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Festival di Berlino 2020: vince il cinema italiano

Il Festival di Berlino 2020 ha premiato il cinema italiano con due riconoscimenti: Miglior Attore a Elio Germano per “Volevo nascondermi” e Orso d’Argento ai gemelli D’Innocenzo per “Favolacce“. Entrambi i lavori sono coprodotti da Rai Cinema.

Al Festival di Berlino 2020 l’Orso d’Argento va a Elio Germano

Volevo nascondermi Festival di Berlino 2020

Volevo nascondermi

La 70ma edizione del Festival di Berlino, la prima diretta dall’italiano Carlo Chatrian, ha premiato Elio Germano, riconosciuto dalla giuria come Miglior Attore con  l’Orso d’Argento “per il suo straordinario lavoro nel catturare sia la follia esteriore che la vita interiore dell’artista Antonio Ligabue” nella pellicola di Giorgio Diritti dal titolo “Volevo nascondermi“.

Festival di Berlino 2020: vince il cinema italiano

Dopo aver interpretato Giacomo Leopardi ne “Il giovane favoloso” (2014) di Mario Martone e San Francesco ne “Il sogno di Francesco” (2016) di Renaud Fely e Arnaud Louvet, l’attore romano ha ammaliato la giuria presieduta da Jeremy Irons, calandosi nei panni del controverso e tormentato pittore e scultore, tra i più importanti del XX secolo, con maestria e doti trasformiste eccezionali, come è ben visibile nel trailer della pellicola, la cui uscita è stata rimandata a data da definire a causa dei molteplici slittamenti, causati dalle disposizioni volte a prevenire la diffusione del Coronavirus.

Elio Germano ha voluto dedicare la sua vittoria ad “Antonio Ligabue che vive qui con noi, dentro di me. E dedico il premio a tutti gli storti, gli sbagliati del nostro tempo, tutti i fuori casta”.

É un’inquietante favola nera suburbana, ambientata nella periferia romana e con Elio Germano capofila di una storia corale, quella di “Favolacce”, grazie alla quale Damiano e Fabio D’Innocenzo hanno ottenuto l’Orso d’Argento per la sceneggiatura. Il film, distribuito nelle sale da Vision Distribution dal 16 aprile, è il secondo lungometraggio diretto dai due gemelli, emozionatissimi durante la cerimonia di premiazione nel corso della quale hanno dichiarato di essere grati a tutti i bambini del cast e mentre uno ha affettuosamente detto “Ti amo fratello mio”, l’altro ha scherzato rispondendo “Mortacci tua!”. I due sono tornati a Berlino a due anni di distanza dal loro esordio con “La terra dell’abbastanza“, presentato nella sezione Panorama.

L’Orso d’Oro e gli altri premiati

There is no evil Festival di Berlino 2020

There Is No Evil

L’Orso d’Oro è andato all’iraniano “There Is no Evil” (“Sheytan vojud nadarad”), diretto da Mohammad Rasoulof che non ha potuto ritirare il premio perchè prigioniero dissidente in patria. Il riconoscimento per l’opera, definita “un film sulla responsabilità della coscienza in ciascuno di noi, ovunque”, è stato ritirato dal cast estremamente commosso, che ha confessato il rischio corso per aver partecipato a questo lavoro, diviso in quattro episodi volti a denunciare le leggi di regime e nello specifico quella relativa alla pena di morte per i dissidenti politici. “Mohammad tu non sei solo”: queste le parole gridate dal palco.

Standing ovation per la regista americana Eliza Hittman che con il suo “Never Rarely Sometimes Always” ha saputo raccontare con efficacia il dramma dell’aborto, ottenendo l’Orso d’Argento Premio della Giuria.

Il premio per la regia è invece stato assegnato al sudcoreano Hong Sangsoo che al Festival di Berlino 2020 si è presentato con il film tutto al femminile “The Woman Who Ran”.

L’Orso d’Argento alla Miglior Attrice è andato invece alla tedesca Paula Beer, protagonista del potente “Undine” del tedesco Christian Petzold, nel quale veste i panni di una donna che medita sulla possibilità di uccidere l’uomo che l’ha lasciata.

Tra gli altri riconoscimenti Jurgens Jurges ha ricevuto il premio per il contributo artistico per la fotografia di “Dau. Natasha”, di Ilya Khrzhanovskiy e Jekaterina Oertel.

Delete History” di Benoit Delépine e Gustave Kervern ha ottenuto il Premio Speciale della 70esima edizione, mentre l’Orso d’Oro per il cortometraggio è andato a “T” della regista giamaicano-americana Keisha Rae Witherspoon. Il premio al Miglior Documentario è infine andato alla produzione franco-cambogiana “Irradiated” di Rithy Panh.

Lorenzo Buellis

01/03/2020

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