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Gauguin A Tahiti – Il Paradiso Perduto (2019)

Recensione

Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto – Recensione: gli ultimi anni di vita del grande pittore francese in Oceania

Gauguin a Tahiti - Il paradiso perduto review

Il primo aprile del 1891, Paul Gauguin a quarantatré anni lascia il suo paese a bordo della nave Océanien per la Polinesia. L’artista è alla ricerca del paradiso in terra, lontano dal mondo civilizzato. Non lascia molto a Parigi, poiché da qualche tempo la moglie danese se n’è tornata in patria con i loro cinque figli. Gauguin rimarrà ai tropici fino alla fine della sua esistenza, a parte un breve soggiorno in Francia per ragioni di salute. Non troverà il paradiso come sperava ma in compenso la sua arte, già a livelli altissimi, raggiungerà l’apice, tra paesaggi lussureggianti e donne dai costumi liberi e dal fascino indiscusso. Per gli indigeni lui sarà Kokè.

L’attore Giancarlo Giannini è la voce narrante di uno straordinario docu-film nelle sale dal 25 al 27 marzo

Paul Gauguin è stato molto spesso raccontato dal cinema, ma mai come questa volta rivive grazie al certosino lavoro fatto da Marco Goldin e Matteo Moneta, che firmano il soggetto di “Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto”.

L’opera ripercorre tutta la sua esistenza, dalla nascita in Francia alla prima infanzia in Perù, presso la ricca famiglia della madre. Ragazzo inquieto, Paul viaggia molto, prima di prendere un impiego sicuro in un ufficio cambi. La sua vita scorre su binari tranquilli finché non si dedica completamente alla pittura, rinunciando al benessere materiale. É il colpo di coda che ci darà le opere memorabili che ora sono custodite nei più importanti musei del mondo dal Metropolitan Museum di New York al Chicago Art Institute, tanto per dirne alcuni.

Quello che emerge subito dalle premesse di Giancarlo Giannini è il fatto che Gauguin non sia del tutto sfuggito al mondo civile, non avendo lasciato alcuna opera a Tahiti o alle isole Marchesi dove morì. In fondo, rimase sempre prigioniero delle sue origini. Eppure, la sua esistenza fu una grande avventura. Le tele più importanti del periodo finale della sua esistenza sono magnificamente spiegate da grandi esperti internazionali del calibro di Mary Morton, della National Gallery of Art di Washington, di Gloria Groom, dell’Art Institute di Chicago, di Belinda Thomson, massima esperta di Gauguin e infine di David Haziot, autore noto per i suoi studi sull’artista. Lo stesso si racconta attraverso le sue lettere e due suoi libri scritti per l’amata figlia Aline che morì a soli diciannove anni.

Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto: un ritratto vivido di Kokè attraverso i suoi quadri più importanti e le sue donne

“Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto” fa parte del progetto Grande arte al cinema e riesce a connettere perfettamente la vita dell’uomo tormentato con le sue opere. Le più iconiche, mostrate nel docu-film sono due, di cui “Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo?” del 1897 è una sorta di testamento spirituale. Resta fondamentale quella del 1888 “La visione dopo il sermone”, dipinta durante il suo volontario esilio in Bretagna in fuga da Parigi.

Il viaggio visionario di Claudio Poli alla ricerca di quel che resta a Tahiti e alle isole Marchesi dell’artista si conclude con la straordinaria scoperta di due suoi pronipoti ritrovati dopo molte ricerche nel piccolo villaggio di Hiva Oa, dove lui concluse la sua difficile e straordinaria esistenza.

Ivana Faranda

Trama

  • Regia: Claudio Poli
  • Genere:Documentario, colore
  • Durata: 90 minuti
  • Produzione: USA, 2019
  • Distribuzione: Nexo Digital
  • Data di uscita: 25 marzo 2019

Gauguin A Tahiti - Il Paradiso Perduto poster“Gauguin A Tahiti – Il Paradiso Perduto” è un film evento, al cinema solo il 25-26-27 Marzo 2019, con soggetto di Marco Goldin e Matteo Moneta, sceneggiato da Matteo Moneta e diretto da Claudio Poli e con la partecipazione straordinaria di Adriano Giannini. La colonna sonora originale è stata realizzata da Remo Anzovino.

Nell’aprile del 1891 Paul Gauguin lascia Marsiglia per andare a Tahiti, in Polinesia. L’artista ha quarantatré anni e ai Tropici resterà fino alla morte, quasi senza intervalli. In un simile contesto Gauguin si pone alla ricerca dell’alba del Tempo e dell’Uomo, lontano dalla civiltà e attratto dall’autenticità della natura. Dodici anni di immersione in sensazioni e visioni espresse nella sua opera, che farà di lui uno dei pittori – tra quelli che presero ispirazione dalle “Muse d’Oltremare” – più potenti di sempre.

Gauguin A Tahiti – Il Paradiso Perduto: la Grande Arte al Cinema

“Gauguin A Tahiti – Il Paradiso Perduto” rappresenta un appuntamento importante, che rientra nel progetto della Grande Arte al Cinema. Si tratta di un docu-film  prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital con il sostegno di Intesa Sanpaolo.

La biografia dell’artista su cui si sofferma il documentario prende in esame il periodo e i luoghi in cui Gauguin scelse di vivere, portando l’attenzione anche sui musei che hanno accolto le opere di un momento di creatività unica per il pittore: il Metropolitan Museum di New York, il Chicago Art Institute, la National Gallery of Art di Washington, il Museum of Fine Arts di Boston.

La visione sarà impreziosita dagli interventi di esperti internazionali: Belinda Thomson, massima esperta di Gauguin; Mary Morton, curatrice alla National Gallery of Art di Washington; Judy Sund, docente della New York City University; Gloria Groom, curatrice all’Art Institute di Chicago; e David Haziot, autore di una delle più autorevoli biografie su Gauguin.

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