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Hasta el cielo (2020)

Recensione

Hasta el cielo: arrivare fino in cima

Hasta el cielo

“Hasta el cielo”, con protagonista Miguel Herrán, Rio nella celebre serie “La Casa di Carta”, inizia come una storia romantica e di formazione, dove il personaggio principale si dedica a piccoli furti nella speranza di avere un futuro migliore. Ma dopo pochi minuti il film si rivela un thriller action a tutti gli effetti, con alcuni risvolti drammatici e sentimentali aperti nelle scene iniziali e portati poi avanti per l’intero durata della pellicola.

Angel, il protagonista, diventa artefice di una scalata nel giro della criminalità, sia per i suoi compagni che per se stesso. Lui e i ragazzi sono una delle bande più ricercate dalla polizia, considerando anche che si prendono spesso gioco di loro. Con strategie interessanti messe in atto per le rapine e sequenze cariche di suspence e adrenalina, “Hasta el cielo” risulta un ottimo film del genere.

Coinvolgente e avvincente, la storia esplora anche la difficile condizione del protagonista, diviso tra lavoro, sopravvivenza e amore. Molte scelte che si trova costretto a compiere risiedono nel bisogno di protezione, nello scendere a patti con un mondo dove diventare qualcuno ed essere rispettato non è facile. Anche la caratterizzazione del personaggio riprende perfettamente tutti gli elementi del genere thriller e d’azione. La personalità accennata, che si rivela maggiormente nel corso del film, rappresenta un giovane coraggioso, eroico, astuto e che sa anche quando è il momento di fare un passo indietro. Ha tutti i requisiti che lo definiscono il classico ragazzo che, lentamente, prenderà il posto dei boss che controllano l’intera città. Sa farsi rispettare e conoscere, anche se questo spesso si scontra con i suoi reali desideri.

Una narrazione trascinante

Hasta el cielo

“Hasta el cielo” è un susseguirsi di inseguimenti, rapine e un ritmo incalzante che svela sul campo gli ottimi piani di Angel e della sua banda, lasciando lo spettatore affascinato e stupito da una strategia che risulta sempre vincente. Il protagonista rischia spesso di andare troppo oltre, di giocare eccessivamente contro la polizia, dando vita a colpi di scena inaspettati, che non puntano sul sensazionale, non cadendo così mai nel banale. Per certi versi “Hasta el cielo” è imprevedibile, cedendo al didascalico solo nelle ultime scene del film. Il simbolismo con gli insetti è circolare e ripreso più volte, anche se non esplicitato quanto meriterebbe: insetti fastidiosi simili a formiche, piccole, proprio come i ricchi vedono i poveri, dal lontano dei loro grattacieli, piccoli come formiche.

Angel si ritrova, però poi, a essere quello stesso uomo che guarda da lontano le campagne dove lui abitava, dove le persone sembrano davvero piccole come delle formiche. Apparentemente insignificanti e fastidiose. L’ottima regia e fotografia sono caratterizzate da una luce cupa, con ambientazioni notturne e un montaggio serrato, giocato sulla contemporaneità e su scene alternate, a svelare piani dove tutto è calcolato nei minimi dettagli.

“Hasta el cielo”, sottilmente, ha anche un interesse per la profondità di una storia fatta di rischi, pericoli, possibilità e sacrifici. Angel si ritrova sempre e, inevitabilmente, scisso tra affari e affetti, tra dovere e piacere, ancora immaturo sulla fiducia da riporre nelle persone, su chi scegliere come alleati e chi come nemici.

Un messaggio implicito

Hasta el cielo

Tra il conoscere i propri limiti, l’accontentarsi e il proteggere chi si ama, “Hasta el cielo”, narrando una storia ricca di eventi e azione, suggerisce che, ancora una volta, il potere cambia prospettive e desideri, entrando in una spirale in cui nulla è mai abbastanza. Si può essere sempre più ricchi, più importanti, più temuti e rispettati, c’è sempre un grado, livello e rango superiore. E nella brama di comando, autorità e supremazia, si finisce troppo spesso per dimenticare ciò che è veramente importante.

Giorgia Terranova

Trama

  • Regia: Daniel Calparsoro
  • Cast: Miguel Herrán, Carolina Yuste, Asia Ortega Leiva
  • Genere: thriller action
  • Durata: 121 minuti
  • Produzione: Spagna, 2020

Hasta el cielo“Hasta el cielo”, con protagonista Miguel Herrán, Rio nella serie tv Netflix “La Casa di Carta”, è un thriller d’azione che esplora anche la psicologia di alcuni personaggi, dando al film una valenza di profondità con elementi propri del genere romantico e drammatico.

Hasta el cielo: la trama

Attratto dalla giovane Estella e dedito a piccoli furti, Angel abita in un quartiere degradato con il nonno. Odia i grattacieli che osservano da lontano, e coloro che vivono o lavorano lì, che li giudicano e vedono piccoli dai loro lontani e altissimi piani. Un giorno, dopo aver rapinato una gioiellerie insieme a Poli, mentore del gruppo, Angel inizia a entrare sempre più nel giro, conoscendo il boss dell’organizzazione e sua figlia, con cui ha frequentato la stessa scuola.

Diviso tra scalata sociale nell’ambito criminale e i sentimenti per Estella che crescono sempre di più, Angel si troverà contro non solo la polizia, ma Poli, ragazzo di Estella e rivale nella gestione della banda, e tutti coloro che temono che Angel acquisisca troppo potere. Le cose si complicano quando la figlia del boss mostra interesse verso di lui. Angel in più non vuole deludere l’uomo che gli sta dando la possibilità di diventare una di quelle persone che Angel vedeva solo da lontano, dalle vetrate di quei grattacieli che gli sembravano inarrivabili.  

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