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Julia Stiles

Biografia

Julia Stiles è un’attrice statunitense che ha iniziato sin da giovanissima a calpestare i palcoscenici della tv come del cinema e del teatro, grazie alle incredibili doti di attrice e ballerina, per poi approdare ai teen movie con i quali ha conquistato anche il pubblico più giovane.

Julia Stiles, l’attrice ballerina che ci ha conquistato con “Save the Last Dance”

(New York, 28 marzo 1981)

Julia-Stiles

La sua carriera ha inizio come attrice e ballerina sui palcoscenici newyorkesi per poi approdare ai teen-movie che la consacrano come una delle più belle e promettenti star hollywoodiane. Julia Stiles, giovanissima, diventa icona dei teenager prestando il suo volto alla scontrosa e intelligente Kat nel film “10 cose che odio di te”, accanto a Heath Ledger, e a Sara in “Save the Last Dance”.

Questi i primi passi mossi sul grande schermo verso ruoli più impegnati e seri, propri di un’attrice professionista e più matura.

Terza figlia di Judith Stiles, insegnante di scuola elementare di origine per metà italiana e per metà inglese, e di John O’Hara, un uomo d’affari irlandese del Greenwich Village, il suo nome completo è Julia O’Hara Stiles e nasce a NewYork il 28 marzo del 1981.

Coltiva la passione della danza moderna fin da piccola e inizia a recitare in teatro nelle opere di William Shakespeare e David Mamet. A 11 anni debutta al LaMama Theater, una delle sue case artistiche insieme al Kitchen Theater.

Gli inizi sul piccolo schermo

Nel 1992 inizia a comparire in alcuni spot commerciali e nel 1994 concorre con Kirsten Dunst, altra stella nascente in quel periodo, per interpretare il personaggio di Claudia in “Intervista col Vampiro – Cronache di Vampiri” di Neil Jordan. Nonostante la scelta finale della Dunst accanto ai protagonisti Brad Pitt e Tom Cruise, per la Stiles il debutto su grande schermo non tarda ad arrivare.

Dopo aver studiato alla Professional Children School di New York, nel 1996 partecipa come comparsa al film, inedito in Italia, “I Love You, I Love You Not” di Billy Hopkins, con Claire Danes, Jude Law e James Van Der Beek. Successivamente ottiene ancora piccoli ruoli: nel 1997 è la figlia di Harrison Ford ne “L’ombra del diavolo” (“The Devil’s Own”) di Alan J. Pakula, ed interpreta il ruolo della bambina che subisce violenze in “Women Had Wings” di Lloyd Kramer, film prodotto ed interpretato da Oprah Winfrey.

Nel 1998 compare in “Ad occhi aperti” (“Wide Awake”) di M. Night Shyamalan e ottiene il suo primo ruolo da protagonista nel film “La catena del male” (“Wicked”), nei panni di un’adolescente che vorrebbe uccidere la madre per avere il padre tutto per sé. Per questa performance la giovane attrice viene apprezzata dalla critica cinematografica: Joe Balthai la definisce la “darling del Sundance Film Festival del 1998” e Harry Knowles la considera “la scoperta del festival”.

Il momento di massimo successo con le serie tv

Nonostante questi felici riscontri, la pellicola non ottiene grande successo commerciale e non conferisce ancora alla protagonista la giusta notorietà. La sua massima fortuna arriva paradossalmente da una serie tv: “The ‘60s” (1999) di Mark Piznarski. Qui l’interpretazione di Katie Herlihy, figlia borghese della middle-class nel pieno del ’68, le permette di varcare finalmente le soglie di Hollywood per coronare i suoi sogni.

Il ruolo che la rende più nota è quello di Kat Stratford nel teen-movie “10 cose che odio di te” (“10 Things I Hate About You”)di Gil Junger del 1999. La pellicola è un adattamento de “La bisbetica domata” (“The Taming of the Shrew”), ambientato in un high school in Tacoma, Washington.Vince in questa occasione l’MTV Movie Award per la Migliore Performance Femminile ed il Chicago Film Critics la vota come la più promettente nuova attrice dell’anno.Altri critici stranieri apprezzano il suo lavoro: Adina Hoffman, che la paragona a Diane Lane, e Martin Hoyle.

