Eco Del Cinema

Listen (2020)

Recensione

Un film drammatico e profondo

Listen

“Listen” è un film struggente, carico di disperazione, ma essenziale nella sua narrazione che segue tutti gli elementi di un racconto ben strutturato. Il titolo fortemente simbolico e dai molteplici significati sembra suggerire ciò che manca a una famiglia di immigrati in un Paese che, in questo caso, è rappresentato dal Regno Unito. Opposizioni e contrasti pervadono la pellicola: dagli abiti agli sguardi, dai dialoghi agli ambienti. Una difficoltà viene trasformata in una lotta continua contro un sistema che segue regole e dogmi e che, apparentemente, sembra privo di qualsiasi empatia e comprensione. Ma la regista Ana Rocha de Sousa non giudica, semplicemente rappresenta ciò che accade. “È la puntualità britannica” dice la protagonista Bela, interpretata da Lúcia Moniz, e la rigidezza al quale fa riferimento è più volte mostrata nel semplice susseguirsi degli eventi, nel quadro di una realtà.

La vicenda mostra un’altra faccia del Regno Unito, di un’istituzione che nel preservare e proteggere i più piccoli, condanna a priori e pone divieti, perché queste sono le regole. In “Listen” non c’è una netta differenza tra giusto e sbagliato, ma solo troppa distanza, con un sottile riferimento all’eccessiva inflessibilità di un Paese che rischia di essere insensibile di fronte a uno sbaglio al quale è troppo tardi per rimediare. L’efficienza britannica è qui un’arma a doppio taglio orientata solo verso la risoluzione di qualcosa sul quale non è stato ancora possibile indagare. Tutto appare eccessivo dal punto di vista di chi soffre per non poter vedere i propri figli e ogni situazione, evento o colpo di scena, è filtrato dagli occhi dell’amore. 

Listen: un invito all’Ascolto

Listen

Gli intenti di “Listen” sono chiari e arrivano dritti al cuore, commuovendo in alcuni momenti e meravigliando in altri. Per quanto il film sembri lasciare da parte le motivazioni alla base della storia che forse sarebbe stato opportuno esplorare maggiormente, la pellicola cattura completamente l’attenzione del pubblico, risultando coinvolgente e fortemente capace di suscitare empatia. “Listen” riesce anche a stupire, con leggi e dettami che, agli occhi dei protagonisti, risultano folli, ma purtroppo veri. Una storia di ingiustizia sociale, che sfiora anche quella culturale ed economica, si intreccia con uno sconcertante business legato alle adozioni e alle famiglie affidatarie.

“Listen” parla di comunicazione e ascolto, dove Bela e Jota si rendono conto di aver chiesto aiuto proprio a quelle persone che hanno strappato loro i propri figli. Forse l’amore dei genitori non basta, suggerisce il film, ma si tenta davvero di aiutare chi ne ha bisogno? Il tema delicato di “Listen” apre più di uno scenario, per quanto l’obiettività si scontri con l’intenso dramma rappresentato. Una regia lineare e sicura e una fotografia che presenta una Londra grigia e chiusa mostrano una realtà amara e cruda. Una riflessione sulla complessa condizione degli immigrati in un Paese straniero e su un sistema d’assistenza che può anche sbagliare. Perché la rigida applicazione di una legge diventa troppo spesso disumanità?

 

Giorgia Terranova

Trama

  • Regia:  Ana Rocha de Sousa
  • Cast: Lúcia Moniz, Sophia Myles, Ruben Garcia, Maisie Sly, Kiran Sonia Sawar
  • Genere: drammatico
  • Durata: 73 minuti
  • Produzione: Gran Bretagna, Portogallo, 2020
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Data d’uscita: 


Listen - poster“Listen” è un film portoghese scritto e diretto da Ana Rocha de Sousa, con nel cast Lúcia Moniz e Sophia Myles. Presentato alla 77ª Mostra del Cinema di Venezia, era stato selezionato per rappresentare il Portogallo alla 93ª edizione degli Oscar, ma senza entrare nella cinquina delle nomination. 

 

Listen: la trama

Una famiglia di immigrati portoghesi composta dalla coppia Bela e Jota e i tre figli Diego, Lu e Jessy, vive nella periferia di Londra, sommersa da enormi difficoltà. Il padre, artista mancato, aspetta lo stipendio da mesi, la madre fa le pulizie ed è spesso dedita a piccoli furti in un supermercato per far mangiare i propri figli. I soldi non bastano per comprare delle semplici medicine contro la febbre né per riparare l’apparecchio acustico della piccola Lu, affetta da sordità. In attesa di dimostrare ai servizi sociali di potersi prendere cura dei propri bambini, Bela e Jota si scontrano con quella stessa istituzione alla quale avevano chiesto aiuto. Vedendosi strappare i propri figli davanti agli occhi, cercano con ogni mezzo di riaverli con sé. Ma degli strani segni sulla schiena di Lu li marchiano come aggressivi e iniziano le procedure per l’affidamenti dei 3 bambini.

Trailer

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