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Lunana – Il villaggio alla fine del mondo (2021)

Recensione

Lunana – Il villaggio alla fine del mondo: un luogo poetico per la felicità dei suoi abitanti

Lunana - Il villaggio alla fine del mondo

Porta la firma del regista Pawo Choyning Dorji “Lunana – Il villaggio alla fine del mondo”, opera prima dopo anni di collaborazione con il regista butanese Khyentse Norbu, che è anche uno dei più importanti lama reincarnati della tradizione buddista tibetana viventi. Un background del genere è fondamentale per comprendere il senso del film.

Lunana è un minuscolo villaggio realmente esistente di soli cinquantasei abitanti a 4600 metri d’altezza al confine tra Bhutan e Tibet. In questo luogo sperduto è mandato il giovane Ugyen Dorji (Sherhab Dorji), insegnante proveniente dalla capitale Thimphu. Lui sogna, come molti suoi coetanei di andare a vivere in Australia. Il viaggio verso Lunana è un’avventura, ci si arriva dopo sei giorni di cammino a piedi e non ci sono corrente elettrica e nessun confort. Il primo approccio con la comunità degli abitanti non è dei più facili. Poi, anche grazie alla simpatia e all’intraprendenza della capitana di classe Pen Zam, il giovane inizia a capire com’è vero che “gli insegnanti toccano il futuro”, come dice una sua allieva.

Non c’è nessuna finzione in questa storia poetica, anche perché gli interpreti sono per lo più i veri abitanti del luogo, ragazzini in primis. C’è anche Saldon (Kelden Lhamo Gurung), una giovane donna che canta agli spiriti della montagna che regala al maestro un Yak chiamato Norbu che farà parte della classe.

Certo, fa uno strano effetto vedere un grande animale tra i banchi, ma fa parte di quest’atmosfera da favola. Si parla di contrasti tra la modernità e una vita a dir poco spartana in questo film fresco e leggero, e di un paese come il Bhutan che nella sua Costituzione parla di felicità.

Un lavoro girato tra mille difficoltà che racconta un paese tutto da scoprire

Per girare la sua opera prima il regista e la troupe hanno vissuto nel paese un anno e mezzo. Tutto ciò che si vede sul grande schermo è la vera vita da quelle parti. Fa caldo, per modo di dire, soltanto a settembre e ottobre. Pawo ha sperimentato lui stesso uno stile di vita unico al mondo. Tutto questo passa nella pellicola che diventa il manifesto di una vita all’insegna dell’indispensabile. Del resto, i visini dolci dei piccoli attori non professionisti sono una gioia per gli occhi dello spettatore al pari dei paesaggi mozzafiato con un cielo azzurro limpido come non mai. Nella sua semplicità, “Lunana – Il villaggio alla fine del mondo” è il racconto del reale, di una generazione di giovani che sogna le spiagge australiane e di fuggire dal proprio paese.

La narrazione è pulita e lineare ma è proprio questo che fa amare un’opera come questa.

Ivana Faranda

Trama

  • Titolo originale: Lunana: A Yak in the Classroom
  • Regia: Pawo Choyning Dorji
  • Cast: Sherab Dorji, Ugyen Norbu Lhendup, Kelden Lhamo Gurung, Pem Zam, Sangay Lham
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 110 minuti
  • Produzione: Bhutan, 2021
  • Distribuzione: Officine Obu
  • Data di uscita: 31 marzo 2022

Lunana: il villaggio alla fine del mondo - posterOfficine OBU distribuisce nelle sale italiane “Lunana: il villaggio alla fine del mondo”, regia di Pawo Choyning Dorji.

Si tratta della prima pellicola totalmente realizzata in Bhutan ad essere stata candidata al Premio Oscar 2022 nella sezione Miglior Film Internazionale.

Lunana – Il villaggio alla fine del mondo: La trama

“Lunana – Il villaggio alla fine del mondo” è ambientato nel posto che viene considerato il più felice del mondo: il Bhutan. Ma è veramente così?

É ciò che si chiede anche Ugyen, giovane insegnante, alla ricerca della pace e della serenità. Il giovane si troverà a dover percorrere 8 giorni di cammino impervio e faticoso per raggiungere la scuola più remota che esista, situata nel villaggio di Lunana, lungo i ghiacciai dell’Himalaya al confine tra il Bhutan e il Tibet a 4.800 metri di quota. Sarà in questo angolo di mondo che capirà che il vero segreto della felicità risiede in ogni piccola cosa, piccolo gesto e, soprattutto, nei volti degli abitanti del luogo, che oramai chiama casa.

Girato in collaborazione con gli abitanti del villaggio, il film ha in parte già raggiunto uno dei suoi obiettivi: ricordarci che tutto è possibile se solo lo si fa con amore e compassione verso l’altro. A Lunana non c’è elettricità, acqua corrente, né una lavagna o libri di testo, Ugyen si ritrova catapultato in un tempo sospeso dove la straordinaria spiritualità della comunità, che sa affrontare con profonda resilienza le vicissitudini della vita, mostra quanto sia importante riconoscere le priorità a discapito delle futilità e dei bisogni di cui sentiamo di avere l’assoluta esigenza.

Trailer

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