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Il Codice del Babbuino (2018)

Recensione

Il Codice del Babbuino: un thriller nella periferia di Roma

Il codice del babbuino review

Denis trova il corpo di una ragazza in fin di vita nei pressi di un campo rom. La ragazza, che è stata stuprata, è Patrizia, la fidanzata del suo amico Tiberio, che quando viene a sapere dell’accaduto parte subito alla ricerca dei colpevoli per farsi giustizia da solo. Denis, padre di famiglia senza lavoro, cerca in tutti i modi di fargli abbandonare i suoi propositi di vendetta. La situazione degenera quando entra in scena il Tibetano, boss del quartiere al quale Denis deve dei soldi.

Una strada senza via di fuga

La pellicola ci lascia senza fiato fin dall’inizio perché ci mette di fronte a un evento tragico, lo stupro di una donna, senza preamboli o giri di parole. Con altrettanto brutalità vediamo subito la reazione del protagonista Tancredi, che senza pensarci due volte, accusa i rom dell’accaduto: “li brucio tutti”.

Nel film vengono trattate delle tematiche attuali: la violenza, il razzismo, i pregiudizi, la criminalità si incrociano nella ricerca della vendetta, entrando in collisione tra di loro, vendetta che si consuma nel giro di una notte. Tempo e spazio sono due elementi essenziali, infatti, e sono ridotti al massimo. La maggior parte delle scene si svolgono nell’abitacolo dell’automobile, su cui i personaggi viaggiano alla ricerca dei colpevoli, e i paesaggi circostanti sono senza connotazioni.

Un’interpretazione che riesce a illudere lo spettatore

Gli interpreti, Tiberio Suma e Denis Malagnino, sono veramente convincenti, in particolare Tiberio Suma, che nei panni del suo personaggio compie azioni crudeli e mostra molteplici contraddizioni: cerca vendetta per la sua ragazza, che è stata stuprata, ma non esita ad accettare l’invito del Tibetano ad andare con una prostituta. Siamo portati a chiederci “Ma che diavolo fa?”, il suo comportamento è oltremodo esagerato, arriva persino a sparare a un suo amico per dei messaggi che aveva scambiato con Patrizia.

Stesso discorso va fatto per Denis Malagnino, la cui prova è convincente: il suo è il personaggio con cui lo spettatore è portato a identificarsi, poiché è l’unico che sembra avere un briciolo di umanità, cerca di far ragionare l’amico, sembra, quindi, l’unico ad avere dei valori. Alla fine tradisce le aspettative quando anche lui sprofonda nell’abisso.

Il codice del babbuino: uno stile fatto di piccole cose

Molto bella la scena in cui il Tibetano e Denis litigano su chi sia il regista di “Scarface“, il primo sostiene sia Brian De Palma, il secondo Martin Scorsese, inserendo nella pellicola un elemento metacinematografico.

“Il codice del babbuino” toglie il fiato fin dall’inizio per la sua ferocia, allo stesso tempo evita di mostrarci le scene di violenza fine a se stessa. Ci dà delle speranze per i personaggi, che alla fine si rivelano vane. Non è per niente prevedibile quello che succederà scena dopo scena, proprio per questo il risultato è ottimo. Lo stile del film è dato da piccole cose: la colonna sonora è povera, ma è inserita nei punti giusti, per aumentare la tensione; la scrittura è potente, il linguaggio utilizzato si adatta perfettamente alla storia raccontata.

Mariateresa Vurro

Trama

  • Regia: Davide Alfonsi, Denis Malagnino
  • Cast: Denis Malagnino, Tiberio Suma, Stefano Miconi Proietti, Marco Pocetta, Fabio Sperandio, Alessandra Ronzoni, Cristina Morar
  • Genere: Drammatico, thriller, colore
  • Durata: 81 minuti
  • Produzione: Italia, 2018
  • Distribuzione: Distribuzione Indipendente
  • Data di uscita: 17 maggio 2018

Il codice del Babbuino locandinaIl film “Il Codice del Babbuino” è ispirato a un episodio di cronaca nera avvenuto alla periferia di Roma, nel comune di Guidonia. Alla base della narrazione vi è un crimine, lo stupro di una giovane donna, che scaturisce nel protagonista e fidanzato della ragazza, Tiberio, una reazione impulsiva e pericolosa che, desideroso di compiere vendetta, decide di fare un atto di “giustizia privata” e si mette alla ricerca dei responsabili. Insieme a lui c’è Denis, un padre di famiglia senza lavoro, che cerca in tutti i modi di stare lontano dai pericolosi piani del suo amico. Ma la situazione si complica…

A fare da sfondo a tutti questi avvenimenti una Roma in degrado che ci mostra la vita nei campi rom, le sale slot e i tetri casermoni di Via Tiburtina, immersi nel buio della notte, una notte che farà da testimone alle crude azioni del protagonista.

Il Codice del Babbuino: terzo film nato dalla collaborazione Alfonsi-Malagnino

“Il Codice del Babbuino” è un film di Davide Alfonsi e Denis Malagnino, due registi appartenenti al collettivo Amanda Flor, già noto a pubblico e critica per la produzione del loro film d’esordio “La Rieducazione” (2006) e successivamente per “Ad Ogni Costo” (2010).

La pellicola è una variazione su un tema classico della cinematografia, quello del filone “stupro e vendetta” che, in questo caso viene presentato al pubblico come una sorta di western ambientato nell’hinterland romano. I registi cercano di imprigionare con la macchina da presa i luoghi, i volti e le storie di personaggi borderline che, nonostante tutto, rimangono sempre molto attuali.

Trailer

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