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Il discorso perfetto (2020)

Recensione

Il discorso perfetto: la verità non è così scomoda come sembra

Le discours

“Il discorso perfetto” è una commedia francese divertente e ironica. Dal risvolto agrodolce e tenero, il film usa molti cliché e luoghi comuni, rendendo così ogni situazione facilmente riconoscibile e quantificabile. L’attore, magistrale interpretazione di Benjamin Lavernhe, che guarda spesso in macchina, aumenta la partecipazione dello spettatore alla sua vicenda, alle sue personali preoccupazioni e anche alle sue continue fantasie. Perché Adrien immagina cosa rispondere ai suoi genitori, cosa dire durante il discorso e cosa stia facendo Sonia, nell’indecisione se essere sincero o lasciare che tutto accada com’è sempre accaduto. Ma le varianti per una possibile svolta nella vita di Adrien ci sono, perché la decisione di Sonia ha stravolto un’equilibrio. Il tipico umorismo francese, dal carattere surreale, anche se meno cinico e tagliente di altre pellicole del genere, caratterizza così passato, presente e futuro, tra ricordi, attesa stressante e supposizioni.

Seppur velato vi è il riferimento a un mondo dominato dai social network, dalle spunte blu di Whatsapp all’essere online, ma a non rispondere, facendo crescere l’ansia e viaggiare la mente verso qualsiasi ipotesi possibile, spesso assurde e lontane dalla realtà. Messaggi giusti o sbagliati, che condizionano sentimenti e reazioni dell’altro, ma che spesso non hanno nulla a che vedere con quella miriade di idee che influenzano gli esseri umani. Una mentalità di pensiero che ormai è entrata nella quotidianità. Sottile è il cenno anche alla concezione del ‘non detto’, composto da frasi taciute, pensieri mai espressi e rivelazioni mai fatte. La famiglia di Adrien è dominata da tutto ciò che non è mai stato svelato e cha ha causato incomprensioni e fraintendimenti, circostanza che forse Adrien vorrebbe spezzare.

L’atmosfera spumeggiante delle commedie francesi

Le discours

Tra problemi familiari e relazionali del protagonista, il tono del film è sempre esilarante e simpatico, una cornice frizzante che fa ridere in ogni momento, e riflettere tra le righe. Oltre alle battute inserite in quella vita di tutti giorni che rende universali situazioni e momenti dell’esistenza di ognuno, a rendere “Il discorso perfetto” un film piacevole e ben riuscito è sicuramente l’interpretazione di Benjamin Lavernhe. L’attore, brillante e comunicativo è al tempo stesso incarnato perfettamente in un Adrien che non sa stare al mondo, che non ha argomenti di conversazione e che preferisce mentire piuttosto che essere sincero, lamentandosi però di tutti quei rapporti basati sulla disonestà.

Adrien appare spesso in veste di doppio: razionalità e volontà, anima e corpo, giudice e imputato. Una scissione che spesso uomini e donne sono costretti a fare o che scelgono di compiere per valutare quale decisione prendere. Tra la paura del discorso e la paura di un messaggio che non arriverà mai, Adrien racconta al pubblico la propria vita e ciò che l’ha cambiata, suggerendo che non è mai troppo tardi per nulla.

Ottima la regia che rende il film un intrattenimento visivo, caratterizzato da colori caldi, accesi e luminosi, a simboleggiare l’imminente festa di matrimonio e la finta allegria condivisa alla cena di famiglia. “Il discorso perfetto” è un film che gradualmente esprime la forza dell’amore e l’importanza degli affetti, con una colonna sonora che chiude sulle note di ‘Sarà perché ti amo’ dei Ricchi & Poveri.

Giorgia Terranova

Trama

  • Regia: Laurent Tirard
  • Cast: Benjamin Lavernhe, Sara Giraudeau, Kyan Khojandi, Julia Piaton, François Morel, Guilaine Londez, Alexandre Picot, Jean-Michel Lahmi, Laurent Bateau, Adeline D’Hermy, Sarah Suco, Sébastien Chassagne, Daria Panchenko
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 87 minuti
  • Produzione: Francia, 2020
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Data di uscita: 10 febbraio 2022

Il discorso perfetto poster“Il discorso perfetto” è una commedia francese dai tratti surreali e ironici. Tra cliché e stravaganza, il film diverte e intrattiene, rompendo la quarta parete, in una comunicazione interattiva tra protagonista e pubblico. Benjamin Lavernhe è infatti fondamentale per la riuscita del film.

Il discorso perfetto: la trama

Adrien ha trentacinque anni e una relazione seria con la donna che ama. L’uomo è un nevrotico, ipocondriaco e con una particolare famiglia con cui passa cene e serate durante la settimana. La sua vita viene stravolta quando l’unica certezza che lo rendeva felice, Sonia, decide di prendersi una pausa e va via di casa senza ulteriori spiegazioni. Nell’indecisione, disperazione, breve rinascita e sofferenza, Adrien aspetta il momento giusto per mandarle un messaggio. Un qualcosa che si rivelerà molto più complesso del previsto. Le cose si complicano quando Ludo, futuro cognato, gli chiede di tenere un discorso al matrimonio con la sorella.

E come se non bastasse la domanda arriva durante una cena di famiglia del quale Adrien conosce a menadito lo svolgimento, perché è esattamente identica a tutte le altre cene fatte. Eccetto l’interminabile attesa di una risposta di Sonia che Adrien aspetta, immaginando tutte le possibilità che ha per riuscire a non tenere il discorso al matrimonio.

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