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Codice 999

Trama

  • Titolo originale: Triple Nine
  • Regia: John Hillcoat
  • Cast: Kate Winslet, Woody Harrelson, Casey Affleck, Aaron Paul, Gal Gadot, Norman Reedus, Teresa Palmer, Anthony Mackie, Chiwetel Ejiofor, Clifton Collins Jr., Luis Da Silva Jr, Michelle Ang, Hakim Callender, Natalie Pero, E. Roger Mitchell, Eric Maldonado
  • Genere: Thriller, colore
  • Durata: 125 minuti
  • Produzione: USA, 2016
  • Distribuzione: M2 Pictures
  • Data di uscita: 21 Aprile 2016

codice 999John Hillcoat, già regista di “La proposta” e “Lawless”, si sistema dietro la macchina da presa per “Codice 999”, un action-thriller dai toni cupi e violenti con protagonisti un gruppo di poliziotti corrotti.

Ricattati dalla mafia russa, la quale vuole mettere a segno un colpo considerato impossibile, una squadra di poliziotti, messi alle strette, ha solo una soluzione, ossia ricorrere al “Codice 999”, ovvero il codice che gli agenti utilizzano in situazioni di estrema necessità, per segnalare quando un agente è stato colpito in azione.

L’idea è quella di approfittare del caos inevitabile che segue a tale annuncio per compiere il colpo che la mafia russa li costringe a mettere a segno. Tutto sembra finale liscio fino a quando una recluta, che doveva essere l’uomo ‘sacrificabile’ per appellarsi al codice, sventa l’attacco. Questo intervento della giovane recluta darà via a una caccia all’uomo ricca di azione, mettendo in luce la morale corrotta e il degrado del corpo della polizia.

Recensione

Codice 999: una banda di poliziotti corrotti al servizio della mafia koshercodice 999 foto

Un thriller ben confezionato, dal ritmo tambureggiante, poggiato sulla solida base di una sceneggiatura ricca e dettagliata: il nuovo film di John Hillcoat è un prodotto apprezzabile per la cura visiva – sempre tendente al grigio scuro e a volte quasi totalmente adombrata – e per la capacità di sviluppare una linea narrativa forte, senza trascurare la coralità d’insieme che costituisce l’elemento peculiare e, al tempo stesso, il punto critico: se il livello assai elevato delle interpretazioni attoriali cementifica le singole caratterizzazioni dei personaggi, il quadro generale risulta però compresso nei limiti di una prospettiva unilaterale, fosca e disincantata, a volte didascalica nella rappresentazione.
Un gruppo di poliziotti corrotti e di ex militari è in combutta con la mafia russo-israeliana dominante ad Atlanta. La prospettiva di un guadagno formidabile e la minacciosa pressione della mafia spinge questo gruppo a tentare una rapina in banca dal tasso di difficoltà estremamente elevato. Affinché l’impresa riesca è necessario un escamotage: il ‘Codice 999’, ovvero il segnale interno attraverso il quale la polizia segnala un agente a terra; in casi simili, tutte le unità disponibili convergono in soccorso del collega in pericolo, lasciando parzialmente scoperta la sicurezza nel resto della città.

Codice 999: i pro e i contro di un buon thriller

A capo della pressoché onnipotente mafia russo-israeliana troviamo una Kate Winslet nei panni improbabili della boss dagli occhi di ghiaccio e dal marcato accento russo: poche scene misurate e alcuni riferimenti sparsi sono sufficienti per tratteggiare un dominio assoluto sulla situazione; lo stato di deus ex machina necessita di pochi semplici tocchi, senza alcun tipo di accentuazione. Il gruppo di poliziotti corrotti, guidato da un carismatico Chiwetel Ejiofor, non ha sostanzialmente voce in capitolo e si trova ad agire in qualità di mero esecutore collettivo: le motivazioni dei singoli personaggi, in primis quelle del leader, sono lasciate trapelare a poco a poco – non sempre in modo soddisfacente –, in parallelo rispetto all’evolversi turbinoso della vicenda.

Sul versante opposto del terreno di battaglia ci sono Woody Harrelson e Casey Affleck, nei panni dei ‘buoni’, i poliziotti che non scendono a compromessi col sistema: il primo, più anziano e disilluso, spesso preda dei fumi dell’alcool ma sostanzialmente puro di cuore, svolge in parte la funzione di mentore nei confronti del giovane collega, tutt’altro che ingenuo e già svezzato, ma ancora convinto di poter fare la differenza in un mondo che invece appiattisce ogni cosa sulla tavola del denaro e del potere.
Ciò che emerge, in definitiva, è un intrattenimento sofisticato e ben strutturato, ma le potenzialità del film sono in parte inibite dall’assunzione di uno sguardo sin troppo omogeneo, tendenzialmente ombroso e negativo: le numerose sfaccettature dei personaggi non sono poste in stato di conflitto – reciproco o individuale – ma adeguate a uno schema prestabilito che definisce le qualità e al contempo i limiti di un thriller ben fatto.

Marco Donati

Trailer

Cast

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