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Complotto di Famiglia (1976)

Recensione

Complotto di Famiglia – Recensione: suspense e humor meticolosamente mescolati

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“Complotto di Famiglia” è un giallo diluito saggiamente con uno speciale tipo di comedy.
Una donna anziana e ricca chiede aiuto alla giovane medium Blanche Tyler, promettendole diecimila dollari in cambio del ritrovamento di suo nipote illegittimo, dato in adozione quarant’anni prima per paura di uno scandalo e unico erede di tutta la tua ricchezza.

Aiutata da George, l’uomo con cui vive, tassista e attore fallito, Blanche si mette alla ricerca dell’uomo misteriosamente scomparso, trovandolo alla fine nelle vesti di Arthur Adamson, un gioielliere. Da qui, la trama si sviluppa in modo intrigante raggiungendo in vari punti i toni alti della commedia.

Emozioni e sorprese

In tutti i suoi film, Hitchcock sceglie con maestria i propri attori.
In “Complotto di Famiglia” Barbara Harris recita in modo impeccabile, adattandosi molto bene al ruolo a lei designato: fin dalla sua prima apparizione, la Harris intrattiene gli spettatori in modo sublime.
Bruce Dern è un elemento chiave che rende la trama più leggera attraverso una velata forma di american comedy e, allo stesso tempo, sorprende con la sua recitazione. I suoi dialoghi con Barbara, dove è sempre accusato di non riuscire a soddisfare i desideri della donna, sono davvero spiritosi e piacevoli, complice una sceneggiatura molto ben costruita.
Basato sul romanzo di Victor Canning, il film riesce a essere allo stesso tempo una farsa divertente e un giallo intrigante. Innanzitutto è costruito secondo le rigide e inconfondibili regole hitchcockiane, una meticolosa costruzione, una cura superba della tecnica e una minuziosa attenzione al dettaglio. Non mancano neanche gli elementi iconici dell’universo del regista: morte, coincidenze, travestimenti, ossessione per il cibo e la religione.

La fondamentale ossessione al dettaglio di ogni reparto

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Leonard J. South, collaboratore di Hitchcock per oltre 25 anni, ci regala un fotografia essenziale, che ci accompagna senza distrazioni nelle scene di maggior intensità: incredibili gli scenari che compongono le scene di suspense, in cui la perfetta posizione della macchina da presa fa trapelare l’onnipresente e intenso studio della composizione in tutta la sua complessità.

Scenografia e costumi seguono l’impronta del regista, aiutando lo spettatore a saltare visivamente dalla storia di una coppia all’altra, mantenendo in ogni momento la sottile connessione che lega.

Come nella maggior parte dei film di Alfred Hitchcock, la scena finale della pellicola risulta imprevedibile, degna conclusione di un thriller coinvolgente e stuzzicante.

Giovanna Mauro

Trama

  • Titolo originale: Family Plot
  • Regia: Alfred Hitchcock
  • Cast: Karen Black, Bruce Dern, Barbara Harris, William Devane, Ed Lauter, Cathleen Nesbitt
  • Genere: Giallo, colore
  • Durata: 120 minuti
  • Produzione: USA, 1976

complotto di famiglia“Complotto di Famiglia” è un film americano girato in Technicolor, ultimo thriller del regista Alfred Hitchcock, basato sul romanzo di Victor Canning, “The Rainbird Pattern” e adattato per lo schermo cinematografico da Ernest Lehman.

Il film è stato presentato al Festival di Cannes del 1976, ma non è stato inserito nella competizione principale.

Complotto di Famiglia: pura suspense e humor hitchcockiani

Il titolo originale del film, “Family Plot”, è un chiaro gioco di parole: può riferirsi a una trama familiare (drammatica?) o a un complotto di famiglia (come ha voluto la traduzione), o ancora a un lotto di terreno familiare (un cimitero?).

La storia coinvolge due coppie: una formata da una finta sensitiva Blanche Tyler (Barbara Harris) e il suo ragazzo tassista George Lumley (Bruce Dern), e l’altra composta da un duo di ladri e rapitori professionisti.

L’anziana e ricca signora Julia Rainbird (Cathleen Nesbitt) assume la coppia Tyler-Lumley per ritrovare il figlio di sua sorella, recentemente deceduta, dato in adozione alla sua nascita per evitare uno scandalo familiare. Durante le ricerche, la coppia viene a conoscenza che il giovane da localizzare, Edward Shoebridge (William Devane), è ritenuto morto da tempo ma allo stesso tempo anche che nessuno è in grado di certificarlo, dato che la sua tomba risulta vuota.

Nel frattempo, viene rivelato agli spettatori che Shoebridge è in realtà un criminale: ha ucciso i suoi genitori adottivi, simulato la sua morte e si è trasferito a San Francisco dove è noto come Arthur Adamson, apparentemente un gioielliere di successo ma in realtà rapitore di milionari e dignitari insieme alla sua ragazza Fran (Karen Black).

In un susseguirsi di ricerche e pedinamenti, imbrogli e rapimenti, le vite delle due coppie entreranno in conflitto.

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