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Le Ereditiere (2017)

Recensione

Le Ereditiere – Recensione: una storia intima che fa emergere un contesto sociale difficile

le ereditiere img rece“Le Ereditiere” è il primo lungometraggio del cineasta Marcello Martinensi, che porta sul grande schermo una pellicola dal sapore agrodolce che lascia aperti tanti punti di domanda. La storia delle ereditiere Chela (Ana Brun) e Chiquita (Margherita Irùn) è tutt’altro che scontata. Infatti, uno degli elementi più affascinanti e allo stesso tempo sconcertanti di questo film è il rapporto fra queste due donne non più giovanissime che, dopo aver vissuto una vita nel lusso, si ritrovano a dover svendere i loro cimeli di famiglia per scongiurare la grave crisi economica in cui sono cadute.

La pellicola è ambientata nella capitale del Paraguai, Asunción tra gli anni ’60 e ’70, in un contesto socio politico molto difficile per questo paese. Questo elemento emerge sopratutto nella rappresentazione scenica di quest’opera e non dalla storia raccontata. Nel film “Le Ereditiere” le scene sono prevalentemente buie, poiché è girato per lo più in luoghi chiusi e non sono presenti panoramiche che svelano il paesaggio, al contrario, la telecamera offusca la visione in lontananza, mentre, sono messi ben messi in risalto sia i volti dei personaggi e alcuni dettagli come le tazzine rotte o gli occhiali da sole indossati da Chela.

Durante tutta la visione non viene mai chiarito il motivo per cui queste due signore vivano sotto lo stesso tetto. La percezione che si ha in tutto il film è di stare di fronte ai coppia di fatto: in cui sessualità, amicizia e familiarità si confondono e si fondono insieme, dando vita a questo confuso rapporto di convivenza, che viene interrotto dalla carcerazione di Chiquita dopo che è stata condannata per truffa. Anche questo dettaglio non viene mai chiarito durante tutto il racconto. Quello che invece, non viene nascosto allo spettatore ed emerge chiaramente durante la visione: è la profonda differenza caratteriale delle due donne, dove ciascuna rappresenta uno spaccato umano molto significativo.

Da una parte c’è Chiquita che senza ombra di dubbio è il soggetto forte della coppia, bevitrice e fumatrice incallita che affronta il carcere con una sfrontatezza che lascia quasi allibiti. Dall’altro lato c’è Chela l’elemento più emblematico del film. Dai lunghi e intensi primi piani sul volto navigato della ereditiera, emerge con forza la paura e le profonde contraddizioni che attanagliano questa donna in tutto il racconto. Dal rammarico per la forzata vendita dei cimeli di famiglia, fino alla pulsione sessuale repressa nei confronti della giovane Angy, la protagonista ha una vera e propria evoluzione, che la porta a liberarsi delle sue ossessioni e dalla gabbia d’oro che lei stessa si era costruita.

Un’interpretazione quella di Ana Brun, che non solo gli è valsa un meritatissimo orso d’argento come miglior attrice al Festival di Berlino, ma che lascia sbalorditi per l’enfasi che è riuscita a dare al suo personaggio. Un’evoluzione quella di Chela che porta a un finale disatteso ma perfetto proprio nella sua incompletezza. “Le Ereditiere” in realtà non ha una vera e propria conclusione ma, lascia allo spettatore libera interpretazione su un gesto che può significare tutto e niente allo stesso tempo.

Un altro aspetto significativo de “Le Ereditiere” sono le poche location chiave in cui è stato girato: la casa piena di ricordi, la prigione femminile in cui viene richiusa Chiquita e l’auto, il simbolo della rivoluzione emotiva di Chela. Una scelta azzardata ma che si rivela vincente perché permette di entrare più in empatia con le protagoniste.

Le Ereditiere: una pellicola tutta al femminile

Le Ereditiere film

L’elemento più significativo di questo film è proprio il cast tutto al femminile. “Le Ereditiere” è un racconto di storie di donne anziane, un gruppo che raramente viene rappresentato al cinema. Oltre alle due ereditiere, un altro soggetto fondamentale di questo racconto è Angy. La sua figura è l’elemento catalizzatore del cambiamento, che risveglia in Chela sensazioni assopite ormai da tempo.

Angy è l’elemento di disturbo della storia, quello che la rende differente  dalle altre presenti nel film non è solo l’età – Anna Ivanova è la più giovane delle interpreti del film- ma è il suo modo di rapportarsi con gli altri. Diversamente da tutte le altre signore, lei non è una pettegola, come invece lo sono sia Chiquita che racconta storie sulle sue compagne di cella, ma anche Pituca, l’anziana signora che permette a Chela di avviare un insolita attività di “Taxi”. Al contrario, Angy, parla esclusivamente di se stessa, delle sue storie e degli uomini che ha incontrato. Il suo modo di fare diretto ed estremamente fisico è quello che accende la miccia del cambiamento di Chela, che ne è affascinata e preoccupata allo stesso tempo.

“Le Ereditiere” è un film che va apprezzato soprattutto per la sua essenzialità: pochi e significativi dialoghi che si svolgono in semplici ma evocativi luoghi.

Chiara Broglietti

Trama

  • Titolo originale: Las Herederas
  • Regia: Marcelo Martinessi
  • Cast: Patricia Abente, Margarita Irun, Ana Ivanova Villagra, Ana Brun
  • Genere: drammatico, colore
  • Durata: 95 minuti
  • Produzione: Paraguay 2017
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Data di uscita: 18 ottobre 2018

Le ereditiere loc ita“Le Ereditiere”, film di esordio del regista paraguayano Marcelo Martinessi, segue le vicende di due donne sull’orlo di una crisi economica ed emotiva.

Le Ereditiere: due donne in crisi economica ed emotiva

Chela (Ana Brun) e Chiquita(Margarita Irun) sono due donne benestanti  sulla sessantina, che convivono nella città di Asuncion in Paraguay. Sono entrambe ereditiere di due distinte facoltose famiglie paraguaiane e vivono serenamente insieme da quasi 30 anni. Purtroppo a causa di un tracollo finanziario, le due sono costrette a separarsi e a stravolgere totalmente le loro abitudini.

Per ovviare a un increscioso debito non saldato, Chela è costretta a svendere tutti i suoi beni, mentre la compagna Chiquita finisce in carcere.

Chela si ritrova improvvisamente da sola ad affrontare un radicale cambiamento del suo stile di vita. La donna riprende delle attività alle quali non era più abituata da tempo, come il dover guidare. Inoltre, per ovviare all’improvvisa mancanza di denaro è obbligata a trovarsi un lavoro.

Il susseguirsi di spiacevoli eventi portano l’ereditiera a trasformarsi in tassista per un gruppo di anziane signore dell’alta borghesia.

Durante il suo percorso Chela incontra una giovane di nome Angy (Ana Ivanova), con la quale  stabilirà un rapporto personale molto speciale.

Chela inizia così un percorso di rinascita spirituale ed emotiva, che la porta ad aprirsi nuovamente con il mondo e a uscire dalla gabbia d’orata che si era costruita negli anni e in cui aveva vissuto nel massimo lusso e nel benessere.

Le Ereditiere: la regia e il cast

Il film “Le Ereditiere” segna l’esordio del quarantacinquenne regista paraguaiano Marcelo Martinessi. La pellicola è stata premiata al Festival del Cinema di Berlino del 2018 con l‘Orso d’Argento nella categoria Miglior Attrice per Ana Brun che interpreta il personaggio di Chela nel lungometraggio di Martinessi.

 

Trailer

 

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