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La banda Grossi (2018)

Recensione

La banda Grossi – Recensione: storia di banditi e di uomini

film la banda grossiIl regista Claudio Ripalti firma un Western atipico, in cui viene raccontata una storia vera quasi dimenticata, fatta di uomini che scelgono il brigantaggio come fuga a una vita di schiavitù e  di sofferenza.

Sono persone semplici, contadini, braccianti, calzolai che imboccano la strada delle armi e della rivolta, per contestare un sistema corrotto, mossi da ideali che nascono da una profonda sofferenza sociale.

“La banda grossi” è ambientato nella Marche, più precisamente tra le colline della provincia di Urbino, che fanno da cornice a questa storia dai toni aspri.

Terenzio Grossi è un temibile bandito, fuggito dal carcere, dopo essere stato condannato a 12 anni di reclusione e lavori forzati. Una volta fuori, l’uomo riunisce la sua vecchia banda e dopo un primo momento in cui cerca vendetta per la sua famiglia, insieme al fratello Marco e ad altri 5 balordi inizia la sua personale battaglia contro il sistema precostituito. La storia è ambientata nel 1861, anno dell’unificazione del Regno d’Italia da parte dello stato piemontese e dei Savoia.

Il film a un primo impatto può apparire politicamente schierato, Grossi e la sua banda si oppongono con le armi e con il sangue alla nuove figure istituzionali che sono giunte nelle loro terre e alle scelte politiche perpetuate da queste. In realtà è la fame e la miseria, ma soprattutto, la voglia di riscatto verso la vita a muovere l’animo del protagonista e dei suo compagni.

Ubriachi, avidi e violenti, Terenzio Grossi e i suoi uomini non sono di certo delle brave persone.  Nel film “La banda Grossi” ci sono scene molto forti che mostrano stupri e sanguinosi omicidi, ma nonostante ciò, l’umanità e la fragilità di queste persone emerge nei lunghi dialoghi e nelle inquadrature in primissimo piano dei loro sporchi volti.

A fare da alter-ego alla banda c’è un uomo, un Brigadiere dei carabinieri, l’unico che in tutto il film dimostra di avere una morale ed è probabilmente l’unico “eroe” di questo racconto. Contro di lui, però, non ci sono solo i briganti, ma anche parte alcune figure istituzionali come quella del Prefetto, un uomo corrotto e altezzoso incurante della legge e delle regole di cui lui, invece, dovrebbe essererne il portavoce.

Nella storia della banda Grossi non ci sono vincitori, ma solo uomini che affrontano senza timore il loro crudele destino.

La banda Grossi: un Western italiano

la banda grossi img“La banda Grossi” è una pellicola realizzata da una produzione giovane e un cast di attori emergenti che ne costituiscono la vera forza. Un scelta molto azzeccata è anche quella del taglio stilistico dato a questo progetto, si tratta di film western a tutti gli effetti.

Le musiche, che accompagnano magistralmente le lunghe scene del cammino fra i boschi del gruppo di briganti, e i costumi indossati dagli attori, in linea con l’epoca storica in cui si svolge la storia, richiamano senza però stereotipare i grandi film western del maestro Sergio Leone.

Un altro grande valore aggiunto della pellicola è il suggestivo scenario offerto dai paesaggi delle Marche, una terra che poche volte è stata al centro di opere cinematografiche, ma che grazie a questo film riesce a esprimere tutta la sua bellezza.

“La banda grossi” è consigliato agli amanti di questo genere, ma soprattutto a chi ha voglia di scoprire una storia vera ma quasi sconosciuta.

Chiara Broglietti

Trama

  • Regia: Claudio Ripalti
  • Cast: Simon Phillips, Pietro De Silva, Orfeo Orlando, Cecilia Bertozzi, Leonardo Ventura, Mario Diodati, Mateo Çili
  • Genere: Western, colore
  • Durata: 113 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: EffeCinematografica
  • Data di uscita: 20 settembre 2018

La banda Grossi loc“La banda Grossi” si ispira a una storia vera, conosciuta soltanto perché è stata tramandata per generazioni nei racconti e canti popolari. Il film ripercorre le vicende di una banda di briganti – formatasi nel 1860 all’alba dell’Unità d’Italia – che ha terrorizzato la regione delle Marche. Il gruppo mise in ginocchio le province di Pesaro e Urbino, commettendo numerosi omicidi, grassazioni, violenze e furti ai danni di potenti. A guidarlo fi un personaggio molto fiero e irrispettoso di nome Terenzio Grossi, un uomo che ha avuto il coraggio di dare voce a quello che gli altri tacevano. La sua impresa però venne ostacolata da un Brigadiere dei Carabinieri Reali, che cercò di catturarlo ad ogni costo.

La banda Grossi: un film per raccontare una storia dimenticata

“La banda Grossi” segna l’esordio alla regia di Claudio Ripalti che, per realizzare il suo primo lungometraggio, ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Kickstarter riuscendo ad accumulare 72.000 euro in un mese trasformando la sua opera nel film italiano di maggior successo in fatto di raccolta fondi.

Il denaro raccolto è stato molto importante per la produzione perché si è aggiunto al budget iniziale della pellicola, prodotta da Cinestudio di Fermignano e co-finanziata dal Ministero per i Beni Culturali Mibac e dalla Regione Marche che ha visto nel lavoro di Ripalti un’occasione per raccontare quella parte dell’entroterra marchigiano tanto ricca di fascino ma ancora lontana dal turismo.

Per quanto riguarda il lavoro di produzione, per le riprese il regista ha deciso di stabilirsi proprio nelle zone in cui vengono narrati i fatti e ha portato la troupe, composta da più di 200 attori, a Pesaro e Urbino. Le riprese, svoltesi tra marzo e aprile 2017, sono durate 60 giorni.

Trailer

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