Il suo successivo ruolo da star è nel film “Pazzo di te” (“ Down to You”, 2000) nel quale l’attrice e la sua co-star, Freddie Prinze Jr, ottengono una nomination per il Teen Choice Award, grazie al loro grande feeling sullo schermo. Sempre nel 2000 è sul grande schermo in una pellicola diretta da David Mamet, “Hollywood, Vermont” (“State and Main”), girata in una piccola città del Vermont, nella quale riveste i panni di una teenager che seduce l’attore Alec Baldwin.

Successivamente appare al cinema ancora in due adattamenti shakespeariani: nel ruolo di Ofelia in “Amleto” (“Hamlet”, 2000) di Michael Almereyda, accanto a Ethan Hawke e, nel ruolo di una moderna Desdemona, partner dell’attore Mekhi Phifer, nel film “O come Otello” (“O”, 2001) di Tim Blake Nelson. Nessuno dei due è un successo: il primo è una breve pellicola con un budget minimo, il secondo viene sottoposto a molti ritardi di lancio e a un cambio di distribuzione.

Il successo commerciale di “Save the Last Dance” per Julia Stiles

Del 2001 è un altro successo commerciale che la consacra in Italia: “Save the Last Dance” di Thomas Carter. In questa circostanza interpreta Sara, aspirante ballerina, che, costretta a vivere con il padre dopo la morte della madre, abbandona la danza. Nella nuova scuola, per lo più frequentata da ragazzi di colore, si innamora del personaggio dal volto di Sean Patrick Thomas, che le insegna l’hip hop e la aiuta a prepararsi per la prova di ammissione alla Julliard School.

Con questa performance vince due MTV Awards, per il Miglior Bacio e per la Migliore Performance Femminile, e un Teen Choice Award, ottenendo anche la copertina della rivista “Rolling Stone” del 12 aprile 2001. Nello stesso anno lavora accanto a Stockard Channing in “The Business of Strangers” di Patrick Stettner. Channing è impressionato dalla sua co-star riconoscendo in lei non solo talento, ma anche un particolare effetto penetrante sulle persone.

Il 21 marzo del 2001 Julia Stiles è ospite al Saturday Night Live e, otto giorni dopo, è la presentatrice della 73esima edizione degli Academy Awards. Il 5 maggio ritorna al Saturday Nigth Live in un cameo, nel ruolo di una delle figlie di George W. Bush, Jenna Bush, in una scena scherzosa riferita al reale arresto delle prime due figlie ubriache.

Tra cinema e passione teatrale

Alla carriera di attrice, nel frattempo, ha affiancato quella teatrale: tra il 1993 e il 1998 i suoi ruoli vengono creati dall’autore John Moran con il gruppo Ridge Theater nel Lower East Side di Manahattan; in seguito interpreta in teatro “The Vagina Monologues” di Eve Ensler e “La dodicesima notte” (2002) dell’amato Shakespeare nei panni di Viola, accanto a Jimmy Smits.

Nel 2002 lavora accanto a Matt Damon, nel ruolo di Nicolette “Nicky” Parsons, parte piccola ma cruciale, in “The Bourne Identity” di Doug Liman.

Il suo ruolo si amplia nel secondo film della trilogia, “The Bourne Supremacy” (2004) di Paul Greengrass, e in modo ancora maggiore in “The Bourne Ultimatum – Il ritorno della sciacallo” (2007) dello stesso regista, nel quale viene definita come “la prossima Meryl Streep”.

Nel 2003 Julia Stiles compare sul grande schermo con la pellicola “Cose da maschi” , una romantica commedia diretta da Chris Koch, con Jason Lee e Selma Blair, e in “Carolina” (2003) di Marleen Gorris con Shirley MacLane.

Dello stesso anno è la pellicola “Mona Lisa Smile” di Mike Newell, nella quale è una delle studentesse del Wellesley College del 1953, alunna di Julia Roberts che la incoraggia a perseguire la carriera di avvocato piuttosto che quella di moglie e madre.

