi in costume, immagine visionaria del consumismo e dell’attuale scollamento della civiltà polacca.

Tutto poi nasce e prosegue con Jacek, appassionato di heavy metal anche nel look e nei capelli lunghi, un bravo ragazzo che lavora nel cantiere per la costruzione della più grande statua di Cristo al mondo, a Swiebodzin, più grande anche di quella di Rio de Janeiro. Jacek ama la sua fidanzata, Degmara e, mentre progettano un matrimonio e una vita insieme, lui si trova ad affrontare l’ignoto, improvvisamente devastato da un gravissimo incidente sul luogo di lavoro. Tutto cambia, il sonoro, sapientemente dosato, passa dall’heavy metal all’assenza totale per culminare nella rinascita con la musica classica. Il protagonista, dal volto completamente sfigurato, accetta di sottoporsi come “cavia” al primo trapianto facciale europeo, operazione che lo trasformerà in “brutto muso”.

E così il giovane, che veniva visto come un satanista dalla gente locale, si dividerà tra chi lo considera come eroe nazionale e la sua famiglia che, fatta eccezione per la sola sorella, non lo riconosce più e arriverà a chiamare un esorcista ritenendolo posseduto.

Un territorio incontaminato, circondato da una natura selvaggia e da gente altrettanto selvaggia, primitiva, ancorata in modo malsano alle proprie tradizioni secolari, incapace di andare avanti, di tagliare i ponti con il passato e ricominciare.

Tra spot pubblicitari ai limiti del paradosso, humor nero e toni velati, Jacek tenta di ricostruire i vecchi rapporti, in un conflitto vivo e costante con il riflesso della sua immagine, dall’aspetto quasi sdegno, che contrasta con il suo intimo, rimasto invariato, rinchiuso in un involucro che nessuno più riesce ad accettare in un popolo privo di empatia.

Un’altra vita-Mug: il diritto alla libertà di ogni essere umano

Un paese dalla fede cattolica esagerata che genera una dicotomia, tra il fascino e lo sgomento per un fenomeno in carne ed ossa che diventa una star e un’impresa, erigere la più grande ed imponente statua di Cristo; il vero dramma risiede nella totale assenza di differenza tra un blocco di pietra e un essere umano per il vivere collettivo, una vera insensibilità di massa che poggia su uno zoccolo inimmaginabile di egoismo e tolleranza, rappresentato con un’estraniazione che ricorda Terence Mallick.

Un mondo “fuori fuoco” come le riprese filmiche, che rendono perfettamente nitido il solo nucleo, mentre vago è il contorno, dalle immagini frastagliate e sfocate volutamente.

Una collettività dominata dalla religiosità bigotta e superstiziosa, secondo cui la madre di Jacek arriva a dire “Dio lo riconoscerà con la faccia dell’altro? Merita di essere salvato?” e dove solo la sorella è esempio di amore incondizionato, unico elemento denso di bene puro e semplice in una folla di “bestie”, dove come recita una battuta sarcastica del film “il diavolo si nasconde nei dettagli”.

Una commedia nera e grottesca, che contrappone la naturalezza dei luoghi alla meschinità degli abitanti, l’identità all’apparenza, il nucleo ai margini, fino ad esplodere nel parallelo tra la dimensione smisurata del Cristo e la totale assenza di empatia in un paese che ne ha dimenticato l’esistenza.

Meglio allora ripartire altrove, da una pensilina nel verde più sconfinato dileguarsi su di un autobus allontanandosi da quel luogo in cui “il sonno della ragione genera mostri” come diceva Francisco Goya.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Titolo originale: Twarz
  • Regia: Malgorzata Szumowska
  • Cast: Mateusz Kosciukiewicz, Agnieszka Podsiadlik, Malgorzata Gorol, Dariusz Chojnacki, Roman Gancarczyk, Anna Tomaszewska, Martyna Krzysztofik, Robert Talarczyk
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 91 minuti
  • Produzione: Polonia, 2018
  • Distribuzione: BIM Distribuzione
  • Data di uscita: 24 aprile 2019

Poster Un' altra vita - MugVincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino 2018, “Un’altra vita – Mug” è una pellicola scritta e diretta da Malgorzata Szumowska con Mateusz Kosciukiewicz (“Zuzel”, 2018; “The Informer – Tre secondi per sopravvivere“, 2019) e Agnieszka Podsiadlik (“Kantor”, 2017; “Säsong”, 2019).

Un’altra vita – Mug: quanto una tragedia può condizionarti?

“Un’altra vita – Mug” segue le vicende di Jacek, un grande appassionato di heavy metal, molto legato al suo cane. L’uomo vive al confine tra la Polonia e la Germania, in un villaggio rurale in cui si sta erigendo una statua di Gesù Cristo, la più grande del mondo, in grado di rivaleggiare con quella di Rio de Janeiro. Jacek lavora proprio nel cantiere dove stanno costruendo la struttura, ma a causa di un incidente sul lavoro si ritrova con il viso sfigurato, tutto ciò poco dopo aver chiesto alla sua fidanzata, Dagmara, di sposarlo. Prima del’infortunio era un tipo molto alternativo, percorreva le strade di campagna a tutta velocità e viveva la sua vita molto energicamente; ma dopo il tragico accaduto, molte cose in Jacek sono cambiate.

La situazione sembra andare apparentemente per il meglio quando si sottopone ad un trapianto facciale, diventando il primo polacco a sottoporsi a tale intervento. L’opinione pubblica e la gente lo esalta come eroe nazionale, ma lui ormai non riesce più a guardarsi allo specchio e a riconoscersi in ciò che vede.

Un’altra vita – Mug: il cast

Dopo “W imie… ” (2013) e “Corpi” (2015), Malgorzata Szumowska e Michal Englert tornano a lavorare insieme rispettivamente nel ruolo di regista/sceneggiatrice e sceneggiatore. Mateusz Kosciukiewicz interpreta il protagonista della pellicola Jacek, in difficoltà nel vivere la sua vita a causa del tragico incidente al suo volto; tra l’altro l’attore ha già collaborato con la Szumowska per il film “Corpi”, ma in questo caso in veste di produttore.

Trailer

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