Eco Del Cinema

È stata la mano di Dio (2021)

Recensione

È stata la mano di Dio e la commedia che lascia spazio al dramma

E' stata la mano di Dio

Un film biografico, commovente, intimo, delicato, poetico e divertente: “È stata la mano di Dio” riesce, incredibilmente, ad essere tutto questo. Se nella prima metà si ride tra scherzi organizzati, battute fatte di un sarcasmo tagliente, personaggi eccentrici e sopra le righe, simbolo di un’ilarità condivisibile, nella seconda metà la pellicola di Paolo Sorrentino si trasforma.

La narrazione ci restituisce la Napoli anni ’80, ricca di quegli spiriti leggendari di un folclore sempre sentito, di quegli inconfondibili colori partenopei e di quel Dio, amato e inarrivabile, che è stata Diego Armando Maradona. Il dramma, che si insinua lentamente in un periodo incerto, in cui il protagonista ancora non sa chi è e non sa cosa vuole, esplode improvvisamente in una tragedia che nessuno sa come affrontare.

Emerge una poetica che da sogno diventa incubo, da risata diventa pianto, e da espressione leggera e spensierata diventa ricerca e consapevolezza di un’arte che richiama da lontano, avvicinandosi sempre di più: il cinema.

“È stata la mano di Dio” è un film fatto di personaggi, dove Fabietto è quel protagonista che unisce, collega e smaschera tutti: tanto stravaganti quanto umani, tanto singolari quanto limpidi. Viene così fuori una semplicità che può sembrare lontana dal Sorrentino che negli anni si è stati abituati a conoscere, qui capace di realizzare un’opera che cambia continuamente e che non è mai lo stesso film. Prevale così un universo che, giorno dopo giorno, è costituito solo da ricordi, filtrato dalla nostalgia di un dolore, di un vuoto incolmabile che non ha regole precise per esprimersi.

Quando la delusione diventa una costante

E' stata la mano di Dio

Maturità, amore, desiderio e solitudine costituiscono il mondo adolescenziale, personale e universale di un giovane uomo che tocca e sfiora vite, età, sogni e tempi diversi. Il film, seppur ancorato alla realtà, sembra sempre sospeso tra ordinario e straordinario, normale e bizzarro, reale e immaginario. In ogni microcosmo che si dirama dai rapporti, dalla famiglia e dagli incontri di un ragazzo che sta conoscendo se stesso, c’è qualcosa di insolito e particolare, qualcosa che vale la pena raccontare. Come più volte dichiarano i dialoghi, “la realtà è scadente” e per quanto Sorrentino suggerisca come non ci sia niente di più vero, subito ribalta il messaggio sostenendo come nessuno sia solo ciò che appare: nell’animo più comune e lineare vive sempre qualcosa di unico.

“È stata la mano di Dio” realizza un gioco di luci e ombre, di primi piani e riprese dall’alto; è un manifesto della vita del regista prima e dopo un evento atroce, terribile, che cambierà tutto per sempre. Il protagonista vive la sua apparente solitudine con serenità, finché non perde quella normalità che non tornerà più. Ogni attore dà il meglio di sé, spiccano fra tutti, Toni Servillo e Filippo Scotti, padre e figlio complici e a volte brutalmente ironici.

“È stata la mano di Dio” è un film completo in ogni forma, una fotografia di Napoli, un universo fatto di tradizioni e miracoli, un’adolescenza cadenzata dalla presenza, prima sperata e poi certa di Diego Armando Maradona.

La verità ultima che la pellicola sembra suggerire è la consapevolezza che il cinema, la fantasia e l’immaginazione possono rendere quel “mondo scadente” un posto diverso, e sicuramente migliore.

Giorgia Terranova

Trama

  • Regia: Paolo Sorrentino
  • Cast: Toni Servillo, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Betti Pedrazzi, Biagio Manna, Ciro Capano
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 130 minuti
  • Produzione: Italia, 2021
  • Data di uscita: 24 novembre 2021

È stata la mano di Dio poster“È stata la mano di Dio” è un film in Concorso alla 78ª Mostra del Cinema, grazie al quale Paolo Sorrentino è stato insignito del Gran Premio della Giuria. La pellicola ripercorre la vera storia del regista che perse i genitori giovanissimo in un incidente domestico e si salvò solo perché era andata per la prima volta in trasferta con il Napoli dietro il suo mito Diego Armano Maradona. Un’opera sull’elaborazione del lutto e sulla perdita subita da un ragazzino diventato uno dei più grandi registi italiani contemporanei.

È stata la mano di Dio: la trama

Sono gli anni ’80 e Fabietto a diciassette anni sta crescendo circondato dall’amore della sua famiglia. In città arriva Maradona per giocare con il Napoli, squadra di cui il ragazzo è tifoso sfegatato. Il giovane si salverà proprio grazie alla sua passione calcistica, quando i suoi genitori, rimasti nella loro casa delle vacanze, muoiono a causa di una fuga di gas della stufa.

Commento del regista

“È stata la mano di Dio” è un racconto di formazione che mira, stilisticamente, a evitare le trappole dell’autobiografia convenzionale: iperbole, vittimismo, pietà, compassione e indulgenza al dolore, attraverso una messa in scena semplice, scarna ed essenziale e con musica e fotografia neutre e sobrie. La macchina da presa compie un passo indietro per far parlare la vita di quegli anni, come li ricordo io, come li ho vissuti, sentiti. In poche parole, questo è un film sulla sensibilità. E in bilico sopra ogni cosa, così vicino eppure così lontano, c’è Maradona, quell’idolo spettrale, alto un metro e sessantacinque, che sembrava sostenere la vita di tutti a Napoli, o almeno la mia”.

Trailer

Articoli correlati

Condividi