La giovane attrice mostra ancora una volta le sue grandi doti nonostante la pellicola non ottenga recensioni favorevoli. Del 2004 è il teen-movie “Un principe tutto mio (“The prince & Me”) diretto da Martha Coolidge. Parallelamente la sua carriera teatrale continua: debutta sul palcoscenico di Londra, al Garrick Theatre, accanto Aaron Eckhart nel revival di “Oleanna”, opera di David Mamet.

Arriva anche la laurea

L’anno successivo Julia Stiles laurea presso la Columbia University in Letteratura inglese e compare di nuovo sul grande schermo in “Edmond” di Stuart Gordon. Nel 2007 debutta come regista con il suo scritto “Elle”, interpretato dall’attrice Zooey Deschanel e premiato nello stesso anno al Tribeca Film Festival.

Oltre la bellezza, il talento e il successo, non meno importante è il suo impegno in progetti umanitari: la costruzione di case in Costa Rica, la collaborazione con Amnesty International per tutelare i diritti degli immigrati, la visita nel 2004 al Centro-Giovani di Berks County a Leesport (Pennsylvania), la partecipazione al Board of Directors of Amend. Org, associazione newyorkese no-profit basata su un programma di tutela dei bambini in Africa.

Tra le altre curiosità: è un ex-vegetariana che ora occasionalmente mangia carne rossa; si definisce femminista e su questo argomento scrive in “The Guardian”; è un’ accanita fan del baseball, tifosa dei New York Mets: nel 2006 fa il primo lancio prima dell’inizio del match.

Elisa Cuozzo

Filmografia

Julia Stiles Filmografia – Cinema

Julia Stiles - Attrice

L’attrice Julia Stiles, in una scena del film “Save the last Dance”, nel ruolo della ballerina protagonista, Sara.

  • I Love You, I Love You Not, regia di Billy Hopkins (1996)
  • Terra Promessa (Serie TV) (1996)
  • Chicago Hope (Serie TV) (1997)
  • Prima che le donne potessero volare, regia di Lloyd Kramer (1997)
  • L’ombra del diavolo, regia di Alan J. Pakula (1997)
  • La catena del male, regia di Michael Steinberg (1998)
  • Shakespeare in Love, regia di John Madden (1998)
  • Ad occhi aperti, regia di M. Night Shyamalan (1998)
  • The ‘60s, regia di Mark Piznarski (1999)
  • 10 cose che odio di te, regia di Gil Junger (1999)
  • Pazzo di te, regia di Kris Isacsson (1999)
  • Hamlet 2000, regia di Michael Almereyda (2000)
  • Hollywood, Vermont, regia di David Mamet (2000)
  • Save the last dance, regia di Thomas Carter (2001)
  • The Business of Strangers, regia di Patrick Stettner (2001)
  • O come Otello, regia di Tim Blake Nelson (2001)
  • The Bourne Identity, regia di Doug Liman (2002)
  • Cose da maschi, regia di Chris Koch (2003)
  • L’uomo dei miei sogni, regia di Marleen Gorris (2003)
  • Mona Lisa Smile, regia di Mike Newell (2003)
  • Un principe tutto mio, regia di Martha Coolidge (2004)
  • The Bourne Supremacy, regia di Paul Greengrass (2004)
  • Edmond, regia di Stuart Gordon (2005)
  • A Little Trip to Heaven, regia di Baltasar Kormakur (2005)
  • Omen – Il presagio, regia di John Moore (2006)
  • The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo, regia di Paul Greengrass (2007)
  • Gospel Hill, regia di Giancarlo Esposito (2008)
  • The Cry of the Owl, regia di Jamie Thraves (2009)
  • Passage, regia di Shekhar Kapur (2009)
  • Dexter (Serie TV) (2009)
  • The Bell Jarr, regia di Nicole Kassel (2012)
  • Il Lato Positivo, regia di David O. Russell (2012)
  • Between Us, regia di Dan Mirvish (2012)
  • Stars in Shorts di registi vari (2012)
  • Closed Circuit, regia di John Crowley (2013)
  • Hits, regia di David Cross (2014)
  • Out of the Dark, regia di Lluís Quílez (2015)
  • Go with Me, regia di Daniel Alfredson (2015)
  • Conspiracy regia di Shintaro Shimosawa (2016)
  • Jason Bourne, regia di Paul Greengrass (2016)

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