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Glassboy (2020)

Recensione

Glassboy: crescita, paura e voglia di vivere

Glassboy

“Glassboy” è una storia di formazione destinata a un pubblico di giovanissimi che racconta il mondo visto attraverso gli occhi dei bambini. In particolare di un piccolo che combatte la sua malattia, la solitudine e un senso di inadeguatezza con la fantasia, i sogni e con un’occupazione quotidiana. Per lui il momento migliore della giornata è quando può osservare dall’alto della sua camera gli Snerd, non aspetta altro. Pino, interpretato da Andrea Arru, rappresenta tutta l’angoscia, la paura, la frustrazione e la voglia di vivere di un giovane adolescente. Così come una preoccupazione latente che dà però più importanza a quella sensazione di prigionia e isolamento che vive.

Pino abita in una casa piena di fantastici giochi, ma senza nessuno con cui poterli condividere e divertirsi. Per quanto l’incipit della storia chiarisca da subito il genere e i sentimenti che vivono nell’animo del protagonista, dando al film una matrice psicologica, nel corso della storia, “Glassboy” si perde. Il dramma e il senso d’amicizia rimangono pervadendo il racconto, lasciando da parte la verosimiglianza e la credibilità.

Fra “Stranger Things” ed “E.T.”, considerando anche quanto il primo prenda spunto dal secondo, il genere della fiaba e della favola diventano preponderanti, rischiando però di confondere, dopo il forte realismo e le tematiche attuali affrontate nella prima parte della storia.

Alcune disattenzioni

Glassboy

“Glassboy” è caratterizzato dall’assenza di ostacoli, da una buona sceneggiatura e da una regia che, man mano che le immagini scorrono sullo schermo, è sempre meno emozionante. Molte scene, narrativamente forti, dal dramma al colpo di scena, vengono spiegate attraverso dialoghi e servizi televisivi che appaiono fuori luogo. Una scelta che, in alcuni momenti, sembra togliere al film la possibilità di generare nel pubblico sentimenti come tensione e sorpresa. Nonostante si tratti di un racconto coinvolgente risulta spesso troppo prevedibile, si sa non solo come finirà la storia, ma anche come si arriverà a quella conclusione.

Le scene caratterizzate da un buon uso del rallenty, della musica e dei tipici dialoghi tra bambini, e un’ottima scenografia, danno il film un’atmosfera retrò e quindi non del tutto attinente alla realtà. Per quanto il dramma della malattia e la forza dell’amicizia, siano presenti e ben espressi nella storia, anche l’azione, la trama e il susseguirsi degli eventi dovrebbero avere una logica verosimile. Con una buona fotografia e un montaggio piuttosto dinamico, l’interpretazione migliore risulta quella di Rosa Barbolini, personaggio che ricalca molto gli aspetti di Eleven di “Stranger Things”, e, a livello drammatico, anche la performance di Andrea Arru è degna di nota, considerando un protagonista complesso, alle prese con difficoltà e sensazioni non facilmente gestibili. Un messaggio chiaro, sulla crescita e l’importanza dei rapporti umani si rivela l’aspetto più forte del film, sul quale riflettere sempre.

Giorgia Terranova

Trama

  • Regia: Samuele Rossi
  • Cast: Andrea Arru, Giorgia Wurth, David Paryla, Loretta Goggi, Massimo De Lorenzo, Giorgio Colangeli, Rosa Barbolini, Gabriel Mannozzi De Cristofaro, Stefano Trapuzzano, Mia Polemari
  • Genere: drammatico, colore
  • Durata: 90 minuti
  • Produzione: Italia, 2020
  • Distribuzione: Solaria Film e Minerva Pictures Group
  • Data di uscita: 1º febbraio 2021

Glassboy“Glassboy”, scritto e diretto da Samuele Rossi è una storia di formazione, crescita e comunicazione fra generazioni in una cornice dove l’amicizia vince su tutto.

Glassboy: la trama

Pino è un bambino di 11 anni che vive chiuso in casa da sempre, è uscito poche volte, preoccupando i genitori e facendo andare su tutte le furie la nonna, ricca e autoritaria marchesa. Pino è affetto da una malattia che lo rende estremamente vulnerabile, legata all’emofilia, caratterizzata da un difetto della coagulazione del sangue. Dall’alto della sua casa, piena di giochi e di tutti i comfort, Pino osserva i bambini giocare fuori, al sole, andare in bici e cimentarsi in gare, a volte anche pericolose, con alcuni ragazzi più grandi. In particolare Pino è attratto dagli Snerd, del quale fanno parte Mavi, Domenico, Ciccio e Mei.

Seguendo ogni loro movimento dal balcone di casa, li disegna su un quaderno, creando una sorta di fumetto, dove narra le loro imprese. Mavi, la leader del gruppo, si accorge però di Pino e lo invita a unirsi a loro. Per Pino, nonostante i divieti imposti dalla nonna e dalle complicazioni della sua malattia, inizia a esplorare quel mondo che ha sempre osservato dall’alto della sua casa, entrando in confidenza con gli Snerd e scoprendo l’amicizia. Un imprevisto però lo allontanerà dal gruppo, che sarà pronto a tutto pur di ritrovarlo.

Trailer

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