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La cena di Natale

Recensione

La cena di Natale – Recensione: l’atteso divertente sequel di “Io che amo solo te”

La cena di Natale

Dopo il successo di “Io che amo solo te” Marco Ponti realizza “La cena di Natale” tratto, come la precedente pellicola, da un romanzo di Luca Bianchini, che anche stavolta collabora alla sceneggiatura.

Il pubblico ritroverà i personaggi e gli interpreti ma ci sarà anche qualche new entry, prima fra tutte Veronica Pivetti, nei panni della zia milanese di Chiara.

E’ il periodo delle festività natalizie: Damiano e Chiara (cui prestano sempre il volto Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti) sono in dolce attesa, un candido manto di neve sembra pronto a imbiancare la Puglia ma l’atmosfera che si respira all’interno della famiglia non è propriamente ‘festiva’.

Se vi è piaciuto “Io che amo solo te” apprezzerete “La cena di Natale”, vi è lo stesso clima effervescente che riesce a tenere il racconto sospeso tra romanticismo e commedia, un mix vincente che ha decretato il successo sia dei libri che della prima pellicola.

La cena di Natale: un film leggero per chi ama rilassarsi

Il film ha un buon ritmo, non alza mai i toni e scorre via veloce, tra una patatina ed un sorso di coca, verso l’inevitabile lieto fine.

Qui son tutti buoni, cattivi veri non ce ne sono e le figure che animano la pellicola sembrano tutte sentimentalmente ‘inguaiate’, alla ricerca di una pace del cuore che faticano a trovare; proprio per questo, riescono a stabilire una certa empatia con lo spettatore romantico, alla ricerca di happy end e risate.

Il film nel suo genere non è poi così male, seppur si respiri il profumo dell’operazione commerciale; lo stesso Bianchini ha ammesso di aver scritto “La cena di Natale” in fretta e furia, di “getto”, tanto l’entusiasmo attorno ai personaggi.
Infatti le poche pagine di quello che appare un ‘istant book’ hanno avuto bisogno di un vasto ampliamento in fase di sceneggiatura per dare una struttura consistente al film.

La cena di Natale: il ‘non nuovo’ che riesce a rilassare lo spettatore

il film di Marco Ponti è il racconto tranquillizzante di un insieme di amori ‘difficili’ che cercano il loro compimento … non racconta niente di nuovo, a tratti è un po’ scontato, ma rimane comunque un intrattenimento pulito e garbato. E siccome ridere non ha mai fatto male a nessuno, chi siamo noi per negare qualche sana risata al pubblico in sala?

Inoltre la coppia Chiatti-Scamarcio funziona e il fatto che la protagonista fosse all’ottavo mese di gravidanza durante le riprese, come la sua Chiara, ha reso tutto palesemente ‘non finto’.
Non dispiace poi che si parli di amori non-etero evitando ipocrisie e ghettizzazioni, seppur con qualche piccolo cedimento caricaturale.

Maria Grazia Bosu

Trama

  • Regia: Marco Ponti
  • Cast: Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Maria Pia Calzone, Michele Placido
  • Genere: Commedia, colore
  • Produzione: Italia, 2016
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 24 Novembre 2016

La cena di NatalePancione in vista per Laura Chiatti che sul set di “La cena di Natale”, sequel di “Io che amo solo te”, di Marco Ponti, aspetterà un figlio. Polignano a Mare, set dei film tratti dal libro “La cena di Natale” di Luca Bianchini, fa da sfondo alle vicende della coppia e della loro numerosa famiglia.

Segreti e ripicche alla vigilia della festa, con un paese stranamente coperto di neve. Chiara (Laura Chiatti) è alle prese con l’infedeltà del marito Damiano (Riccardo Scammarcio). A fare da contorno un cast riconfermato: Michele Placido e Maria Pia Calzone, rispettivi genitori dei protagonisti e innamorati di vecchia data, con la novità di Veronica Pivetti.

Scamarcio-Chiatti è una coppia già consolidata nel cinema: i due attori hanno infatti già recitato insieme in “Manuale d’amore 3” e “Ho voglia di Te” .

Nelle storie di Marco Ponti, regista di “La cena di Natale”, convivono spinte opposte. Bivi di fronte ai quali decidere, scelte dalle quali non si può fuggire. Con grande attenzione all’aspetto formale dell’opera, Ponti scrive e dirige racconti di un’età di mezzo, in bilico tra il non più e il non ancora.

Trailer

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