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Gli uomini d’oro (2019)

Recensione

Gli uomini d’oro – Recensione: un incredibile lavoro di labor limae

Gli uomini d'oro pellicola

“Gli uomini d’oro”, un noir tutto italiano ambientato nella Torino del 1996, rappresenta un progetto estremamente ambizioso per il giovane regista Vincenzo Alfieri, classe ‘86. Il film appare all’audience come un prodotto limato, rifinito fin nei minimi dettagli senza tuttavia perdere nulla di ciò che lo rende un’opera dal forte impatto emotivo.

Sin dall’inizio la fotografia riesce definire perfettamente l’atmosfera cupa e oppressiva, a volte quasi delirante, della città nordica in cui è ambientata la vicenda, tramite l’uso oculato di inquadrature e colori. Lo sguardo della telecamera si fa spesso ravvicinato in maniera quasi sgradevole e confusionaria, alternando primi piani di questo genere a riprese ben più ampie e vorticose che contribuiscono all’effetto di spaesamento. La palette con cui Alfieri gioca può sembrare limitata, con un’insistenza sulle sfumature di grigio, blue e alle volte colori al neon, ma questa scelta ben si integra con i toni della narrazione.

La trama del film, che è diviso in tre capitoli che seguono il punto di vista dei tre protagonisti, viene presentata come un puzzle intricato ma mai autoreferenziale. Dettagli che potrebbero non essere chiari quando guardati attraverso gli occhi di uno dei personaggi trovano la loro risposta se osservati sotto una luce diversa e l’esperienza di veder srotolarsi l’intera vicenda in questo modo è una piccola gioia per lo spettatore.

Gli uomini d’oro: l’ambiguità del narratore

Gli uomini d'oro

Se da un punto di vista prettamente strutturale Alfieri dà prova di poter essere considerato un astro nascente della cinematografia italiana, dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi il film può lasciare alcune perplessi.

L’oro dei tre uomini protagonisti è un oro finto, un sottile rivestimento applicato a delle statue fatte di leghe ben meno pregiate. Questa ironia è palpabile sin dall’inizio della storia, che si apre dal punto di vista del più “frivolo” dei tre, Luigi, il quale decide di compiere una rapina dopo essersi visto sottratto il sogno di andare a vivere in Costa Rica con i soldi della sua baby pensione.

La pellicola punta i riflettori sin da subito su tutte le imperfezioni e le sfaccettature meno piacevoli dei tre, tratti che fa sempre piacere trovare in una sceneggiatura che non abbia paura di mostrare la realtà per quello che è, tuttavia si rischia di cadere nella trappola di glorificare degli atteggiamenti che non solo solo autodistruttivi, ma spesso anche dannosi per il prossimo. In un’Italia piagata dalla violenza sulle donne a opera di uomini padroni, vedere la relazione tra Gina e il Lupo sul grande schermo non può che lasciare l’amaro in bocca, per quanto in teoria lei sia vista come il “vero lupo” tra i due.

Vale lo stesso discorso per Alvise, il Cacciatore: la dicotomia del suo personaggio, da un lato padre premuroso e dall’altro marito allo stesso tempo assente e oppressivo, non viene risolta in modo soddisfacente, nonostante la splendida interpretazione di un Fabio De Luigi drammatico.

“Gli uomini d’oro” è quindi un film con delle pecche di scrittura ma allo stesso tempo avvincente e ben congegnato, con un cast sorprendente quanto solido.

Gaia Sicolo

Trama

  • Regia: Vincenzo Alfieri
  • Cast: Fabio De Luigi, Giampaolo Morelli, Edoardo Leo, Giuseppe Ragone, Matilde Gioli, Gianmarco Tognazzi, Federica Remotti, Giorgia Cardaci, Mariela Garriga
  • Genere: noir, colore
  • Durata: 110
  • Produzione: Italia, 2019
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Data di uscita: 7 novembre 2019

Gli uomini d'oro poster“Gli uomini d’oro” è un film tratto da una storia realmente accaduta di genere noir, ed è stato scritto da Alessandro Aronadio, Renato Sannio, Giuseppe Stasi e Vincenzo Alfieri, che ne cura anche la regia e il montaggio.

Gli uomini d’oro: rapina pulita e sogni sporchi

Nella Torino del 1996 vive Luigi (interpretato da Giampaolo Morelli), un impiegato postale affascinato dallo sfarzo e con la passione per le belle donne, che passa le sue giornate sognando la baby pensione per potersi trasferire in Costa Rica e trascorrere il resto della vita come in un’eterna vacanza.

Quando il suo sogno inizia a sgretolarsi, Luigi si riscopre disperato nel tentare di arrivare all’obiettivo che si era prefissato: disposto a tutto, decide di tentare la rapina al furgone portavalori che guida da anni, scoprendo che la linea che separa l’essere un impiegato modello da un criminale è veramente sottile, e la svolta della sua vita è davvero a portata di mano.

Organizzare il colpo risulterà facile con l’aiuto del suo migliore amico Luciano (Giuseppe Ragone), un ex postino di quarant’anni ugualmente insoddisfatto della vita, lo scrupoloso Alvise (Fabio De Luigi), un collega dalla vita monotona apparentemente tutto casa e famiglia, il Lupo (Edoardo Leo), un ex pugile tutto muscoli e molto riservato, e Boutique (Gianmarco Tognazzi), un sarto d’alta moda che rivelerà una doppia vita di cui nessuno inizialmente poteva sospettare. Ma il crimine è un mestiere per pochi, che in mano a uomini qualunque si trasformerà in un gioco molto pericoloso.

Nel cast de “Gli uomini d’oro” anche Matilde Gioli nei panni di Anna, una seducente ragazza che Luigi ha incontrato in una notte sfrenata e Mariela Garriga, che interpreta Gina, la bellissima e forte compagna del Lupo.

Trailer

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