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Green Book (2018)

Recensione

Green Book: un viaggio nel malcelato razzismo

Green Book recensione

Quanto può essere labile il confine tra razzismo e accettazione? Quanto sottile è la differenza tra l’accettare le persone che hanno un colore della pelle diverso dal nostro e il riconoscergli i nostri stessi diritti? Quante sfaccettature ha il razzismo? È quel che scoprono Tony Vallelonga, detto Tony Lip, buttafuori italo americano, e Don Shirley, pianista afroamericano, che in “Green Book” si trovano a dover affrontare insieme un viaggio che li porterà nel più profondo sud degli Stati Uniti, muniti di una copia del “The Negro Motorist Green Book“.

L’anno è il 1962: il riconoscimento dei diritti civili alle persone di colore non è ancora una realtà negli USA, l’uguaglianza è solo una favola, e gli stati più meridionali ne sono la piena e lampante dimostrazione. “Green Book” racconta la vera storia di quella che all’apparenza potrebbe essere la coppia peggio assortita che si possa immaginare: Donald Shirley, eccellente pianista, distaccato, acculturato, raffinato, e Tony Lip, buttafuori e ‘spara stronzate’, un po’ rozzo, sempre con la sigaretta al lato della bocca. Entrambi hanno perplessità nei confronti dell’altro, e il regista Peter Farrelly ci mostra fin da subito le differenze tra i loro modi di pensare, di vivere, tra i loro due mondi così diversi che però coesistono all’interno di una stessa realtà, e si trovano a contaminarsi a vicenda.

A mano a mano che i due si addentrano nel profondo sud, si ritrovano a contatto con la triste realtà di una società che finge di accettare le persone afroamericane, che le invita alle feste per fregiarsi della presenza di un musicista tanto famoso, che le ritiene degne di onorare gli ospiti con le loro esibizioni, ma che gli nega il semplice diritto di vivere, mangiare, andare in bagno insieme a tutti i ‘bianchi’.

“Green Book” è un film, un viaggio, una scoperta, che trascina lo spettatore sul sedile accanto a Don Shirley, per vedere con i propri occhi cosa si nasconde dietro il malcelato razzismo americano.

Green Book: un film che colpisce allo stomaco

Green Book immagine

“Green Book” è un film che ti sa prendere allo stomaco: sia per il gran ridere, sia per la profondità e l’eterna (triste) attualità di quel che racconta.

Potrebbe sembrare solo un altro film sulla discriminazione della comunità afroamericana, e in effetti è quello il suo tema principale: eppure la sceneggiatura ci racconta la storia in un modo tutto suo, non assumendo mai i toni drammatici e pedanti di chi vuole impartire una lezione; è, piuttosto, una narrazione che coinvolge lo spettatore, lo fa immedesimare nei due protagonisti, lo fa indignare per le ingiustizie che devono subire, lo fa ridere (ma ridere sul serio) e lo fa riflettere senza imporsi; la morale del film è intrisa in ogni suo aspetto, in ogni parola, in ogni scena, senza il bisogno che una voce fuori campo venga a spiegarla a chi guarda. E ci si rende conto che mentre scorrono i titoli di coda, tra una battuta e una risata, “Green Book” ci ha restituito qualcosa di più di due ore di svago: ci ha regalato un insegnamento e una piccola fetta di umanità e fiducia nell’uomo (anche perchè, va ricordato, si parla di una storia vera).

Merito della riuscita eccellente del film è anche di Viggo MortsensenMahershala Ali, che restituiscono splendidamente due personaggi con tutti i loro pregiudizi, i loro timori, le loro convinzioni e, soprattutto, la loro amicizia che, nonostante le difficoltà, si instaura sempre più forte e solida superando le barriere dei pregiudizi: se il messaggio riesce ad arrivare forte è chiaro è merito dei due attori che permettono allo spettatore di vivere la storia come in prima persona, immedesimandosi in Tony e Don.

“Green Book”  e il coraggio del cambiamento

“Green Book” è uno di quei film che ognuno si merita di guardare almeno una volta: la trama, scontata ma non banale, scivola in un equilibrio perfetto tra tutte le sue componenti, dalla più comica alla più drammatica, gli attori si muovono a loro agio sullo schermo e si mostrano credibili e carismatici, e per due ore lo spettatore può  staccarsi dalla sua quotidianità godendosi uno spettacolo davvero piacevole che lascia dentro molto più di quanto non si creda e non ci si aspetti da una commedia.

Forse l’unica nota che agli occhi di noi italiani potrebbe risultare un po’ stonata è la recita del belpaesano in America, un po’ stereotipato, che si esibisce in gesti che sono diventati dei ‘meme’ su qualsiasi social, che mangia la pizza piegandola a metà e comunica nella (stentata) lingua natìa; eppure è un aspetto che non disturba mai nel corso della visione, e anzi strappa anche un sorriso, fondendosi nell’armonia di un film perfettamente riuscito.

Peter Farrelly ci racconta una storia bella e ben fatta, il cui valore è accresciuto senza dubbio dal suo non essere una mera invenzione ma un fatto reale, una vicenda e un’amicizia che hanno realmente segnato la pelle di due persone e che si è riproposta in chissà quante altre situazioni e con quanti altri soggetti. Le azioni di Don e Tony, per piccole che siano, sono fili che si intrecciano a una storia più grande, che parla dell’importanza del comportamento di ognuno di noi per apportare un cambiamento nel mondo; e “Green Book” è uno di quei film che ti lasciano il sorriso e una certezza: “Ci vuole coraggio per cambiare l’animo delle persone”.

La pellicola ha ottenuto tre premi Oscar: Miglior Film, Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Attore non Protagonista a Mahershala Ali.

Giada Aversa

Trama

  • Regia: Peter Farrelly
  • Cast: Viggo Mortensen, Linda Cardellini, Mahershala Ali, Don Stark, Sebastian Maniscalco, P.J. Byrne, Brian Stepanek, Iqbal Theba, Tom Virtue, Ricky Muse, Joe Cortese, Daniel Greene, Ninja N. Devoe, Johnny Williams, David Kallaway, Anthony Mangano, Geraldine Singer, Jim Klock, Rebecca Chulew, Paul Sloan, Nick Vallelonga, Gralen Bryant Banks, Brian Hayes Currie
  • Genere: Commedia, colore
  • Durata: 130 minuti
  • Produzione: USA, 2018
  • Distribuzione: Eagle Pictures
  • Data di uscita: 31 gennaio 2019

Green Book locandina

1962: Tony Vallelonga, detto Tony Lip, buttafuori italo-americano ritrovatosi momentaneamente disoccupato, per mantenere la famiglia accetta di fare da autista al pianista di colore Don Shirley, nel corso del tour musicale che lo vedrà impegnato per due mesi nel profondo sud degli Stati Uniti.

I due, inizialmente diffidenti l’uno verso l’altro, imparano a capirsi ed accettarsi, e affrontando varie difficoltà instaureranno un rapporto d’amicizia duraturo.

Green Book: una storia vera

Il film, diretto dal regista Peter Farrelly, racconta la vera storia di Tony Lip e Donald Shirley, della loro amicizia e del loro viaggio attraverso le varie sfaccettature del razzismo.

Il film, presentato in anteprima al  Toronto International Film Festival, dove si è aggiudicato il premio del pubblico, comprare anche nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma 2018.

Trailer

Green Book: trailer italiano

Green Book: Trailer originale

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