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La donna elettrica (2018)

Recensione

La Donna Elettrica – Recensione: Eco-terrorismo in Islanda, paradiso non più incontaminato

La donna elettrica scena filmHalla, una tranquilla single di mezza età, sembra trascorrere serenamente la vita nella sua amata Islanda, ma all’occorrenza si trasforma in una spericolata eco-terrorista, disposta a correre dei grandi rischi pur di salvare la meravigliosa, incomparabile natura del suo paese dall’attacco di industrie internazionali senza scrupoli. La donna ha come obiettivo delle sue azioni di disturbo i tralicci dell’alta tensione, da qui lo spunto per la non felicissima versione italiana del titolo della pellicola. Questo è il plot d’inizio di un film riuscito, in cui il regista Benedikt Erlingsson, già noto per il suo “Storie di Cavalli e di Uomini” del 2013, dirige un’ispirata Halldóra Geirharðsdóttir, attrice teatrale e cinematografica molto nota in Islanda,con la quale aveva già collaborato nel film del 2013.

La Donna Elettrica: le leggi della Natura sono superiori a quelle degli uomini?

La donna elettrica filmHalla con le sue azioni vuole mettere in difficoltà l’attività di giganteschi impianti industriali, altamente inquinanti, infrangendo sì le leggi degli uomini, che per il profitto permettono tutto questo, ma rispettando e difendendo, a suo modo di vedere, le superiori leggi della Natura. Questo contrasto tra norme, in apparenza insanabile, sostiene tutta la narrazione, che grazie a questi temi universali internazionalizza in qualche modo il film e lo rende appetibile ad una platea più vasta, rispetto agli appassionati di film nordici.

La Donna Elettrica: una fiaba ecologica con momenti di grande suspance

I toni da commedia si fondono con la suspance del thriller; i paesaggi delle pianure islandesi e la varietà degli habitat naturali sono i degni coprotagonisti di una pellicola che colpisce anche per scelte registiche di livello, come l’inserimento della colonna sonora nel girato. La musica ha grande importanza nel film, ne sottolinea i momenti forti con la rilevanza, anche visiva, che le veniva data nel Teatro Greco. Saranno accontentati anche i cinefili: da ricordare una citazione (irriverente?) di “2001 Odissea nello Spazio” con l’accostamento della scimmia che vibra colpi con Nelson Mandela. Infine dedichiamo l’ultima nota ai siparietti sempre gustosi di Juan Camillo Roman Estrada, altro attore che aveva già lavorato col regista nella precedente pellicola, nella parte di un ‘turista per caso’ nella verde Islanda.

Daniele Battistoni

Trama

  • Titolo originale: Kona fer í stríð
  • Regia: Benedikt Erlingsson
  • Cast: Halldóra Geirharðsdóttir, Jóhann Sigurðarson, Davíð Þór Jónsson, Magnu´s Trygvason Eliasen, O´mar Guðjo´nsson, Juan Camillo Roman Estrada, Jörundur Ragnarsson, Haraldur Stefansson, Thorir Sæmundsson
  • Genere: azione, drammatico, thriller, colore
  • Durata: 101 minuti
  • Produzione: Francia, Ucraina, Islanda, 2018
  • Distribuzione: Teodora Film
  • Data di uscita: 13 dicembre 2018

La donna elettrica poster“La donna elettrica” (“Woman at War”) è una pellicola travolgente e fuori dagli schemi diretta da Benedikt Erlingsson presentata Festival di Cannes 2018, capace di unire emozione, impegno e divertimento. “La donna elettrica” racconta la storia di una donna che lotta contro un’industria locale che sta compromettendo la vita degli abitanti. L’arrivo di un bimbo orfano metterà in discussione tutte le sue battaglie.

La donna elettrica: il racconto della “donna della montagna”

Halla, protagonista del film “La donna elettrica”, sembra una donna come le altre, ma dietro la routine di ogni giorno nasconde una vita segreta. Conosciuta come “la donna della montagna”, Halla è infatti un’appassionata ambientalista, che ha ingaggiato una guerra solitaria contro l’industria dell’alluminio che sta cercando di espandersi nella sua Islanda. Armata di tutto punto, compie spericolate azioni di sabotaggio contro le multinazionali che stanno devastando la sua terra. Quando però una sua vecchia richiesta d’adozione va a buon fine e una bambina si affaccia a sorpresa nella sua vita, Halla dovrà affrontare la sua sfida più grande diventare madre e rimettere in discussione le sue priorità.

La donna elettrica: la regia

Già regista del lungometraggio del 2013 “Storie di cavalli e di uomini”, Benedikt Erlingsson colpisce al cuore con un ritratto femminile memorabile e un omaggio al paesaggio islandese di struggente bellezza. Il cineasta di origine irlandese ha anche un passato come attore affermato, tra le pellicole a cui a preso parte ricordiamo “Il grande capo”(“Direktøren for det hele”) di Lars von Trier del 2006 e in “Eldfjall” di Rúnar Rúnarsson del 2011.

 

Trailer

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