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Lamb (2022)

Recensione

Lamb: un racconto della diversità

Lamb film
Una storia atipica dominata dalla “natura”.

“Lamb”, opera d’esordio del regista islandese Valdimar Johannsson, si apre con una mandria di cavalli spaventata da una creatura di cui sentiamo il respiro affannoso.

Il film è una vera esperienza, un viaggio che disorienta e inquieta, che ci porta ad accantonare l’incredulo cinismo che contraddistingue l’essere umano, per vivere un percorso secondo natura, ma anche “contro natura”.
La pellicola non è un vero horror, non secondo la canonizzazione del genere, ma contiene le stesse atmosfere rarefatte e cupe e procede seguendo un filo tensivo altrettanto inquietante. Si tratta di un’opera sorprendente che diventa dramma familiare e alterna un contatto intimo con la natura ad un modo di vivere fuori dalle regole, per poter tornare “a raggiungere la felicità”.

Maria (Noomi Rapace) e Ingvar (Bjorn Hlynyr Haraldsson) sono una coppia di contadini e allevatori di pecore che vive isolata tra le brulle montagne islandesi. La loro esistenza si nutre di lavoro, al di fuori del quale l’atmosfera diventa glaciale, fatta di distanza e incomunicabilità, un gelo che evoca una recente tragedia passata e mai sopita.

Maria procede quasi per inerzia, sembra vivere più che sopravvivere, ancorata più al passato che al futuro. Ma il destino gli offre “un dono”: una pecora partorisce una strana creatura, metà umana e metà animale, con la testa di una pecora e il corpo di una bimba.

Così la coppia sceglie di “adottarla” chiamandola Ada e questo gesto d’amore improvviso riesce a riequilibrare la famiglia, creando calore.

Una scelta contro natura che affonda le radici nella mitologia norrena, costellata da ibridi metà umani e metà animali, ma in un mondo dominato da una natura ostile e minacciosa.

Tutto sembra comunque procedere verso un’aura di vera felicità, interrotta però dall’arrivo del fratello di Ingvar, Petur (Hilmir Snær Guðnason), ex pop star della musica, che sembra portare un punto di vista pregno di realismo in un teatro dell’assurdo.

Petur è un vagabondo perennemente in difficoltà, la cui storia passata con Maria alimenta ulteriori tensioni, oltre ad essere fortemente spaventato da questa nuova “figlia” acquisita, Ada, una pecora vestita da bambina.

Una suggestione che sussurra diversità, inclusione ed esclusione

Lamb scena

“Lamb” sul piano concettuale ci riporta a una morale “archetipa” che analizza diversità, esclusione ed inclusione, focalizzando il lavoro materico sui protagonisti, corpi immersi nel paesaggio nordico, e ricorda “The Witch” di Robert Eggers per le atmosfere cupe e ossessive, anche qui riflesso delle anime dei protagonisti.

Una visione che potremmo definire allegorica a tratti, che non si dimentica facilmente, anzi sedimenta. Un lungometraggio dai dialoghi quasi assenti, con soli tre personaggi e una camera che li avvolge sapientemente nel paesaggio. Campi lunghi che seguono la nebbia mentre sale sulle montagne e riprese prolungate che scendono a valle, mentre inquadrano le greggi e i loro custodi.

Ada, più che una creatura, diventa un mezzo con cui esplorare le conseguenze di un prolungato isolamento in una natura misteriosa e predominante, in cui il “soprannaturale” diventa la spiegazione per ciò che viene ritenuto inspiegabile.

Il regista ci mostra una terra ostile quanto le persone che la abitano e su tutto, l’incapacità degli esseri umani di comprendere la loro posizione nella natura delle cose, in quel ciclo “karmico” fatto di conseguenze, in cui come diceva Jean Paul Sartre “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”.

Chiaretta Migliani Cavina

Trama

  • Regia: Valdimar Jóhannsson
  • Cast: Noomi Rapace, Björn Hlynur Haraldsson, Hilmir Snær Guðnason
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 106 minuti
  • Produzione: Islanda, 2021
  • Distribuzione: Wanted
  • Data di uscita: 31 marzo 2022

Lamb poster“Dýrið”, noto anche col titolo internazionale di “Lamb“, è un film del 2021 diretto da Valdimar Jóhannsson, al suo esordio alla regia. La pellicola, con protagonista Noomi Rapace, è stata presentata nella sezione Un Certain Regard del 74º Festival di Cannes  e in anteprima al festival Alice nella Città.

La storia narrata è ispirata ai racconti popolari e al folklore del paese del regista islandese che con questo lavoro esordisce alla regia. Nonostante la vicenda surreale il film affronta temi sociali concreti, come l’essere genitori, in un simbolismo in cui convergono il mondo umano e animale.

Lamb: la trama

Lamb, film diretto da Valdimar Jóhannsson, racconta la storia di María (Noomi Rapace) e Ingvar (Hilmir Snaer Gudnason), una coppia che vive in una isolata fattoria immersa nella impervia natura islandese. I due possiedono un gregge di pecore da accudire e  un lembo di terra da coltivare.
Un giorno, i due ritrovano un neonato nella loro proprietà. Rimanendo chiaramente stupefatti, ma anche tacitamente felici dell’accaduto, decidono di tenere il piccolo con loro. Tuttavia, ancora non immaginano che il loro momento di gioia è destinato a  concludersi presto e che quel ritrovamento li porterà alla completa rovina…

Trailer

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