Eco Del Cinema

Ghiaccio (2022)

Recensione

Ghiaccio: la box come strumento per narrare la vita e l’amore

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Può un uomo tornare a essere padrone del proprio destino? Le colpe dei padri devono ricadere sempre sui figli? Questi sono gli interrogativi che accompagnano la visione di questo film, opera prima di un’inedita coppia di autori e registi, il già collaudato Alessio de Leonardis accompagnato da Fabrizio Moro, sì proprio il cantante, autore naturalmente anche della colonna sonora, che si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa.

La vicenda è ambientata sullo scorcio del novecento, in quel 1999 così carico di speranze ispirate, chissà perché, dal prossimo cambio di millennio. Impariamo a conoscere il giovane Giorgio, un promettente pugile che insegue il sogno di diventare professionista, ma che vive con la madre nel Quarticciolo, un quartiere degradato di Roma, che rappresenta una sorta di mondo separato dal resto della città, dove è difficile liberarsi dagli ostacoli che la vita ti pone dinanzi. Il quartiere è un protagonista aggiunto del film, se da una parte il vivere in una comunità chiusa permette agli abitanti di sentirsi come in un piccolo paese, dove tutti conoscono tutti, e i soprannomi presi da bambino ti accompagnano tutta la vita, il risvolto della medaglia è che è molto, molto difficile scrollarsi dalle spalle il peso di colpe ereditate dalla tua famiglia.

Il potere salvifico dello sport e degli affetti

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Giorgio è allenato da Massimo, un ex pugile di mezza età, che proietta nel ragazzo la speranza di ottenere dal mondo della boxe quello che lui non è stato capace di raggiungere. L’uomo non solo allena il ragazzo, ma lo cura, lo difende, lo stimola, cerca di cavare il meglio da lui, allontanando quanto possibile il peggio. Giorgio arriva a considerare Massimo alla stregua di un padre, un padre ideale, ben diverso da quello vero, perso tragicamente pochi anni prima, ai magheggi del quale si devono le difficoltà presenti della famiglia.

Il promettente Giacomo Ferrara, già apprezzato in “Suburra”, e Vinicio Marchioni, che non ha davvero bisogno di presentazioni, interpretano i due protagonisti, Lidia Vitale è la coraggiosa madre di Giorgio, mentre l’intensa Beatrice Bartoni è Elisabetta, la sua ragazza.

Un tempo li chiamavano ‘caratteristi’, e forse era un po’ riduttivo, ma come definire meglio i bravi Claudio Camilli, nei convincenti panni del villain di turno, e il veterano Mauro Cremonini in quelli del saggio co-allenatore di Giorgio?

Un film da vedere assolutamente

Un film che consigliamo, la ‘strana coppia’ di sceneggiatori-registi porta sullo schermo temi degni della miglior tragedia Greca con sobrietà e delicatezza, ora come allora la Hybris, che si può tradurre come tracotanza, violenza cieca e Diche, la Giustizia, lottano tra loro per avere il sopravvento nell’anima di ogni uomo. Il Fato di ognuno, è già scritto o è possibile cambiarlo, con l’Amore o a suon di cazzotti? Allo spettatore il compito di scoprirlo, buona visione a tutti.

Daniele Battistoni

Trama

  • Regia: Alessio De Leonardis, Fabrizio Moro
  • Cast: Giacomo Ferrara, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Beatrice Bartoni, Mauro Aversano, Mauro Cremonini, Valerio Morigi, Vittorio Emanuele Propizio, Lidia Vitale
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 95 minuti
  • Produzione: Italia, 2022
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Data di uscita: 7 febbraio 2022

Ghiaccio poster“Ghiaccio” segna l’esordio alla regia del cantautore Fabrizio Moro, che dirige a quattro mani con Alessio De Leonardis. Il film segue una storia di pugilato, a partire da una sceneggiatura scritta da Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis. La colonna sonora contiene le musiche originali dello stesso Moro.

Ghiaccio: la trama

Giorgio (Giacomo Ferrara), è un promettente atleta della boxe. Il giovane vive nella Roma degradata con la madre, dopo aver perso il padre in modo violento. A suo carico c’è ancora un debito da saldare con la mala locale. L’incontro con Massimo (Vinicio Marchioni), allenatore dopo anni nella boxe può cambiare la sua esistenza. Ma resta da fare i conti con il passato che ritorna.

“Ghiaccio” porta al cinema una storia ambientata nella periferia romana nel 1999, in cui lo sport e più nello specifico la box diventa uno strumento di integrazione e di recupero per persone che non vedono prospettive nella loro esistenza. Due giovani attori diretti da due altrettanto giovani cineasti.

Trailer

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