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L’immensità (2022)

Recensione

L’immensità: il film più intimo di Emanuele Crialese

L'immensità film

Il regista Crialese, romano d’adozione, con “L’immensità“, suo quinto film, porta in concorso alla 79° mostra del cinema di Venezia una storia molto personale, come detto da lui stesso in una serie di interviste in cui è sembrato che abbia fatto coming out rivelando il suo percorso da uomo trans dichiarando “di aver lasciato un pezzo del suo corpo”. É protagonista in prima fila Penélope Cruz nei panni della madre di tre ragazzini che vivono a Roma negli anni ’70. Uno di loro, nello specifico Adriana/aka Andrea (Luana Giuliani) si sente maschio pur essendo donna. In realtà, questo lavoro parla esattamente dell’infanzia del regista nato da genitori siciliani in seguito trapiantati a Roma, ed è la sua storia in chiave poetica.

Una storia di famiglia

Inizia con un travolgente balletto sulle note di “Rumore” della Carrà il film di Crialese. Il cuore della casa è quello di Clara (Penélope Cruz), madre attenta e premurosa dei suoi figli. Assolutamente assente il padre Felice, che tradisce la moglie palesemente.

Il regista porta lo spettatore nei canneti vicino la casa dei bambini, un luogo metaforico a loro vietato. La loro vita sembra essere all’insegna del benessere materiale, ma solo di quello.

Tutti e tre, soffrono di piccole turbe, ma un occhio di riguardo la madre ce l’ha per Adriana/Andrea. Con il passare del tempo, il focus sull’identità di genere della ragazzina perde importanza e ci si trova calati in una storia piuttosto inverosimile che ha al centro l’infelicità di Clara. Penélope è la vera unica protagonista di questo film e incarna come già successo nella sua carriera, l’archetipo della mater dolorosa anche se bellissima. La sua figura potrebbe ricordare quella di Valeria Golino in “Respiro” dello stesso regista: la stessa follia e lo stesso dolore nelle pieghe della vita. Ma siamo negli anni ’70 a Roma in “Immensità” e si guarda tanta televisione in bianco e nero, con una Raffaella Carrà che ne è la regina assoluta. Clara e la figlia Adriana entrano letteralmente nello schermo e ne diventano prigioniere.

Tanto in “Respiro”, la Golino era spontanea e sensuale, allo stesso modo quella della Cruz è una figura poco carnale e sfaccettata. Sembra che Crialese abbia puntato tutto, o quasi, sulla presenza importante dell’attrice spagnola, perdendo di vista la storia da cui era apparentemente partito. Infatti, la stessa Luana Giuliani, una fantastica aliena di dodici anni, come si definisce lei stessa nel film, finisce per sparire in un racconto melodrammatico, su cui spicca solo la star spagnola e la colonna sonora assolutamente brillante. “L’immensità” finisce per diventare così l’ennesimo film italiano sulla famiglia disfunzionale con madre vittima, di cui probabilmente non si sarebbe sentita la mancanza.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Emanuele Crialese
  • Cast: Penélope Cruz, Vincenzo Amato, Luana Giuliani, Patrizio Francioni, Maria Chiara Goretti, Penelope Nieto Conti, Alvia Reale, Filippo Pucillo, Rita De Donato, Aurora Quattrocchi, Giuseppe Pattavina, Carlo Gallo, Elena Arvigo, Laura Nardi
  • Genere: Drammatico
  • Durata: 94 minuti
  • Produzione: Italia, Francia, 2022
  • Distribuzione: Warner Bros Italia
  • Data di uscita: 15 settembre 2022

L'immensità film loc“L’immensità” è un film drammatico diretto da Emanuele Crialese, presentato in Concorso al Festival di Venezia 2022.

L’immensità: la trama del film

Nella Roma degli anni 70, in cui la vita scorre tra quartieri in costruzione, varietà ancora in bianco e nero, conquiste sociali e la coscienza che alcuni modelli di famiglia sono ormai superati, abitano Clara e Felice, appena trasferiti in un nuovo appartamento.

I due non si amano più e rimangono insieme solo per i figli su cui la donna riversa tutta la sua voglia di libertà.

La più grande dei due bambini è Adriana, una dodicenne molto attenta agli stati d’animo della madre e alle crescenti tensioni tra i genitori. Adriana rifiuta tutto di sé il suo nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare ad un punto di rottura.

Mentre i piccoli aspettano un segno che li guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e dentro di loro tutto cambia.

Note di regia

L’immensità è il film che inseguo da sempre: è sempre stato “il mio prossimo film”, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro.
È un film sulla memoria che aveva bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa.

Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e umano, con Penélope Cruz, con la sua sensibilità e la sua straordinaria capacità di interazione con tre giovanissimi non attori che non avevano mai recitato prima. Luana, Patrizio e Maria Chiara sono rimasti bambini sempre e come tali sempre intensamente e immensamente veri.

Trailer

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